giovedì 9 settembre 2004

Leader no-global e contestatori violenti: è tutta una questione “de sordi”.

In dialetto romano “i sordi” è una locuzione che può essere intesa sia nel senso di “denaro”, sia nel senso di coloro i quali hanno difficoltà a sentire, perché affetti da sordità. Noi diciamo che a Roma, all’ombra del Cupolone, c’è una particolare classe di individui che realizzano entrambi i significati. Si tratta dei cosiddetti no-global capitolini ovvero, come si compiacciono definirsi, i disobbedienti romani. Si tratta di un gruppo di persone che preferiscono le maniere energiche nella politica, cioè fanno politica con la forza e, spesso, anche con la violenza. Per esempio adoperano oggetti contundenti con i quali distruggono tutto quello che loro decidono appartenere al diavolo americano o capitalista. L’azione è sempre la stessa: assalti a sedi istituzionali, rottura di pompe di benzina e di bancomat, reati di resistenza aggravata e di associazione a delinquere, lesioni personali, violazioni di legge in tanti campi, ultimamente specializzati in delitti contro il patrimonio immobiliare, ecc…. Su un sito di loro proprietà affermano che: «non ci vergogniamo a dirlo: Nunzio parlamentare europeo avrebbe significato un bel gruzzolo di euro da poter utilizzare per il movimento, per pagare i costi di una politica […]. Con Nunzio nel parlamento europeo avremmo avuto una base logistica per la costruzione di reti di movimento, […] per dare impulso alla vocazione continentale del movimento». A nostro giudizio possiamo supporre che in realtà i no-global capitolini non volevano costruire “reti” di movimento, ma … “reati” di movimento come hanno fatto tante altre volte. Fortunatamente per noi il consigliere comunale romano di cui si parla, non è stato eletto parlamentare europeo. Meno male. Altrimenti avremmo avuto non più solo violenze romane, ma anche europee.

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