domenica 21 febbraio 2010

E adesso Emanuele Filiberto come Papa Woityla: Santo subito.

Il festival di Sanremo l’ha vinto Emanuele Filiberto di Savoia. Il giovane Valerio Scanu ci perdoni se non lo riconosciamo vincitore ma il Principe ha la precedenza. Ci interessa riconoscere che a vincere il primo posto, pardon, il secondo, sono stati gli SMS, ovvero la goduria dei fan festaioli italiani dal dito veloce, dei puponi furbacchioni, che con un po’ di soldini messi in gioco sapientemente hanno fatto vincere il trio nazional-popolare della canzone italiana. Adesso, siamo sicuri di interpretare i desideri di S.A.R. il Principe Emanuele Filiberto, dicendo che è necessario ridare agli italiani il giusto riconoscimento. E cioè, che è necessario cambiare l’inno di Mameli con il motivetto del Principe “Italia, amore mio”. A parere del rappresentante della Real Casa Savoia, nella sua canzone c’è molto di più dell’astruso e sempre ostico “Fratelli d’Italia”. C’è l’amore del Principe per il Suo paese, c’è il gusto nazionale e popolare di Pupo e dei suoi pacchi di soldi messi in gioco, e c’è infine anche la ciliegina sulla torta della lirica alla Pavarotti che non guasta. Che cosa si vuole di più? Ebbene, noi ci permettiamo di fare una proposta: perché non si fa un referendum, a colpi di SMS naturalmente, del tipo SI o NO a “Italia, amore mio” come nuovo Inno d’Italia? Siamo sicuri che avremmo l’approvazione del giovane Savoia. Daremmo così l’opportunità al discendente dell’ultimo Re d’Italia di avere la rivincita sull’altro referendum, quello perduto nel 1945 dal nonno Umberto, su Monarchia o Repubblica. Rimetteremmo le cose a posto e vivremmo tutti più felici. Chissà, forse l’orchestra di Sanremo farebbe rientrare la protesta raccogliendo gli spartiti appallottolati e buttati per protesta sul pavimento del teatro di Sanremo. In questi casi conviene Ludere non laedere.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissimo Zeno,
non capisco questo accanimento mediatico nei confronti di Emanuele Filiberto di Savoia. Da danzatore stimato nel programma della Carlucci, (più per la sua galanteria, che per la sua bravura a dire il vero),ad oggetto di fischi (ridicoli e da stadio, in una platea teatrale)
solo per il fatto di aver cantato una canzone sull'Italia. Premettendo che nè le colpe nè i meriti si trasmettono di padre in figlio, e ricordando la sciagurata legittimazione del governo fascista da parte di Vittorio Emanuele terzo, perchè allora non apprezzare o applaudire il principino per la tanto e beneamata e oggi rivendicatissima laicità, conquistata anche grazie ai Savoia.
Ovviamente non sarebbe giusto, come non è giusto imputare ad una persona onesta e garbata come Emanuele Filiberto,ciò di cui non è responsabile.
La ringrazio.

Zeno ha detto...

Caro Anonimo,
spero proprio che Lei non abbia confuso l’accanimento mediatico nei confronti di Emanuele Filiberto con la mia cortese ironia sulla performance del Principino. Non ho visto il programma televisivo a cui Lei si riferisce, né ho partecipato ad alcuna contestazione in una qualsivoglia platea teatrale. Con certezza le mie frequentazioni non prevedono né gli stadi di calcio che ho sempre considerato non certo il luogo ideale in cui portare moglie e figli, né i teatri televisivi nei quali si effettuano manifestazioni canore o danze esibizionistiche con le veline di turno. Lascio alla classe politica berlusconiana queste frequentazioni. Di solito l’unico stadio sportivo che frequento (raramente) è quello di rugby dove accanto alla forza fisica dei giocatori c’è anche il rispetto dell’avversario, atteggiamento - ne converrà - sconosciuto nel mondo dell’italico sport del calcio. Per quanto riguarda poi le platee teatrali, si dà il caso che le sole platee che io frequento sono quelle in cui si fa teatro nel vero senso della parola e non teatrino televisivo con veline più o meno scosciate. Il problema è un altro! È notorio che il palco dell’Ariston ha accolto sempre cantanti dotati di grandi capacità canore e secondo la tradizione musicale tale deve rimanere. Faremmo un grande torto ai predecessori se permettessimo a tutti i personaggi più o meno nobili dello spettacolo di prendere parte anche se sprovvisti delle tonalità minime di canto, necessarie per affrontare anche il testo più semplice! Quindi, nulla da eccepire circa i modi e la classe del Principe che, indubbiamente, conquistano tutti, ma, prevedere un pubblico in delirio applaudire uno sprovveduto che ha recitato un testo perché incapace di cantare, mi sembra eccessivo. Anche lei avrà avuto modo di apprezzare la partecipazione di altri cantanti che avrebbero meritato ben altra sorte, anziché, essere scartati con il giusto disappunto della platea, critici e di molti telespettatori. Comprendo a pieno il disappunto della platea, mentre, concordo con lei nel dire che i modi del Principe sono stati garbati. Insegnamento per la prossima volta: lasciamo le canzoni ai cantanti e ai principi diamo il suggerimento di partecipare alla Corrida, ovvero al programma per eccellenza dei dilettanti allo sbaraglio.

Anonimo ha detto...

Caro Zeno,
non intendevo assolutamente inserirla tra coloro che sostengono maleducatamente una sterile polemica
contro il principe Emanuele,nè a maggior ragione considerarla frequentatore abituale di luoghi sensibili alle manifestazioni di violenza. Ritornando al suo discorso in effetti la presenza del principe potrebbe considerarsi inappropriata, anche se non fuori luogo, considerata la qualità media della musica degli ultimi festival....anche perchè è da ricordare che il Festival è sì certamente una gara canora, ma molto più oggi spettacolo televisivo, anche perchè non vi partecipa l'elite della musica italiana (da Battiato a Vasco Rossi)

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