venerdì 21 maggio 2010

Tra diritto di cronaca e privacy degli imbroglioni “ci sta di mezzo il mare”.

Sulla questione relativa al disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche, che sta tanto a cuore al Presidente del Consiglio, onde evitare che i giornali pubblichino il resoconto degli imbrogli commessi dai tanti portaborse del suo partito, noi abbiamo finora taciuto perché abbiamo sempre sperato che il Sig. Berlusconi, capo del governo, non sarebbe mai arrivato a produrre una norma legislativa che ha il sapore di una vera e propria censura di stampa. Ma vediamo che non è così. I giornali e gli editori, ogni giorno, sono pieni di preoccupazioni su questo provvedimento e parlano di inaccettabili arresti di massa di giornalisti e di inammissibili e pesantissime multe agli editori che osassero pubblicare il contenuto delle intercettazioni. A questo proposito vogliamo essere netti e precisi. Qualunque testo che limitasse la libertà di pensiero e che favorisse il bavaglio alla stampa sugli imbrogli commessi da chicchessia sarebbe di stampo fascista. Il Sig. Berlusconi Silvio verrebbe in tal caso automaticamente etichettato, senza ambiguità alcuna, come fascista. Perché il limitare in qualunque maniera, forte o debole, la libertà di stampa e di espressione dei giornalisti non avrebbe altro nome che quello realizzato dal regime fascista nei lunghi anni che portarono il paese alla rovina. Altro che “modello Obama”. Per Berlusconi, il suo modello, sarebbe il “modello Mussolini”. Lo sappia.

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