sabato 16 agosto 2008

L’amaro frutto di una scelta sbagliata.

Noi lo avevamo previsto. Avevamo detto che l’UE stava sbagliando. E così è stato. I fatti ci stanno dando ragione. Puntuale, ecco la conferma dell’errore. L’analisi è impietosa. Questi i fatti. Circa sei mesi fa gli indipendentisti del Kossovo, con la complicità degli USA, convincono i vertici di Bruxelles di forzare i tempi e compiere un vero e proprio colpo di mano ai danni della Serbia. Indicono un finto referendum nella regione secessionista di religione musulmana e si autoproclamano nazione, contravvenendo a uno dei paradigmi fondamentali delle Nazioni Unite, che afferma la inviolabilità dei confini degli Stati. Tutte le capitali europee fanno a gara a riconoscere, con credenziali diplomatiche ufficiali, il nuovo Stato, creando un pericoloso precedente. Noi avevamo paventato le conseguenze di questo inopportuno e imprudente modo di operare che creava un irresponsabile precedente. Adesso, in Georgia è in atto la risposta russa allo stolto progetto secessionista kosovaro. La Russia di Putin, irritata dai comportamenti provocatori della Georgia, che è sempre stata sostenuta dagli USA, invade l’Ossezia e sta ripetendo, in modo speculare, i comportamenti messi in atto in precedenza dai kosovari nei confronti della Serbia. Dunque, il pericoloso precedente sta diventando prassi, con la responsabilità (o irresponsabilità) di una politica estera statunitense mai come in questi casi sbagliata e malfatta. Qui si rischia di scadere nella legge della giungla. Chiunque può invadere il vicino e con un frettoloso referendum proclamare la secessione di una parte del paese. Veramente stolti tutti coloro che hanno permesso questo pessimo modo di intendere la dialettica del confronto tra Stati. Complimenti a UE e USA. Peggio di così non potevano fare.

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