Sono sempre stato contro lo scientismo. Conosco la differenza tra scienza e scientismo. Mi sono preoccupato, pertanto, di dare senso alla mia contrarietà contro l’innalzamento della macchina a virtù. Tuttavia, e non solo per simmetria, c'è da fare un analogo discorso con la religione. Visto che accanto alla scienza esiste la sua degenerazione, che è lo scientismo, allo stesso modo accanto alla religione esiste la sua degenerazione, che è l'integralismo. Hanno qualcosa in comune le due alterazioni? Credo di si. Nel loro ottimismo ingenuo hanno un solo obiettivo: sminuire le conquiste della scienza e impedire che scienza e religione trovino delle sintesi. Ecco perché è necessario opporsi a entrambe le degenerazioni. L’uomo ha bisogno della scienza e della tecnica perché entrambe più di ogni altra potenza riescono a cambiare il mondo. La ragione è che non pensano solo a “smuovere le montagne, ma anche le anime”. Pertanto, ricercare Dio è importante. Ma non dimentichiamo di ospitare la scienza. Insieme, le due possono fare cose buone per l’uomo. Contrapporle è una rovina.
domenica 6 aprile 2008
Scienza e Religione: proviamo a fare un discorso diverso.
sabato 5 aprile 2008
Immagine sporca e danni irrimediabili: il caso dei fratelli Scanio.
Consideriamo l'Onorevole Alfonso Pecoraro Scanio il principale responsabile del disastro spazzatura a Napoli. Non è facile trovare nella nostra Galassia, dal nome pulito "Via Lattea", un caso sporco come quello che lo vede colpevole dell'esistenza del monnezzaio partenopeo. Essere contemporaneamente un Verde, Ministro dell'Ambiente e Responsabile della sofferenza ambientale di un'intera Regione è una contraddizione non solo logica ma anche esistenziale. Di oggi la notizia che la magistratura indaga per reati gravi, come la corruzione e l'associazione a delinquere, anche il fratello Senatore Marco Pecoraro Scanio. Due fratelli, uno Onorevole e l'altro Senatore (però, mica scemi i Pecoraro), due probabili malfattori, una sola conclusione: perchè non si dimettono e se ne vanno a coltivare pomodori nella loro ormai irrimediabilmente danneggiata Campania?
venerdì 4 aprile 2008
Presi con le mani nella marmellata.
Sindacati irresponsabili. Con le loro pretese hanno fatto fallire la trattativa tra Air France e Alitalia. Adesso se ne pentono. E amaramente. Sono in imbarazzo e cominciano ad essere contestati dai loro stessi iscritti. Stiamo parlando della Triplice Confederale, cioè dei tre furbetti del sindacalismo nostrano: Epifani, Bonanni e Angeletti. Con le loro richieste massimaliste, il loro alto tasso di litigiosità e l'indeguatezza del loro pragmatismo hanno affossato non solo l'Alitalia ma soprattutto quei lavoratori che avrebbero dovuto difendere. Un autogol eccezziunale veramente, direbbe Abatantuono. Credevano di imporre a Jean-Cyril Spinetta le tecniche di ricatto che normalmente permettono loro di vincere nelle trattative italiane. Solo che hanno dimenticato che il padrone del vapore, questa volta, non è italiano, è francese. L'A.D. di Air France non ha accettato il ricatto. E' stato un vero gentleman, non ha rilasciato nessuna dichiarazione e se ne è tornato a Parigi in silenzio. In realtà avrebbe voluto dire agli "amici" sindacalisti, ovvero ai Signori delle tessere della CGIL-CISL-UIL, che decidono tutto per tutti e che si sostituiscono anche al Capo del Governo italiano, le seguenti poche parole: "ma andate a morì...". I tre furbetti sindacalisti meriterebbero di essere messi alla gogna. Ma ormai in Italia "tutto svampa, Signò" direbbe Ariel, il filippino di Zelig.
giovedì 3 aprile 2008
Faccenda Alitalia: siamo al ridicolo.
Ci siamo. Il fallimento della compagnia aerea di bandiera si avvicina sempre di più. Il caos regna sovrano. Una sola osservazione a margine di questa inverosimile situazione, che a definirla grottesca è poco. Si tratta di richiamare la capacità del cosiddetto "sistema Italia" di evitare la crisi. Facciamo un esempio. Com'è noto, uno dei pilastri della scienza è la capacità del sapere scientifico di essere in grado di spiegare e prevedere. Si parla più precisamente di capacità esplicativa e di capacità predittiva. In altre parole, una legge scientifica deve possedere i due elementi logici senza subordinazione e limitazione alcuna. Se sa spiegare perchè un fenomeno naturale si manifesta sempre, senza eccezione di sorta, e secondo quelle circostanze, e in qualunque posto (si dice nello spazio-tempo), vuol dire che il primo elemento è acquisito. Se, oltre a quanto precede, sa anche prevedere prima quello che succederà dopo, secondo certe condizioni iniziali, allora anche il secondo elemento andrà ad arricchire il "carniere epistemologico" e l'asserto diventa legge. Uscendo dalla metafora questo significa che se il "sistema Italia" avesse posseduto le due capacità, l'Alitalia non si sarebbe trovata nelle condizioni pietose in cui versa. Cosa avrebbe dovuto capire il "sistema Italia"? Semplice. Partiamo dalle condizioni iniziali possedute dall’Alitalia nel 2001 anno in cui iniziò il famoso quinquennio berlusconiano del record di stabilità politica. Eccole:
1.emarginazione progressiva internazionale del marchio nei diversi paesi esteri a causa di una forte caduta d'immagine del Made in Italy;
2.rissosità del sistema politico nazionale che si è rimpallato responsabilità gestionali e strategiche da una parte all'altra;
3.incapacità gestionale del management Alitalia nominato più per servizi politici che per capacità e professionalità;
4.ottusità nel non aver capito che i difetti italiani si sarebbero progressivamente introdotti nella organizzazione del lavoro creando difficoltà via via crescenti;
5. ruolo rissoso del sindacato che avrebbe comunque piegato a logiche di convenienza sindacale alcune scelte di fondo della compagnia impedendo a tutti i costi il risanamento;
6. ruolo devastante sul piano dell'immagine delle contrapposizioni politiche tra città (Milano e Roma) che reclamano di essere il centro del mondo per soddisfare esigenze di localismo e l'interesse nazionale;
7. sacche di furbizia e di malcostume che caratterizzano tutto ciò che in Italia non è privato;
8.corporazioni e lobbies di piloti, controllori di volo, servizi gestionali di terra, boss politici locali, ecc...).
L’Alitalia avrebbe dovuto comprendere che con queste condizioni iniziali non era assolutamente possibile continuare, per cui si richiedeva im-me-dia-ta-men-te un piano manageriale drastico in grado di salvare l'esistenza stessa della compagnia sul mercato. E invece no. Il “sistema Italia” non è riuscito a prevedere il corso degli eventi. Cosa che invece ha capito perfettamente il Presidente di Air France, Monsieur Spinetta. Dunque, è da bocciare completamente qualsiasi tentativo, cordate o salvataggi possibili, di continuare a far vivere ciò che è morto. Ripeto che ciò che è morto non può risuscitare. Questo stato comatoso della compagnia ci ricorda un passo del bellissimo libro di Carlo Collodi, il famoso Pinocchio.
A questo punto si sentì
nella camera un suono
soffocato di pianti e di singhiozzi.
Figuratevi come rimasero
tutti allorché, sollevati
un poco i lenzuoli, si
accorsero che quello che
piangeva e singhiozzava
era Pinocchio.
“Quando il morto piange,
è segno che è in via di guarigione,”
disse solennemente
il Corvo.
“Mi duole contraddire il
mio illustre amico e collega,”
soggiunse la Civetta,
“ma per me, quando il morto
piange, è segno che gli dispiace
di morire.”
L'unica soluzione è la svendita delle cose fallimentari. Non bastano nè l'orgoglio nazionale, nè i proclami politici dei vari candidati di turno alla Presidenza del Consiglio. La verità è che è il "sistema Italia", da quando il Sig. Berlusconi è entrato in politica, non esiste più. Ripeto, non esiste più alcun interesse nazionale, per la semplice ragione che se esistesse verrebbe a confliggere con gli interessi della Lega Nord, grande sponsor del Sig. Berlusconi. E visto che ci siamo ecco, come domanda finale, la ciliegina sulla torta: ma può un sindacato imporre a un Governo che ha deciso di vendere, essendo il proprietario dell'Alitalia, di fare come dice lui, cioè di non vendere?
mercoledì 2 aprile 2008
Sedani rigati alla zucca.
Questa mattina, dopo il semiconfronto di ieri sera tra i due maggiori candidati che si sono sfidati in TV a distanza, ho deciso di non scrivere nulla di politica. Sono mezzo rassegnato per gli sviluppi politici che sta assumendo questa campagna elettorale. Dunque, oggi niente politica! Mi butto in cucina, almeno gusto qualche pietanza. E di pomeriggio vado a vedere il film "La banda". Dicono che sia un film veramente interessante. Vedremo. Andrò allo spettacolo delle 16,30 e uscirò, presumibilmente, alle 18.30. In tempo per fare ancora qualcosa in città.
Il titolo della pietanza è già un programma. Ricetta semplice, economica e gustosa. Oggi a pranzo desideravo mangiare qualcosa di diverso. Questa mattina alle 9.00 circa sono andato al mercato. Ho comperato una fetta di zucca del peso di 3 newton circa. Dopo un'ora di attenzioni girando nella calca del mercato, con i mariuoli pronti a scippare qualche portafoglio agli sprovveduti, ho deciso che era arrivato il momento di rientare a casa. In cucina ho tagliato a metà una piccola cipolla e ne ho tritato circa 20 g. In una padella del diametro di circa 30 cm ho imbiondito la cipolla tritata con un cucchiaio abbondante di olio extravergine di oliva a spremitura a freddo (sapete, a tavola come nella vita sono un po' esigente). L'ho fatta friggere a fuoco basso per circa 2 minuti. Nel frattempo avevo sbucciato la zucca e l'avevo tagliata a tocchetti non troppo grandi, nè troppo piccoli. Li ho messi nella padella con il soffritto, ho aggiunto circa un bicchiere di 150 g di acqua, un pizzico di sale (i cuochi professionisti dicono q.b.) ed ho raschiato un quarto circa di dado da brodo della Maggi. Perchè la Maggi? Ve lo avevo detto che sono esigente. Allora "pipa e silenzio" e andiamo avanti. Ho coperto la padella con un coperchio, lasciando una piccola fessura ed ho fatto cuocere per circa mezz'ora, sempre a fuoco lento, il tutto. Nel frattempo ho cotto circa 80 g di sedani rigati della De Cecco in abbondante acqua salata. A cottura, dopo circa 12 minuti, ho scolato la pasta ed aggiunto la zucca con una spolverata di formaggio grana grattuggiato. Da leccare i baffi. Adesso con la pancia piena e sazio sono qui a scrivere il post di oggi. Ho saltato il secondo, sapete io non sono un mangione. Mangio poco, misurato, ma bene. Che ci volete fare. Dicevo che non ho preparato il secondo ma il dessert si. Ho preparato una pera decana di circa 350 g, sbucciata e tagliata a metà. Tolto il torsolo ho riempito il vuoto con del formaggio filadelfia molle. Sul ripieno ho aggiunto una spolveratina di noci tritate e sopra mezza gheriglia, sempre di noce. Cosa ho bevuto a pranzo? Bella domanda. Vi meraviglierò. Non ho bevuto vino. Ho bevuto una lattina di birra Guinness, naturalmente scura e fredda q.b. Adesso sto benone. Ah, quasi dimenticavo. Per coloro che non avessero contezza dell'unità di peso nel Sistema Internazionale di misure ho messo il newton come unità di forza gravitazionale dovuta all'attrazione della Terra sulla massa della zucca. In effetti, alla buona, per i neofiti di scienza, 3 newton di zucca equivalgono a circa 300 g. Lo sapevate? Allora bravi. Siete sicuramente in gamba. Vi saluto. Almeno per oggi.
martedì 1 aprile 2008
Corteggiamenti e matrimoni.
Tranquilli, non stiamo parlando del corteggiamento di qualche bella candidata del PD di Veltroni a uno dei figli di Silvio Berlusconi per sistemarsi. Si tratta di tutt'altra cosa. Per fortuna. La stampa politica sta facendo circolare in questi giorni il nome di Mario Monti per il ministero dell'Economia nel caso in cui vincesse Veltroni. Se le cose stanno veramente così diciamo subito che questo, per quanto ci riguarda, è un atout di straordinario valore aggiunto nella campagna elettorale di Veltroni. Noi siamo dei "montini" arciconvinti da tempi non sospetti. Guardate cosa avevamo scritto venerdì 25 gennaio 2008
«[...] il governo brillante che noi desideriamo per i prossimi mesi deve avere per colla il dialogo con Berlusconi, almeno sulle tre grandi questioni della riforma elettorale, della riforma istituzionale e dell'economia. Il nome noi lo abbiamo: si tratta dell’ex Commissario UE alla concorrenza Mario Monti, uno dei pochi uomini in grado di garantire le tre condizioni della credibilità, della equidistanza e della
apartiticità, oltre al prestigio internazionale. Riceva il gradimento dei due principali partiti del Parlamento e faccia una riforma elettorale proporzionale alla tedesca con forte sbarramento. Si impegni al meglio per gestire le gravi emergenze. Introduca una ventata di onestà e di moralità nella vita politica governativa e poi si vada subito a votare con la nuova legge.»
E mercoledì 27 ottobre 2004 a proposito della sostituzione del Commissario europeo Buttiglione abbiamo altresì detto:
«Il Presidente del Consiglio ha commesso un grossolano errore di sottovalutazione, dovuto al fatto di aver preferito l’On. Buttiglione all’eccellente, unico e bravissimo Mario Monti. Ha sbagliato. Il paese ne esce male da questa sua maldestra decisione.»
E poi sabato 24 luglio 2004
«L’ex-Commissario Mario Monti è stato sostituito dall'On. Buttiglione alla Commissione Europea. L’avevamo pensato. L'avevamo scritto. Eravamo preoccupati che si avverasse, ma facevamo gli scongiuri. Se nella zucca del Presidente del Consiglio ci fosse stata intelligenza politica, l'eccellente Mario Monti avrebbe dovuto essere riconfermato. Così non è stato. Cosa volete. I politici che ci governano sono questi. Se Monti fosse stato ungherese, il Primo ministro magiaro Medgyessy Péter non lo avrebbe mai cambiato, neanche a cannonate. Ma noi siamo italiani».
Dunque, il corteggiamento di Mario Monti da parte di Veltroni ci fa piacere e lo caldeggiamo vivamente. Desideriamo concludere questo post con una curiosa e singolare attività foriera di guai per Berlusconi. La più grossa sciocchezza commessa dal Cavaliere è stata quella di avere licenziato i migliori collaboratori facendosi contemporaneamente aiutare dai peggiori. Un esempio? Ha iniziato con il licenziamento di Montanelli. Ha proseguito con l'uscita dell'avv. Vittorio Dotti. Ha continuato con l'ex presidente del WTO l'indipendente Renato Ruggiero. Licenziato anche lui. Con Dini e Urbani la stessa cosa, licenziati entrambi. Si è messo contro Follini e lo ha fatto dimettere. A Commissario europeo con Barroso ha fatto dimettere Mario Monti sostituendolo con l'inadatto Buttiglione. E poi il Cavaliere si chiede perchè i migliori gli sono contro? Se lo faccia spiegare da Paolo Bonaiuti che com'è noto è un uomo collaboratore "imparziale" e molto in gamba.
Facenti funzione e posizioni pilatesche.
A Brdo, vicino Ljubljana, ieri l'altro si sono riuniti i Ministri degli Esteri dei 27 paesi dell'UE per decidere il boicottaggio degli imminenti giochi olimpici di Pechino. I 27 hanno deciso di "non decidere", per la mancanza di identità di vedute. Spicca in questo giudizio di "equidistanza" l'unico Ministro degli Esteri (quello italiano) che non compare nella foto di gruppo perchè a casa a farsi la campagna elettorale nazionale. E' stato sostituito con il semisconosciuto SottoSegretario Famiano Crucianelli che in sede di decisione si è distinto per avere assunto la posizione intermedia alla Ponzio Pilato, riassunta dal classico "ni". Fra i decisionisti, i si arciconvinti della Francia e l'analogo no dell'Inghilterra. Questi i fatti. E passiamo alle opinioni. Il Sottosegretario Crucianelli Famiano, f.f. (facente funzione) del Ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha avuto l'onore di partecipare a pieno titolo alla riunione. Da buon ex comunista, quale egli è, ha preso la decisione di dire che l'Italia è "mezzo a favore" e "mezzo contraria" al boicottaggio del governo cinese per i tragici fatti del Tibet. Domanda. Immaginiamo che a decidere questa posizione sia stato l'On. D'Alema, titolare della Farnesina al quale giriamo la domanda: perchè il Ministro non ha avvertito l'esigenza di spiegare il perchè di questa decisione al paese? Da quando in qua un Ministro degli Esteri che rimane a casa per interessi personali prende una decisione così importante e non sente il dovere di far conoscere le motivazioni ai media? Almeno avesse speso qualche ora del suo "prezioso" tempo a convincere qualche delegato in più a votare per Milano nell'assegnazione dell'EXPO 2015! Questa è l'ennesima beffa del pauroso vuoto pneumatico prodotto dal Governo Prodi, che è stato e rimarrà nella memoria storica italiana come il becchino dell'unico governo di centrosinistra che doveva permettere il "salto di qualità". Ammazza che salto! Si, ma della quaglia, cioè dei vinti per incapacità. Che fine meschina di un governo che doveva durare cinque anni.