mercoledì 10 febbraio 2010

Statistiche bugiarde e prese in giro.

Le provocazioni non ci sono mai piaciute. Soprattutto quando fanno apparire il meglio di ciò che non si ha, nascondendo il peggio di cui si è. Questa dichiarazione è valida sempre. Nel nostro caso la vogliamo applicare agli amministratori regionali delle due regioni più a Sud d’Italia: Sicilia e Calabria. Noi non abbiamo nulla contro la gente di queste due belle regioni. Anzi. Per alcuni aspetti ci sono più simpatiche di quelle del profondo nord. Ma all’apparire di una statistica da “furbetti del quartierino” ci siamo sentiti beffati e derisi. Questo è il motivo per cui scriviamo questo articolo, che ha il solo scopo di smascherare i furbacchioni che amministrano le due regioni meridionali con politici di sinistra e di destra. Perché di questo si tratta e non di altro. Il vizietto di considerarsi scaltri gli italiani ce l’hanno tutti nel sangue ma vi sono alcuni politici regionali che si sentono più furbi degli altri. Ecco il fatto. Da un’analisi della Ragioneria Generale dello Stato è emerso “un quadro sconcertante” a proposito delle spese che le Regioni effettuano ogni anno nei vari capitoli di spesa. La cosa apparentemente strana è che le due regioni della Sicilia e della Calabria appaiono quelle che in Italia investono di più nella sanità e nella scuola. A momenti neanche la Svezia investe tanto. Nella Sanità, per esempio, in testa alla lista della spesa c'è la Sicilia, con 439 euro procapite, mentre nel settore scolastico un bambino alle elementari in Calabria costa 394 euro battendo in modo clamoroso tutti gli altri. Se non ci fossero sotto i garbugli dei politici locali dovremmo gridare ai miracoli di Santa Rosalia e di San Giorgio Megalomartire messi insieme. Ma a quanto pare queste statistiche vengono confutate facilmente e in modo palese dalla realtà. Basti pensare allo stato pietoso in cui versano gli ospedali in Sicilia, che fanno vergognare l’intero genere umano, per non parlare della qualità del sistema scolastico in Calabria, che peggio di come è messo non potrebbe. Se qualcuno è scettico può fare una cosa semplicissima. Se ha qualche malattia che necessita di un intervento chirurgico vada a farsi operare in un ospedale della Sicilia e potrà vedere di persona come sarà trattato. Noi per un infelice caso del destino lo abbiamo fatto e vi garantisco che si esce traumatizzati da un’esperienza che dire drammatica è poco. Se non dovesse bastare, il consiglio è di andare a sfogliare i quotidiani dell’isola e contare il numero dei decessi contestati ai medici ospedalieri avvenuti negli ultimi anni negli ospedali siciliani. Per quanto riguarda poi la Calabria è noto che è una delle peggiori regioni dal punto di vista dei risultati ottenuti con il test nazionale Pisa, per non parlare poi della dequalificazione dei curricoli liceali, laddove le scuole calabresi battono il record nazionale dei massimi punteggi gonfiati dati ai candidati che hanno superato gli esami di Stato. Roba da Guinness dei primati. Come stanno veramente le cose? Semplice. A fronte di statistiche truccate ci sono un sistema sanitario e scolastico che fanno pietà. Tuttavia, con piccoli artifici - tipo l’allargamento indiscriminato della base degli occupati dequalificati - si riesce a far guadagnare stipendi e pensioni immeritati agli amici degli amici con la piena soddisfazione dei vertici regionali. Ci viene in mente la dichiarazione di quel produttore siciliano di arance che aveva trovato la maniera, a suo dire, di “fregare” gli importatori tedeschi perché nella parte superiore dei carri merci distribuiva uno strato superficiale di arance buone mettendo sotto la maggior parte di arance guaste. E per giunta si vantava della truffa chiamandola furbata. Peccato che appena i tedeschi scopersero il trucco non acquistarono più una sola arancia dalla Sicilia rivolgendosi per sempre da quel momento al mercato spagnolo. Uno stolto che si intendeva scaltro ma che ha danneggiato in primo luogo l’immagine e in secondo luogo l’economia dell’intera regione. Il grave tuttavia non è tanto il fatto in sé, quanto piuttosto l’inerzia e l’indifferenza degli organi politici regionali che invece di denunciare il furbetto lo hanno elogiato come uno che “ci sapeva fare”. Te capì?

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