martedì 13 marzo 2007


L'ATAC non può non mantenere le promesse.

Agli inizi del 2006 l'ATAC ha ufficialmente annunciato che fra le 600 pensiline in installazione alle fermate degli autobus di tutta Roma vi era anche quella di Viale Londra dove, com’è noto, stazionano i capilinea di ben tre autobus differenti (764-767-769). L'11 marzo 2007, a un anno di distanza, si viene a sapere da una semplice nota giornalistica sul Corriere della Sera che la tanto attesa e sospirata pensilina non si farà più. Questi i fatti. Passiamo adesso alle opinioni.
Stupisce che l'ATAC liquidi la questione con una semplice e sbrigativa risposta. Dimenticando di essere una società di servizi la cui mission è quella di fornire risposte positive e non negative alle legittime attese della cittadinanza romana l'ATAC risponde dicendo che il marciapiede sul quale dovrebbe essere posta la pensilina è stretto e si trova a ridosso di un cavalcavia. Si ricorda che sul Viale Londra gravitano più di mille appartamenti con una popolazione media residente di circa 4000 persone, molte delle quali attendono i mezzi senza alcun riparo durante le intemperie. La giustificazione data dall’Azienda dei trasporti è tipica di un modo di rispondere quando non si vuole risolvere un problema e non si desidera mantenere una promessa. Si scaricano le proprie responsabilità adducendo motivi di carattere tecnico. Stupisce ancor di più che tecnici, dirigenti e funzionari di una società di servizi di dimensione nazionale, ricca di competenze e formazione professionale, non abbia pensato ad alternative praticabili in modo semplice e tecnicamente corrette. Possibile che uno staff tecnico liquidi in modo così superficiale e sbrigativo, con pessima professionalità, una richiesta che riguarda migliaia di utenti che gravitano su quella strada con risposte inaccettabili e al limite provocatorie? E ancor più stupefacente sembra essere l'ipocrisia della risposta nella quale si dice che: "[...] richiederemo al Municipio competente, l'XI, un approfondimento congiunto per la definitiva decisione in merito". Ovvero la questione viene seppellita per sempre.
Se le cose stanno così e se il livello di insensibilità ha raggiunto forme di inaccettabile presunzione, vuol dire che il Comitato di Viale Londra interesserà i vertici aziendali per altre vie, ricorrendo a forme di protesta che interessino il Sindaco e la Giunta capitolina. E’ intollerabile che ci sia una chiusura così preconcetta alla decisione formalmente presa in precedenza. Non è possibile che nel 2007, per alcuni dettagli tecnici facilmente superabili, si diano risposte così clamorosamente inadeguate con la natura di servizio pubblico dell’Azienda.

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