venerdì 18 maggio 2012

Il vero nome di certe “cose”.


C’è un bel libro del 1986 scritto da Giuliano Toraldo di Francia dal titolo “Le cose e i loro nomi”, pubblicato da Laterza, in cui l’autore giustifica una relazione causale che intercorre tra le cose e i loro nomi. Insieme a questo c’è anche una brillante pubblicazione di Sara Gigada, dal titolo “Nomi e cose. Aspetti semantici e pragmatici delle strutture nominali”. I due libri differiscono parecchio nei loro intenti perché il primo si interessa alle relazioni scientifiche tra i nomi delle cose e le cose medesime mentre l’altro, che è del 1999, ha come interesse il nesso del nome con la cosa non solo dal punto di vista linguistico ma anche semiotico e semantico. Il secondo libro ci interessa più da vicino perché l’autrice mette in evidenza l’enfasi sul comportamento sociale della parola e del nome. Voi direte ma qual è il senso di questa premessa? La risposta ha a che vedere con la campagna attuale di animosità che c’è in Italia contro Equitalia, la società preposta alla riscossione delle imposte. Questa campagna si sta manifestando con episodi di intolleranza di singoli individui, ma anche di gruppi autogestiti che organizzano il dissenso. E’ noto che in Italia c’è una fortissima evasione fiscale che ha radici lontane e tiene conto del DNA dei cittadini di questo infausto paese abituati da modelli di comportamento inadeguati sotto il profilo etico e morale. Il fatto grave è che non solo l’italiano medio non paga le tasse ma addirittura si vanta di non pagarle. Ci chiediamo, alla luce delle categorie scientifiche e linguistiche esplicitati dai due autori richiamati sopra, che significato si può dare all’”evasione fiscale collettiva” degli italiani che può essere sintetizzata dal fatto inverosimile che in Italia e solo in Italia il padrone di un’azienda dichiara al fisco un reddito inferiore a quello dei suoi dipendenti. E, soprattutto, qual è il vero nome da dare a questi cittadini in ragione della cosa che fanno? Ebbene noi abbiamo la risposta. Questa risposta non ammette «se» e «ma». E’ unica e chiarissima nel suo significato semantico e pragmatico. Chi non paga le tasse è un ladro. Lo ripetiamo in caratteri maiuscoli per coloro che fanno finta di non capire: è un LADRO. Lo si sappia. E non ci sono giustificazioni di nessun tipo, perché la questione è definitivamente spiegata dal significato del sostantivo.

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