lunedì 17 settembre 2012

Abbuffate e lazialità.


L'ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, Franco Fiorito, già soprannominato "bancomat" per la sua capacità di spendere in modo immorale denaro pubblico, è indagato dalla Procura di Roma per il reato di peculato. Ha già confessato i suoi principali imbrogli effettuati con il denaro pubblico dello Stato. Cosa viene fuori dalle indagini? Che la classe politica regionale del Lazio, principalmente nella sua componente berlusconiana ma anche nel resto, è semplicemente stomachevole. Stomachevole qui è da intendere nel doppio significato di disgustoso e di uso smodato dello stomaco, per la quantità di cibo “a sbafo” ingurgitato nei ristoranti laziali (si parla di decine di rimborsi, ognuno dei quali di migliaia di euro relativi a pranzi a base di quantità enormi di ostriche ingurgitate nei ristoranti). Alla Regione Lazio, vero centro del potere politico laziale, circolano maneggioni, faccendieri, spendaccioni di denaro pubblico e, adesso, anche mangiatori smodati e ingordi di pranzi “a sbafo”. Si tratta della più pezzente delle possibili politiche di interesse personale della Casta regionale. Quali le cause? Noi abbiamo la nostra ipotesi. La sostanziale correità dell'intera cittadinanza, attiva e passiva che rifiuta il controllo della legalità ed evita di dare un giudizio morale. Al massimo dice che sono dei "furbetti del quartierino". Alla base delle distorsioni di civiltà e di legalità di questa regione c'è nel migliore dei casi l'indifferenza del cittadino alla criminalità politica e, nel peggiore, la collaborazione col reo per il semplice motivo che giustifica le sconcezze in quanto anche lui aspira a farle. In un paese civile, a quest'ora, sarebbe saltato tutto il Consiglio regionale, con dimissioni e nuove elezioni con candidati puliti e onesti. Qui invece, in questo magma di illegalità, c'è veramente poco da sperare.

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