Alla radio, questa mattina, abbiamo ascoltato il Presidente del Senato Marcello Pera che ha presentato il suo punto di vista sulla questione relativa al rapporto tra cultura, politica ed etica agli inizi del terzo millennio. In realtà il tema toccava alcuni aspetti della crisi odierna della società contemporanea alla luce del terrorismo di matrice islamica, che molto riduttivamente potrebbe essere sintetizzato dal seguente titolo: “Il multiculturalismo è sbagliato''. A noi l’intervento, pacato e riflessivo, ci è piaciuto. Tra le tante cose, Marcello Pera ha detto che “insieme al nazionalismo, il multiculturalismo ha provocato incomunicabilità e conflitti, e i fondamentalisti vogliono abbattere la nostra civiltà'' . Ultima nota degna di essere ricordata, la questione che “l'Europa ha risposto al fenomeno dell'immigrazione con due modelli sbagliati: il multiculturalismo e il modello nazionalista e giacobino”. Certo alcune piccole provocazioni il Presidente del Senato avrebbe potuto risparmiarcele, soprattutto laddove ha inserito il ruolo della Chiesa cattolica e il rapporto con la religione nel cosiddetto sociale. Ma nel complesso ci è sembrato un intervento indovinato, propositivo sul quale ci piacerebbe ascoltare il punto di vista opposto per ragionare un po’. Ma veniamo al tema in esame. Il Presidente del Senato è stato chiaro, semplice e profondo. Ci sembrano questi i tratti più caratteristici della sua analisi. Ha presentato il suo punto di vista come era giusto che venisse presentato: parlando di fatti, di contenuti e di idee che non ammettono ambiguità, che impongono una risposta del tipo sono d’accordo, oppure non sono d’accordo. Ci piacerebbe tanto trovare un interlocutore del centrosinistra, avversario politico di Marcello Pera che è di centrodestra, che proponesse l’altra tesi, in modo altrettanto chiara e semplice. Pensiamo che, al di là degli schieramenti e delle ideologie, il panorama politico ne trarrebbe giovamento. Cosa ha detto di così degno di attenzione il Presidente del Senato? Poche ma importanti cose.
Primo. La nostra identità è giudaico-cristiana. Dunque, la domanda che ci si pone è :«la nostra identità è giudaico-cristiana, si o no»? Secondo. E se è giudaico-cristiana è anche universale, si o no? Terzo. E in tal caso, riconosce o no, il fatto che la dignità dell’uomo deve venire prima della legge degli Stati e quindi valere per tutti, si o no? Quarto. Questa identità dà ospitalità a tutti, cristiani, musulmani, ebrei e mistici orientali, si o no? Quinto. E se si, mette gli stessi principi e valori a disposizione di tutti senza discriminazioni, si o no? Ecco il che cosa del filosofo Presidente del Senato. Ci piacerebbe sapere come potrebbe venire sviluppata la tesi opposta, che è quella che viene chiamata del multi-inter-culturalismo. Questa tesi dovrebbe dire l’opposto della precedente. Dovrebbe cioè dire che la nostra identità di europei non è giudaico-cristiana ma …. Cosa dovrebbe essere detto al posto dei puntini di sospensione? Forse che non ne abbiamo una? O forse che si tratta di una identità differente da quella che proviene dal cristianesimo e dall’ebraismo? E se si, quale di grazia? E se fosse così, cioè se fosse dichiarato che la nostra identità di europei e occidentali, non è quella che ha fatto seguito al pensiero di derivazione greco-franco-anglo-tedesco, che non si richiama ai valori della rivoluzione scientifica effettuata dalla scienza moderna e dalla filosofia occidentale, questa identità incognita che caratteri ha? Forse ha i caratteri dell’identità islamico-musulmana o orientale-buddista, oppure ha i caratteri neutri dell’universalità trans-razziale-religiosa? Ma ammettiamo per un istante che la nostra identità non fosse ebraico-cristiana. Questo vorrebbe dire che o non esistono identità o che ne esiste un’altra in sua sostituzione. Nel primo caso allora qualunque segno religioso, culturale non avrebbe senso. Il che è una sciocchezza bella e buona perché tutti i popoli della terra fanno a gara a esaltare le proprie tradizioni religiose, culturali e storiche. Dunque, non ci rimane che l’altra possibilità, che cioè la nostra identità c’è e riguarda l’intero genere umano. Tutti siamo uguali, come in una comune di mormoni, e nulla ci divide. Non ci dividono le idee e i valori sulla democrazia perché secondo questa tesi tutto il mondo sarebbe democratico e accettabile così come esso appare ai nostri giorni. Dunque, secondo questa tesi, in Arabia Saudita o in Iran ci sarebbe democrazia, vero? I terroristi e il fondamentalismo islamico, i dittatori, le suore missionarie della Carità di Suor Teresa di Calcutta, tutti sarebbero uguali, posti sullo stesso piano, vero? Noi non siamo di questo avviso. A nostro parere c’è differenza, e come! Tra le tante visioni che emergono dall’intero pianeta alcune sono sbagliatissime e dannose. Quella del multiculturalismo è una grossa baggianata. Andreste a prendere un caffè al bar con Osama Bin Laden visto che tutti siamo uguali? Noi no!
domenica 18 dicembre 2005
Identità e valori: verità o provocazione?
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