lunedì 18 agosto 2008

Due pesi e due misure tutte le volte che c'è di mezzo il calcio.

Non è possibile passare sotto silenzio l'ennesima perla che riguarda il calcio e i giocatori che con questo sport fanno soldi a palate. Considerati non a torto dei privilegiati ieri l'altro queste veline dello spettacolo hanno mostrato per intero quanto valgono sul piano etico e morale. Un brutto e squallido episodio avvenuto al rientro degli atleti da Pechino e diretti in Italia è dunque il tema del commento di oggi. Si scopre che sull'aereo del ritorno, mentre le vincitrici delle poche medaglie d'oro, d'argento e di bronzo della scherma avevano il biglietto di classe economica i "fighetti" del calcio avevano i costosi biglietti di classe business. Come dire che chi vince viaggia in seconda, mentre chi perde e in malo modo viaggia in prima. Definire odioso questo comportamento dei vertici della federazione calcio è poco. L'aggettivo più adeguato è squallido, ma anche vergognoso non è male. Dovrebbero provare vergogna coloro i quali fanno queste odiose discriminazioni tra atleti che gareggiano alle olimpiadi con lo stesso colore delle maglie. La regola dovrebbe essere: tutti uguali e niente privilegi a nessuno. Invece, come al solito, le disparità sono la regola quando sono interessate le "veline" del calcio. Ma la vergogna maggiore dovrebbero provarla i vertici della fgci che non sanno assolutamente nulla in cosa consista lo spirito olimpico. Loro si interessano solo al colore delle banconote. Il resto non li interessa.

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