lunedì 10 marzo 2008

Il Pdl, ovvero la casa di Ciarrasconi o di Berlupico?

Giuseppe Ciarrapico, candidato al Senato per il Pdl, dice che lui sta con Silvio Berlusconi ma non ha mai rinnegato il fascismo. Poi si corregge e afferma che la sua è una posizione coerente con la Costituzione repubblicana. Se questo non è il circo di Barnum (Phineas Tylor Barnum), diteci, cos’è il Pdl di Berlusconi che fa convivere repubblica e fascismo; fondamentalismo cattolico e laicità; leghismo e unità del paese; federalismo e centralismo berlusconiano; ebraismo e cristianesimo; milanesità e romanità; camicie azzurre e nere; brambillismo e mussolinità; il noi della Casa delle libertà e l'io io di Berlusconi, e chi più ne ha più ne metta. Ammazzate! che coerenza ha il Silvio nazionale. Non è che alla fine chi troppo vuole ... nulla stringe?

domenica 9 marzo 2008

Prodi chiude con la politica italiana.


Prodi lascia la politica. Dice che "Il mondo è pieno di occasioni e doveri". Non lo mettiamo in dubbio. Ma perché queste occasioni non le ha trovate prima? Sicuramente ci avrebbe privato di alcune pessime leggi fatte approvare dal suo ultimo Esecutivo, come quella dell'indulto, quella dell'eliminazione del gradone pensionistico, del supercontratto agli insegnanti senza alcuna contropartita, ed altre ancora. Il suo fallimento? Il tentativo di sintesi fra comunismo e cattolicesimo. Una cosa da '68. Ma lui non è stato quello che diceva: "Dureremo cinque anni"? Era un dovere mollare prima e non lo ha fatto. Adesso è troppo tardi.

giovedì 6 marzo 2008

L’On. Mastella rinuncia a presentarsi alle elezioni.


Il Ministro della Giustizia, On. Mastella ha dichiarato che non si candiderà alle prossime elezioni. Questa la notizia e adesso passiamo alle opinioni. Confessiamo di avere delle opinioni molto brutali e passionali su questo Individuo, che noi consideriamo uno dei principali affossatori dell'ultima legislatura politica e del destino dell'ultimo governo. E non solo. Lui dichiara di essere vittima di una “manipolata disiformazione e di una scientifica operazione di linciaggio morale”. Meno male che si è accorto che qualcuno su di lui aveva qualche serio dubbio. Certo, di dubbi ce l’ha la magistratura che lo sta indagando per una serie di gravi reati. Ma ce li abbiamo anche noi che abbiamo capito chi è 'o Ministro di Ceppaloni. Si tratta di un trasformista di bassa lega che ha lucrato per anni nel gioco di Palazzo facendo il ballerino delle coalizioni: una volta con Berlusconi, una volta con Prodi, e poi di nuovo con Prodi e l'altra con Berlusconi. Ma l'ultima volta, cioè ieri, Berlusconi non l'ha voluto perchè dice che i suoi sondaggi hanno appurato che gli avrebbe fatto perdere 12 punti. Che vergogna! Il nostro giudizio su di lui è pesantissimo. Questo Signore, che ancora pensa democristiano come trenta anni fa, che dice a chiare lettere che il suo impegno in politica si esplicita nel “sistemare” i suoi amici e paesani è un individuo che merita di essere disprezzato e tenuto in nessun conto perché riassume dentro di se tutti i difetti dell’uomo politico meridionale. Con la sua vergognosa e puzzolente opera politico-ricattatoria ha fatto approvare l’indulto in Parlamento con il quale ha aiutato i delinquenti e i lestofanti già condannati a uscire dalle carceri e ai soggetti sotto processo a farla franca. Cosa pensare di un individuo del genere? L’intero paese lo considera un uomo nero da cui liberarsi perché ha fatto cadere il governo Prodi colpendolo alle spalle con il classico e vigliacco colpo alle spalle. Noi che siamo sempre stati critici con il Sig. Prodi riconosciamo tuttavia che non meritava di cadere per colpa di un volgare mercante di poltrone. Adesso, Clemente Mastella, respinto dal raggruppamento di centrodestra e di centro, nonché vilipeso dai suoi stessi ex-compagni di cordata, raccoglie ciò che ha seminato: il pubblico ludibrio. In lombardo, il giudizio su di lui è breve ed efficace: ma vada via ....

mercoledì 5 marzo 2008

Veltroni e Berlusconi fax-simili?


L'attuale campagna elettorale sta diventando sempre di più il teatro dei colpi di testa. Non abbiamo capito, però, se a prendere colpi sono i due supercandidati Silvio e Walter (Casini li chiama Veltrusconi) oppure siamo noi, poveri cittadini, che ogni giorno che passa vediamo giocare i due supercontendenti alla minaccia di nuove elezioni se uno dei due non prenderà la maggioranza dei voti. "Se la maggioranza al Senato non sarà ampia andremo di nuovo alle elezioni" dice Berlusconi. Gli fa eco Veltroni che risponde: "se non avremo una maggioranza forte si dovranno fare prima le riforme e subito dopo di nuovo al voto". Dunque, i due supergigolò della politica italiana giocano alle elezioni. Ci hanno preso gusto e non vogliono mollare il giochino dell'attenzione mediatica sulle loro figure. E intanto il paese va a rotoli. La gente continua a non riuscire ad arrivare a fine mese, le famiglie monoreddito con figli hanno avuto il contentino di sgravi fiscali per non più di vergognosi 10 euro mensili, la spazzatura continua ad aumentare implacabilmente nella città del Vesuvio, gli operai continuano a morire sul lavoro più della prima guerra mondiale e i ricchi continuano ad ingrassare sempre di più a spese dei poveri. Dopo le vigliaccate legislative del governo Prodi (tra le tante ne elenchiamo solo due : supercontratto agli insegnanti di 164 euro senza alcuna contropartita ad asini o eruditi ed eliminazione del gradone pensionistico per andare in pensione che non è più a 60 anni ma, come i gamberi, ad appena 58) adesso abbiamo il governo super-freddo-glaciale-ibernato pre-elettorale, in cui i parlamentari si sono fatti la loro bella leggina ad personam ,chiamata decreto milleproroghe con la quale si sono staccati, a nome del loro partito, un succulento assegno di centinaia di milioni di euro per i prossimi anni. Cose mai viste.

martedì 4 marzo 2008

L’ambiguità della campagna elettorale di Berlusconi.


Nella campagna elettorale in corso c'è un grande assente. Si tratta della "coesione nazionale", ovvero del "fattore I", dove I sta per italianità, che può far diventare grande o piccola la nostra nazione. Ebbene, mentre per il candidato Veltroni il problema non esiste, lo stesso non si può dire del suo avversario che allegramente e ambiguamente riesce a far convivere negli apparentamenti elettorali non una, ma addirittura, due Leghe, la Nord e la Sud. Comprenderete pertanto la curiosità che aleggia su questo tema che desideriamo approfondire, ponendo alla nostra attenzione una riflessione del tipo: di quali strumenti intende avvalersi il più quotato attore nei sondaggi della campagna elettorale 2008 per modificare il senso dello “stare insieme” degli italiani nella società del prossimo futuro? Questa è la domanda che poniamo, prima come cittadini e in seguito come elettori, al più grosso calibro della politica italiana di questo momento, ovvero al Sig. Silvio Berlusconi che ci sta prendendo impudentemente in giro. Vogliamo criticare il modo narcisista di fare politica di questo Signore che è uno dei principali soggetti dell’attuale campagna elettorale svolta all’insegna dello slogan “Alzati Italia”. Una sola è la domanda alla quale vorremmo che lui rispondesse perché dalla risposta si capirebbe subito che con l’attuale modo di fare propaganda lui non è in grado di risolvere il “problema Italia”. Eccola: «sono ancora attuali gli elementi di cui è fatta la nazione»? In altre parole, lungo il solco costituzionale il tessuto che lega il popolo italiano alla sua storia è ancora sano e riesce a tenere o si è ormai logorato a tal punto che è in dubbio la sua stessa esistenza? Per fare un esempio concreto siciliani e lombardi, alla luce della presenza dei due movimenti autonomisti di Bossi e Lombardo, sono da considerare ancora cittadini dello stesso Stato con valori, tradizioni e radici comuni o sono da considerare definitivamente dei separati in casa che non vedono l’ora di andarsene per conto proprio? Noi pensiamo che la politica fin qui seguita dai partiti italiani dalla caduta del muro di Berlino ad oggi, e in particolare dal centrodestra, ci insegna che il quadro dei valori e le radici comuni sono venuti irrimediabilmente meno in modo inarrestabile e irreversibile e i principali attori sul terreno dei localismi non aspettano che il momento giusto per attuare un piano di frantumazione dello Stato che collassando permetterà loro il “rompete le righe” e andarsene ognuno per conto proprio. E’ perfettamente inutile richiamare il pericolo che le diverse Leghe politiche italiane producono a questo riguardo. Il rischio è che fra qualche lustro al peggiorare della situazione ambientale, sanitaria, economica, sociale, morale e istituzionale, la politica nazionale porterà il paese a decisioni estreme e la nazione, così come è uscita dalla seconda guerra mondiale, non terrà più. Da una parte i separatismi e dall’altra le spinte centrifughe dovute agli egoismi regionali provinciali e comunali prenderanno il sopravvento e l’unica strada percorribile sarà la frantumazione dell’idea di nazione. Non ci credete? Gli indicatori ci sono tutti a testimonianza dell’azzardo che stanno provocando i Signori delle tessere del centrodestra e della Lega di Bossi, che in questi ultimi mesi hanno rialzato la testa. Eccoli.

In primo luogo, il pessimo funzionamento della macchina della giustizia, nella doppia accezione civile e penale, porterà i cittadini a non credere più all’idea di una magistratura nazionale in grado di risolvere il problema della convivenza civile perché impotente o inefficace. Quante persone, per esempio, da anni non si sono più rivolti a un giudice e pur avendo ragione hanno preferito pagare di persona pur di non imbarcarsi in cause civili che durano venti anni?

In secondo luogo, il venir meno del senso etico e morale della vita nazionale porterà all’imbarbarimento della vita sociale. In questa situazione la criminalità organizzata dilagherà ancora di più in modo inarrestabile e crescerà a dismisura il grado di esasperazione della gente. Nessuno ormai più pensa che chi commette un delitto pagherà alla società il suo debito. Al contrario, assistiamo a casi intollerabili, in cui per esempio il carnefice non fa più galera e libero dalla carcerazione, per indulto o per decorrenza dei termini, può divertirsi a infastidire a suo piacere i familiari della vittima dal bar sotto casa sua.

In terzo luogo, il venir meno del senso positivo e propositivo della vita nazionale italiana porterà sempre più verso l’imbarbarimento dei rapporti sociali. Il significato di ciò sarà un continuo ricadere nell’individualismo e nel consumismo più cinico ed egoista immaginabile.

In quarto luogo, la mancanza di un sistema scuola in grado di creare cittadini autentici sul piano culturale, etico e morale affosserà sempre più le aspettative di convivenza civile e di sviluppo della società. Le nostre scuole dove non esistono più né il vero apprendimento, né la vera socializzazione sono sempre più preda dei bullismi, nullafacentismi, assenteismi, improvvisazionismi e chi più ne ha più ne metta. Facciamo anche qui un esempio, rilevando che la mancanza di strumenti linguistici adeguati di tipo culturale che la scuola dovrebbe insegnare ai giovani italiani è proverbiale e siamo famosi nel mondo per non riuscire a parlare nessuna lingua, nemmeno la nostra, in modo dignitoso e comprensibile.

Infine, andiamo sempre di più verso una economia e un sistema finanziario truccato da norme legislative fatte dai più forti a spese dei più deboli. A Berlusconi non costa nulla imporre ai propri parlamentari di votare una legge ad personam. L’ha già fatto nel passato quinquennio, lo farà nel prossimo se sarà eletto. Per esempio, i cittadini consumatori non sono tutelati adeguatamente, le lobbies fanno affari e strozzano l’economia, il tifo violento allontana i giovani dallo sport, il degrado sistematico e la mancanza di accettazione di codici di comportamento fanno il resto.

Per tutte queste ragioni siamo perplessi quando ascoltiamo il Signor Mediaset ovvero il contendente più rappresentativo dello schieramento politico italiano che parla d'altro. Prima parla dell’abbassamento delle tasse alle imprese e ai ricchi come se di per sé questo solo fatto potesse risolvere i problemi di concezione della vita e della società degli italiani, e poi aggiunge ossessivamente fino alla noia che i comunisti nello schieramento avversario sono rimasti al potere. Come dire: "sei sempre lo stesso e le ricette che proponi non sono portatrici di nessuna terapia in grado di aiutare la nazione a risollevarsi". Il Signor TV è, in questo settore, deficitario e nel paese con la sua eventuale elezione non cambierà nulla. Parole ambigue e sottrazione di responsabilità sono le parole d’ordine di questa sua campagna elettorale. E attenzione, che abbiamo evitato accuratamente di parlare anche degli altri consoci, come i leghisti verdi della cosiddetta Padania. Là le ricette sono ancora peggiori. Poveri noi.

lunedì 3 marzo 2008

Traduzioni Italiano-Russo-Arabo.

Le traduzioni: questo oggetto misterioso.

Il mondo contemporaneo ha bisogno di comunicazione. La globalizzazione prevede un mondo senza confini. Internet e le tecnologie della rete fanno il resto. Non è più possibile rimanere chiusi nel ghetto della propria lingua. Dunque, diventa necessario comunicare con altri mondi, altre culture, altri stili di vita, altre tradizioni. L'Italia è un paese aperto che possiede un grande patrimonio storico di cultura e di lingua. I popoli arabi e russi non sono da meno. Tutti e tre i popoli possono e devono convivere insieme in pace, accomunati da tradizioni di cultura e di amicizia. Manca però lo strumento della comunicazione che è la lingua. Questo sito si propone di aiutare coloro i quali desiderano comunicare con gli altri senza conoscere la loro lingua.
Qui si parla di traduzioni di testi nelle tre lingue internazionali: araba, italiana e russa. Abbiamo la fortuna di avere le competenze per saper tradurre testi dall'Italiano all'Arabo e viceversa; dall'Italiano al Russo e viceversa; dall'Arabo al Russo e viceversa.
Precisiamo subito che le traduzioni di testi e siti web che si offrono attraverso questo blog non sono di tipo informatico. La proposta che viene fatta è di traduzioni che rispecchino il profondo e radicato significato del testo, sia esso italiano da tradurre in arabo o arabo da tradurre in italiano, sia italiano da tradurre in russo o russo da tradurre in italiano. Dunque, nessuna traduzione automatica ma un certosino lavoro di adeguamento del testo alla realtà della lingua nella quale si desidera comunicare. Sono possibili personalizzazioni di qualunque genere. Per informarsi su una o più traduzioni, la via ordinaria è un contatto iniziale per posta elettronica.
Per informazioni contattate: agatininu@gmail.com

sabato 1 marzo 2008

Il turista senza comunicazione.


Mondi separati. Mondi isolati. Mondi ostili. Appaiono così i paesi, le città, i gruppi etnici, le tribù con i quali, per necessità, si deve interagire ma dei quali non si conoscono lingua e tradizioni. E’ una condizione da disperati quella di dover vivere in un paese straniero di cui si ignora lo strumento della comunicazione, cioè la lingua. Ecco l’ammonimento: guai a coloro i quali non sono riusciti a imparare una lingua straniera nella propria vita. Tutto sarà loro più difficile non una ma cento volte di più. Andare all'estero in un paese in cui non si parla la lingua del posto significa essere condannati alla totale separatezza, alla differenziazione, alla generale ghettizzazione, al completo isolamento, all’emarginazione. E' una condizione deprimente, portatrice di stati d’animo avvilenti quella che vive colui il quale non conosce le lingue ed è costretto a vivere, per bisogno, in nazioni in cui la lingua è un’estranea, costituisce un baratro di divisione, di incomunicabilità, di marginalità. Zero in socializzazione e difficile interazione con gli altri, anche nei rari momenti di acquisto di un dentifricio in un supermercato o di un biglietto dell’autobus, è la norma per chi ignora le lingue. Chi non conosce le lingue straniere è costretto a ripiegare su se stesso, a non apparire, a rinunciare alla propria identità e a non essere se stesso, in una semplice doppia parola è costretto a «non vivere».
Riuscire a comunicare con gli altri, a chi non conosce una lingua, è pertanto l’equivalente di un sogno, di un miraggio intenso quanto l’intera vita vissuta fino a quel momento, del desiderio più grande della vita. Conversare con gli indigeni di un paese straniero, diverso dal nostro, apparentemente impenetrabile non è “una” conquista ma è “la” conquista, straordinaria in tutti i sensi per chi vive la condizione dell’immigrato o anche del semplice turista. Girare per le strade di una città situata a una diversa latitudine dalla propria è sempre stato affascinante da tutte le persone curiose che amano scoprire differenze e confrontare stili di vita disuguali. Ma al tempo stesso è una tortura e una violenza se non si conoscono i segni, i simboli, i caratteri della lingua del posto. Anche la semplice operazione di lettura del menù di un ristorante diventa un rebus, una crittografica e chiusa lettura gastronomica, una indecifrabile e sconclusionata messe di segni senza significato o, peggio, falsi amici che ti invogliano a chiedere fiaschi per ottenere spesso fastidiosissimi e inservibili fischi. I giornali locali vengono sistematicamente evitati per l’incomprensibile frasario presente in essi. La televisione viene vista solo per le immagini e le musiche, quasi mai per comprendere il senso dei messaggi e delle informazioni ivi presenti. La radio sembra una fastidiosa voce gracchiante senza valore. I mezzi di trasporto vengono presi con circospezione, per il pericolo di un imprevisto e improvviso annuncio all’altoparlante di cui non se ne capisce il significato. Il mondo si rimpicciolisce, diventa incomprensibile, indecifrabile, impenetrabile. E non si vede l’ora di rientrare. Dio è stato veramente cattivo con l’uomo, non per avere tolto ad Adamo ed Eva il Paradiso, ma semplicemente perché per punire il suo peccato di presunzione gli inflisse il castigo peggiore, inimmaginabile, introducendo le lingue e trasformando ciò che prima era comprensibile in una babele di oscurità e di isolamento. Per quanto ingrato l’uomo, probabilmente, non meritava tanto tormento.

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