Italia brutto paese. Italiani pessima gente. Basta guardare cosa fanno, come vivono e come operano i nostri politici (di destra, di centro o di sinistra non fa differenza alcuna) e si ha uno specchio fedele di com’è l’Italia oggi: un insulto a qualunque forma di etica e di morale. Insistiamo su un semplice concetto: i nostri politici sono stolti e dissennati perché non guardano all’interesse del paese ma si fanno i dispetti l’un contro l’altro alla stessa maniera. Perché? Perché sono vuoti e immorali. Renato Rosso, l’imprenditore veneto teorico del “be stupid”, cioè dell’essere stupido non come difetto ma come coraggio a fare le cose contrarie al conformismo depravato e vizioso diffuso uniformemente sull’intera superficie del paese da nord a sud, dice: “Guardiamo i nostri politici. Ognuno pensa solo a scaldare la sedia. Guardiamo il Governo e l’opposizione: possibile che uno faccia una cosa e l’altro sappia solo urlargli contro? Mai uno che porti avanti un’idea e l’altro lo critichi, proponendo però una soluzione alternativa. Siamo in mano a persone che non sanno neppure cos’è la tecnologia e pretendono di fare leggi per i nostri figli”. Renato Rosso, a nostro parere, ha colto nel segno. Ha detto in poche parole, apparentemente semplici, una grande verità: abbiamo dei politici che non meritiamo perché non riescono a capire che il bene del paese è superiore a qualunque polemica sterile e inutile di contrapposizione partitica e a qualsivoglia interesse particolare. Non la vogliono proprio capire! I nostri parlamentari sono degli abusivi che hanno approfittato di un espediente immorale (la legge elettorale voluta da Silvio Berlusconi con la quale il Capo di un partito nomina a suo piacimento i membri del Parlamento) per mostrare al loro Capo come sono bravi ad ubbidire agli ordini di scuderia. Vi ricordate lo spettacolo indecente delle dimissioni del Governo Prodi e l’eccitazione dei parlamentari del centrodestra, con deputati che stappavano bottiglie di spumante e altri che mangiavano fette di mortadella? Una cosa mai vista. Abbiamo un Presidente del Consiglio che in un altro paese lo avrebbero fatto dimettere velocemente per la sua mancanza di etica e di moralità. Un pluridivorziato che si porta a letto delle squallide veline che ha il coraggio spudorato di professarsi cattolico, il cui massimo desiderio è di essere considerato dalle gerarchie cattoliche un amico e un benefattore, peraltro riuscendovi pienamente. Abbiamo un’opposizione che fa finta di fare opposizione, mentre in effetti vegeta con indifferenza nel mondo della politica virtuale. Un’opposizione che nel tempo si è talmente dequalificata da creare equivoci e sorpresa tra i suoi stessi sostenitori in modo tale che qualunque cosa faccia, anche intelligente, la fa sembrare stupida. In poche parole non fa opposizione seria e credibile e, soprattutto, su leggi importanti per il paese non collabora mai con il Governo. Non parliamo poi di coloro che credono di essere gli intellettuali del paese. Sono tutti impegnati o a fare carriera (e soldi), oppure a collezionare condoni, sanatorie e amnistie per i troppi reati fiscali che hanno commesso in anni di vacche grasse. Insomma, ci troviamo davanti una società marcia, immorale, che predica l’apparire piuttosto che il fare concreto, senza orizzonti etici e valoriali, che ha deciso di vivere all’insegna dell’indifferenza nei confronti dei più deboli e nell’egoismo nei confronti di chi ha veramente bisogno, esasperando l’ingiustizia che è il vero credo di chi governa e amministra attualmente la cosa pubblica. Tutte queste mezze figure di politici di oggi hanno un solo motto: “rubare è peccato ma non quando rubo io”. E’ il fallimento collettivo di una società e di una chiesa cattolica che a parole hanno sempre detto che erano disponibili a fare sacrifici per valori cristiani e religiosi salvo poi il fatto che appena escono dalle messe della domenica continuano sempre a fare mercimonio. E poi si dichiarano tutti uomini di fede, seguaci di Gesù Cristo, con un forte senso dell’attaccamento alle cosiddette radici giudaico-cristiane. Alla faccia dell’ipocrisia. Non se ne salva neanche uno.
venerdì 12 febbraio 2010
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