lunedì 24 maggio 2010

La marginalità della lingua italiana.

Oggi vogliamo parlare male di tutti i politici italiani che ci governano e che ci hanno governato. In principio fu la sinistra a governare e adesso è la destra a fare il bello e il cattivo tempo. Entrambi gli schieramenti hanno la stessa responsabilità, ma chi attualmente sta al governo ne ha di più, perché potrebbe fare ma non fa. Il fatto di cui ci interessiamo in questo post riguarda la marginalità della lingua italiana nel mondo e, fatto ancor più grave, l’assoluta assenza di qualunque progetto per trarla fuori da questo nulla linguistico nel mondo della comunicazione internazionale. In poche parole, appena si superano i confini nazionali, la nostra lingua è considerata un dialetto, da evitare. Chi va all’estero sa benissimo che atmosfera si respira. Negli alberghi, negli aeroporti, in internet, nei convegni internazionali, nelle pubblicazioni cosmopolite, nelle televisioni di tutto il mondo, la nostra lingua è totalmente assente e per nulla considerata. Non ha alcuno status di riconoscimento. Anzi, gli stranieri mostrano fastidio al solo cenno di chiedere perché in quel contesto manca l’italiano. Non esistono traduzioni, né sottotitoli, né spiegazioni in italiano in nessun caso, in nessun posto. In pratica guai a non conoscere una delle lingue veicolari, che in Europa non è solo l’inglese, ma sono anche il francese, lo spagnolo, il tedesco, il russo, il portoghese e persino il polacco, tutte meno l'italiano. Si rimane emarginati e ghettizzati nel proprio piccolo mondo italiano, mal visti da tutti, senza capire nulla di cosa accade intorno. Come mai? Com’è possibile che in Europa ci snobbano tutti? La responsabilità di questa marginalità della lingua italiana è un vecchio male dei nostri politici, che non hanno mai fatto gli interessi degli italiani in casa, figurarsi all’estero. Gli altri paesi fanno accordi internazionali fra lingue diverse, producono partnership fra lingue affini e diverse, si scambiano favori traducendosi a vicenda, firmano protocolli d’intesa per incrementare traduzioni, sostegno alla lingua partner, tutte cose assolutamente precluse all’italiano. Gli italiani, in questo campo, brillano per la loro assenza. La colpa dei nostri politici è invero doppia, perché sono stati latitanti nel difendere le prerogative della lingua italiana all’estero e perché hanno creato nel Bel Paese un sistema scolastico in cui gli studenti, nonostante i tredici anni di scuola primaria e secondaria frequentata, non sono in grado di comprendere e farsi capire in una lingua straniera. Perché? La ragione è duplice. In primo luogo l'incapacità degli insegnanti di lingua straniera e in secondo luogo l’insipienza, ovvero l'incompetenza e l'incapacità dei nostri politici di comprendere l’importanza della difesa e della promozione della lingua di Dante nel mondo. Due nomi su tutti spiccano per la loro incapacità: Silvio Berlusconi Presidente del Consiglio e Franco Frattini Ministro degli Esteri. Due uomini su tutti che hanno la responsabilità di avere confermato alla grande la marginalizzazione della lingua italiana all’estero. Complimenti ai due che invece di sviluppare, deprimono l’italiano nel mondo.

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