mercoledì 20 gennaio 2010

La scuola italiana: non sa insegnare neanche l’italiano.

Che ci sta a fare? Perché la scuola italiana paga i professori se poi non insegna quasi nulla? Per quale ragione gli studenti non sanno scrivere, sono senza idee, commettono una percentuale inaccettabile di errori di ortografia e scrivono periodi senza senso? Queste sono alcune delle domande che ci poniamo nel momento in cui un’indagine dell’Invalsi, l’ente di ricerca preposto a controllare la produttività dell’insegnamento-apprendimento della scuola italiana, evidenzia l’incredibile e inaccettabile bassissimo livello di apprendimento degli studenti della nostra scuola. Dunque? Che vogliamo fare? A noi interessa denunciare questa smisurata sconcezza che ha certamente dei responsabili. Chi sono e perché hanno prodotto questo disastro? Nel calderone delle responsabilità ci sono tutti, ma proprio tutti. Ecco l’elenco. In primo luogo i politici e le autorità di governo. Si parte dai disastri “progettuali” della sinistra e si arriva alle catastrofi delle “pianificazioni formative” del centrodestra. Per concretezza partiamo dalla caduta del muro. Anno 1990. Abbiamo il primo blocco cattolico-democristiano di incapaci-inesperti. Sono gli inetti, ovvero i Signori Gerardo Bianco, Riccardo Misasi, Rosa Russo Iervolino e Francesco D’Onofrio. Un gruppo di politici tromboni che non hanno fatto assolutamente nulla di serio nei quattro anni che sono stati sulla poltrona del Palazzo di Viale Trastevere a Roma. Persino il Quartetto Cetra avrebbe fatto meglio di loro. Poi inizia il gruppo peggiore, con quei ministri ex-comunisti o assimilati che si chiamano Luigi Berlinguer e Tullio De Mauro. Pensate che quest’ultimo, famoso linguista della cricca di sinistra della rossa Università La Sapienza di Roma, non aveva assolutamente idea di quanto guadagnassero i docenti della scuola media. Altri cinque anni sprecati in cui, con metodo e “scientificità galileiana”, si sono poste le basi per il successivo cataclisma educativo e formativo della scuola italiana. Ma non è finita, perché inizia l’ultimo periodo di demolizione di quel poco di buono che era rimasto a causa del “trionfo del nulla” avvenuto per mano delle due berlusconiane di ferro Letizia Moratti e Mariastella Gelmini. Tutti i ministri della P.I. che si sono succeduti dalla caduta del muro di Berlino ad oggi sono responsabili alla pari del disastro della scuola italiana. Naturalmente la responsabilità politica va ad entrambi gli schieramenti presenti in Parlamento: sinistra e destra. Da una parte la sinistra dalemiana e prodiana (compresa la scheggia impazzita degli ignoranti in malafede dell’estrema sinistra) e dall’altra Mister Mediaset, ovvero alla “cicala oppiacea” Silvio Berlusconi. Ma oltre a questo gruppo di pessimi italiani, di cui bisognerebbe vergognarsi di condividere la cittadinanza, ci sono ancora altri responsabili. Essi sono: tutti i Presidi delle scuole e almeno il 75% del corpo insegnante e non insegnante, bidelli compresi. Ometto di classificare come corresponsabili i Dirigenti superburocrati del Ministero della P.I. perché non vale la pena prendersela con delle “prime donne” che hanno avuto come unico pensiero quello di servire in modo servile i ministri nominati sopra. In pratica c’è stato un gigantesco complotto di tutti per far fuori una delle poche istituzioni statali che aveva funzionato abbastanza bene nei venti anni circa che vanno dal 1950 al 1970. Ma a quei tempi era facile che tutto funzionasse bene. Erano “altri” tempi. Con il ’68, con il pansindacalismo della Triplice sindacale degli anni ’70 e con l’inciucio tra DC e PCI che portò alla politica della “solidarietà nazionale”, in cui si spartirono posti di governo e nomine in enti statali e parastatali, RAI compresa, si crearono le premesse per distruggere la scuola italiana. Adesso abbiamo studenti che si diplomano alla nuova maturità che non sanno “leggere, scrivere e far di conto”. Ma ciò che è più preoccupante questi studenti non hanno per niente padronanza della lingua e delle capacità espressive dopo ben 13 anni di studi. Denari e tempo sprecati per conseguire al massimo la mediocrità! Ma vi rendete conto dove siamo arrivati? I veri responsabili? La maggioranza degli italiani che con il loro voto ha mandato in Parlamento la gentaglia che ci ritroviamo ogni giorno sui giornali e che pensa come fare soldi per se stesso e per la propria famiglia. Di loro si parla più per gli scandali e per gli imbrogli che fanno che per i risultati conseguiti con il loro lavoro nella politica. Ce lo meritiamo. Tant’è che nessuno protesta. Sull'attico delle quattro facciate del Palazzo della Civiltà e del Lavoro di Roma all'Eur c'è scritto: « VN POPOLO DI POETI DI ARTISTI DI EROI DI SANTI DI PENSATORI DI SCIENZIATI DI NAVIGATORI DI TRASMIGRATORI». Hanno dimenticato di aggiungere: DI LADRI DI IMBROGLIONI E DI FURBETTI DEL QUARTIERINO. La dimenticanza è voluta. Te capì?

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