Eccoci qui, dopo le vacanze, a esercitare di nuovo il nostro diritto di critica. Su questo aspetto vogliamo essere chiari e precisi. La critica è un diritto fondamentale e inalienabile di qualunque cittadino che desidera comunicare il suo pensiero in questo paese. Tra l'altro è un diritto riconosciuto dalla nostra Carta costituzionale. Punto e basta. Noi vogliamo esercitarlo nel migliore dei modi, soprattutto nei confronti dei ricchi prevaricatori che si sono dati alla politica facendo il loro interesse personale con un conflitto di interesse colossale. Oggi parleremo delle due personalità più importanti del paese, cioè del duo Berlusconi-Bagnasco. Diciamo la verità: quello che sorprende nelle mancate dimissioni di Silvio Berlusconi da Capo del governo non è che egli non si sia dimesso ma che abbia ricevuto un mutuo sostegno dal Vaticano a non farlo. Sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario. A nostro avviso si tratta di un vero scandalo. Chiariamo bene questa questione. Qui per scandalo non intendiamo uno scandalo politico. Non c'è nessuno scandalo politico da parte del Presidente della Cei nel sostenere un governo amico. Un esempio per tutti. La vergognosa decisione legislativa di Berlusconi a favore dell'immissione in ruolo nello Stato italiano dei docenti di Irc (Insegnamento della Religione Cattolica) nominati inizialmente - lo ricordiamo - dal Vicariato invece che dallo Stato italiano è, e rimane, una decisione politica che, per quanto sconveniente e inopportuna, oltrechè mortificante per i docenti statali che hanno dovuto superare difficili concorsi ed esami, non fa scandalo perchè è tipicamente politica. Quello che fa scandalo e sconcerta, viceversa, è il mancato contrasto delle Gerarchie cattoliche (Vaticano e Presidenza Cei) alla modalità in cui si struttura il potere di Silvio Berlusconi. Ed è ancora più grave la mancanza di un linguaggio chiaro laddove invece impera la prudenza ecclesiale di tipo manzoniano. Gesù diceva che «il vostro parlare sia si si, no no» e non come il Padre Provinciale che discutendo con il Conte Zio sembravano attori di teatro che "dicevano e non dicevano". Ciò che sconcerta dell'assordante silenzio del Presidente della CEI Card. Bagnasco è che il modello di vita berlusconiano è esattamente il contrario di quello che viene proposto dalla Chiesa nella sua giusta prospettiva evangelica e pastorale. Vi sembra una cosa da poco? I valori e i principi che esaltano gli aspetti morali, etici e valoriali della Chiesa cattolica sono in netta contrapposizione con i comportamenti licenziosi e i facili costumi proposti dalle televisioni di Re Mida Berlusconi. Risulta peraltro incomprensibile come la Chiesa non si sia finora scagliata con vigore e severità sul tema della “allegra” attività ludica - di tipo non proprio evangelica - delle notti berlusconiane. Bene ha detto mons. Mogavero quando invita Berlusconi a evitare di produrre "modelli diseducativi come la corsa alla ricchezza, al successo, al potere e all'uso della donna". Peccato che mons. Mogavero non è Sua Eccellenza Eminentissima Card. Bagnasco e il suo j'accuse nel panorama politico non conta molto. Nel mentre le gerarchie cattoliche hanno fatto il diavolo a quattro, mobilitando milioni di attivisti, nella crociata contro il preservativo, nella negazione della sepoltura di Welby, nella crocifissione pubblica della famiglia Englaro (ricordate le famose bottigliette di acqua minerale sui sagrati delle chiese?), nella scomunica della bambina brasiliana di appena nove anni che si è rifiutata di partorire il frutto dello stupro del patrigno, etc., le stesse Autorità con prudenza manzoniana fastidiosa, hanno finora - di fatto - taciuto sulle licenziose e piccanti notti di Berlusconi con soggetti femminili che non possono essere definite delle educande. Questo è il vero scandalo da condannare. La morale della Chiesa cattolica è forse diventata relativa o, peggio, elastica?
lunedì 24 agosto 2009
giovedì 30 luglio 2009
La questione del dialetto della Lega Nord: ridicolaggini e assurdità da ignoranti.
Siamo alle solite. La Lega Nord di Bossi, con le sue richieste strampalate, ritorna alla ribalta sul problema della disunità d’Italia invocando ad alta voce che si faccia di più. Invece di chiedere e pretendere dal suo indecente compagno di politica nazionale Silvio Berlusconi più etica e più moralità nella politica italiana va controcorrente e urlando chiede che nelle regioni del nord ci sia più dialetto e meno italiano. Invece di pretendere dal barzellettista e frequentatore di veline non proprio illibate Silvio Berlusconi più rigore e severità nella gestione delle norme del codice penale da applicare con fermezza e inflessibilità ai mascalzoni in generale e ai manager e dirigenti pubblici in modo specifico, continua a gridare di volere meno “terroni” e più dialetto, come se parlando più di “cadrega” e meno di onestà improvvisamente la politica diventasse più adeguata alle esigenze della Lombardia. Quel testone di Bossi non vuol capire che con le spacconate, peraltro buttate a vanvera un giorno si e l’altro pure, è vero che si prendono più voti lombardi ma è altrettanto vero che si punisce sempre di più l’intelligenza dei settentrionali che legittimamente chiedono più trasparenza, meno malversazioni e più onestà in politica come nella società. Ne vogliamo parlare qui brevemente per non far passare l’idea sbagliata e fuori luogo che il partito dei leghisti - tra l’altro un partito razzista, spregiudicato, intollerante e discriminante - venga additato come un partito che fa gli interessi della gente del nord, che usa la sua forza elettorale per migliorare la società del nord. La verità è un’altra. Alla Lega Nord non interessa minimamente l’aspetto morale ed etico nella politica. Non interessa neanche una società più giusta, più efficiente e più onesta. Al Sig. Bossi interessa solo sfruttare la sua forza e la sua immagine per ricattare quel potentissimo "milanese fallito" che si realizza più nel raccontare barzellette piccanti ai Capi di Stato che a fare gli interessi generali del paese. E’ da “utili idioti”, altresì, che un più o meno folto gruppo di parlamentari leghisti offenda sistematicamente la gente che non parla il dialetto meneghino e poi non faccia assolutamente nulla per fermare lo scempio di una scuola pubblica che ormai non produce né cultura, né bravi e onesti cittadini. Insieme ai due ministri del nord, Moratti e Gelmini, la Lega Nord di Bossi è complice nell’avere ridotto la scuola italiana nella più ignorante scuola dei paesi più industrializzati. Il razzismo, ricordiamolo sempre, è figlio dell’ignoranza e la Lega Nord in questo settore primeggia alla grande.
lunedì 27 luglio 2009
Il Sindaco di Roma Alemanno si copre di ridicolo.
Era inevitabile. Prima o dopo il Sindaco di Roma Alemanno doveva capitolare. E si è piegato nella peggiore delle maniere, confermando ciò che si sapeva da tempo in relazione allo scambio di favori tra tassisti romani e Primo cittadino che ha vinto le elezioni. I fatti. Il Sindaco di Roma è andato a New York a informarsi dall’ex Sindaco della città della mela, Rudolf Giuliani, come si amministra una metropoli complessa che aveva problemi di sicurezza e di organizzazione considerevoli. Giuliani, quando fu nominato Sindaco di New York, in un solo mandato di quattro anni, trasformò la capitale finanziaria statunitense da città violenta e insicura che era in una città normale, con un alto grado di controllo del territorio. Giuliani ci riuscì con l’unica ricetta possibile: la cosiddetta “tolleranza zero”, che prevedeva zero compromessi con tutti coloro che impedivano alla città di funzionare. Alemanno, con un coupe de theatre poco credibile, è partito per New York dando l’idea che dopo più di un anno dalla sua elezione a Sindaco di Roma era giunto il momento di passare dalle parole ai fatti. Con la dichiarazione infelice di ieri, diventata ormai una costante della sua amministrazione, sembra che sia passato, viceversa, “dai fatti alle parole”, con una spudoratezza che lascia sbalorditi. Ha infatti dichiarato che non è vero che a New York i taxi funzionino bene e che il servizio sia economico ed efficiente. Tutto il contrario. I taxi a New York sono molto peggio di quelli di Roma. Tutto soddisfatto non si è reso conto che si è coperto di ridicolo. La ragione? Lo diciamo brutalmente perché si comprenda come stanno veramente le cose. Alemanno è un debole. E’ incapace di assumere comportamenti politicamente duri con chi non fa gli interessi di Roma. Davanti alle richieste più sfrontate dei suoi grandi sponsor non è in grado di convincere gli interlocutori che un conto sono i debiti elettorali e un altro conto sono gli interessi della capitale. In poche parole, è un amministratore che non possiede le doti decisioniste e concrete di Rudolf Giuliani. Alemanno sa che deve pagare il suo debito di “gratitudine” alla compagnia dei tassisti romani che sono stati il suo maggior sponsor elettorale nella competizione a Sindaco. Ricordiamo che riuscì a battere, in modo più che convincente, il suo avversario politico Rutelli, ultima anima inutile, inetta e inaffidabile di quel centro-sinistra romano che fu nella Capitale una “gioiosa macchina da guerra” della politica locale. Dicevamo dei tassisti romani, purtroppo ancora una volta sempre loro, protagonisti ottusi e insensati di una politica che considera i clienti stranieri come dei polli da spennare. L’ultima della categoria dei tassinari der Cupolone è stata esercitata ai danni di due ignare e inconsapevoli turiste belghe, le quali sono state costrette a pagare, per una corsa Roma-Aeroporto di Fiumicino, la bella cifra di 146 € e, in più, la beffa di vedere mostrate loro, da parte del beffardo tassinaro romano, gli organi genitali a mo’ di vendetta per avere osato esercitare il loro diritto a protestare per le insensate e assurde richieste della furba volpe capitolina. Se aggiungiamo anche la presa in giro del ristoratore romano del ristorante Il Passetto, che ha fatto pagare con carta di credito a due innamorati giapponesini in un normale pranzo la cifra super-iper-astronomica di quasi 700 € si rimane di stucco dalle dichiarazioni del Sindaco Alemanno che afferma che Roma, da quando è Sindaco lui, è diventata più sicura e gradevole di prima. Noi siamo del parere che con questo Sindaco Roma ha perduto moltissimo sul piano dell’immagine e della vivibilità della città. La ragione sta che sono passati all’incasso le richieste dei suoi sponsor politici, in particolare la compagnia dei tassisti romani che con il loro capo, diventato alle ultime elezioni addirittura Senatore della Repubblica, con ingordigia da far invidia anche a Paperon de Paperoni, sta imponendo la "tassa" prevista in questi casi. Siamo disponibili a una rettifica del contenuto di questo post qualora il Signor Sindaco ci dimostrasse il contrario. Voi ci credete?
venerdì 24 luglio 2009
Scuola italiana tutta da rifare.
Si tratta di un gigantesco e colossale imbroglio che i politici italiani hanno “regalato” al paese. Anni e anni di perdite di tempo, di assenze di controlli, di rinvii legislativi, di connivenze interessate tra politica e sindacato hanno prodotto il devastante risultato di non avere più una scuola che funzioni. Coloro i quali hanno questa responsabilità rispondono ai nomi di un’intera classe politica, a cominciare dall’accoppiata Prodi-Berlusconi per finire con i poteri forti dell’intero paese, Confindustria compresa. A seguire, ci sono tutti, ma proprio tutti gli intelligentoni della politica che più hanno contato nel paese da trent’anni a questa parte. Chi? L’elenco sarebbe veramente lungo. Ecco alcuni nomi. I D’Alema, i Fassino, gli Occhetto, i Cicchitto, i Bondi, le Moratti, i Casini, i Buttiglioni, i D’Onofrio, e tutti coloro che si sono avvicendati in quasi trent’anni di politica nei centri del potere parlamentare in Italia. Non parliamo poi dei politici della sinistra massimalista, a cominciare da quell’inetto di Bertinotti, che non meritano neanche una citazione. Adesso, e solo adesso, quando i buoi sono scappati dalla stalla, si fanno vivi i giornalisti dei quotidiani che maggiormente hanno avuto la responsabilità di aver sostenuto politiche scolastiche sbagliate, basate sul “nulla” pedagogico, che ha fatto scoppiare la grana dell’ignoranza degli studenti italiani. A cominciare dal giornale La Repubblica che, con Eugenio Scalfari e l’attuale Direttore (due autentici incapaci di politica scolastica), e a seguire tutto il regime della stampa prezzolata e aiutata finanziariamente dal Palazzo con gli scandalosi mezzi finanziari elargiti a tutti i tromboni del giornalismo nazionale a spese della comunità. Ripetiamo e ribadiamo che tutti i giornali italiani, compreso il giornale per antonomasia, quel Corriere della Serache a definirlo un mieloso e insulso impasto di furbacchioni della carta stampata, che “dicono e non dicono” a seconda di come tira il vento, è poco e che hanno contribuito a rovinare per sempre la scuola italiana liceale e tecnica. Riportiamo sotto, alcuni brani dell’articolo della Repubblica che ci hanno provocato sdegno e indignazione nel momento in cui costoro fanno i finti tonti, quando invece sono i protagonisti degli errori commessi in passato della gestione giornalistica della politica scolastica. Ma che facevano gli stessi giornalisti dello stesso quotidiano dieci-vent’anni fa, erano al mare? L’articolo è intitolato “Tutti bocciati prof e allievi. Scuola da rifare” e l’ha scritto Raffaello Masci con il sottotitolo “Le indagini relegano l'Italia a fanalino di coda. "Giovani incapaci di risolvere qualsiasi problema".
Una scuola che non serve a niente. Detta in maniera meno brutale, con le parole dell’Ocse: incapace di indurre una cultura del «problem solving», tutto quello che si impara non si è poi in grado di utilizzarlo nella vita e nell’esperienza. E’ la più grave carenza del nostro sistema scolastico, associata ai mali di cui ieri, su «La Stampa», Luca Ricolfi ha fatto una impietosa disamina: incapacità degli allievi di leggere e di esprimersi, di esercitare la memoria e il dono di sintesi, di concentrarsi e di valutare.
La situazione, in effetti, trova riscontro oggettivo nelle tre indagini Pisa-Ocse sui livelli di apprendimento dei ragazzi italiani, realizzate negli ultimi 10 anni (a intervalli di tre anni l’una dall’altra: l’ultima è del dicembre scorso). Non solo - dice l’Ocse - i quindicenni italiani (questa la classe di età indagata) non sanno né leggere né esprimersi nella loro lingua, non solo non conoscono la matematica e in generale le materie scientifiche, ma mancano - soprattutto - della capacità di «problem solving», cioè non hanno alcuna attitudine a fare proprie le conoscenze acquisite e ad applicarle ai problemi che la vita e l’esperienza pongono. Una preparazione la loro (quando c’è) essenzialmente teorica e libresca.[…]
E adesso? Speravate che Papi Berlusconi, dopo la fallimentare gestione Moratti, risolvesse i mali della scuola italiana? Ma va là! Un gigantesco inganno e una fregatura globale: ecco di cosa si tratta. Pensavate che Berlusconi, magari in collaborazione con gli Eminentissimi Cardinali della CEI, potessero pensare di esercitare pressioni sul Governo, o meglio, sui Governi per migliorare l’efficacia di un progetto scuola che è fondamentale e strategico per il paese? Pensavate che facessero pressioni sui vari e incompetenti Ministri della P.I. per imporre, per esempio, agli insegnanti nelle discipline scientifiche di sviluppare una didattica che ponesse al centro il “problem solving”? Ma va là. A papi Berlusconi e agli Eminentissimi e Pilateschi Cardinali della CEI, con in testa prima il Potentissimo ex-Presidente Cardinal Ruini e adesso l’altrettanto Potentissimo Cardinal Bagnasco, interessano solo gli “schèi” e basta. Avete mai visto un normale insegnante della scuola statale e privata, soprattutto cattolica, l’uso nella loro didattica della tecnica della risoluzione dei problemi? Ma va là. Questa didattica l’hanno messa in opera principalmente gli asiatici che hanno capito come veramente stanno le cose. In particolare, cinesi, indiani, giapponesi, coreani, iraniani, etc. hanno fatto vedere di che pasta è la preparazione scientifica dei loro giovani. Abbiamo visto la rivoluzione copernicana che si è verificata nel mondo della scienza e della tecnica in questi ultimi anni: la sostituzione di ciò che era occidentale con ciò che è orientale. Pensate per un istante cosa è successo in soli due settori: l’elettronica e l’auto. Scomparso dall’Europa e anche dagli USA il know how relativo al sapere scientifico si è trasferito con armi e bagagli in Oriente. Ormai gli asiatici hanno fagocitato il resto del mondo. Te capì?
giovedì 23 luglio 2009
"Viale Gino Bramieri" a Roma: un bel regalo della capitale al grande comico milanese.
Nel parco del Pineto, tra la via Trionfale, via della Pineta Sacchetti ed il quartiere Valle Aurelia, a Roma, c'è un'oasi tra le più belle del territorio romano. E' il parco regionale urbano del Pinedo, che si trova nella parte nord della capitale. L'altro giorno è stato inaugurato dalla moglie il nuovo "Viale Gino Bramieri", in memoria di un grande del teatro e della comicità. Noi siamo contenti che la capitale abbia avuto la sensibilità di intitolare a un milanese, al grande Gino, uno dei viali di questo parco. Gino Bramieri è stato un grande comico, oltre che un grande artista. Ha vissuto tanti anni a Roma. Sarà felice di aver lasciato una traccia concreta della sua vita e della sua opera nella città dei Papi. Ciao Gino.
martedì 21 luglio 2009
Moralità ed etica Ad usum Delphini
Qualcuno che ha a che fare con la CEI sembrerebbe finalmente aver capito che era necessario parlare contro il degrado della vita libertina. Sembrerebbe cioè che, finalmente, gli Eminentissimi Cardinali della CEI abbiano preso finalmente posizione contro il “velinismo”. In realtà, le cose non sono proprio andate così, perché a parlare e in modo duro è stato il Segretario della CEI, che non è la CEI. A nostro parere, la CEI non è il Segretario ma il Presidente, cioè il Potentissimo ed Eminentissimo Cardinal Bagnasco di Genova. E lui finora ha taciuto. Vorrà pur dire qualcosa, no? “Eppur qualcosa si muove” diciamo noi, parodiando una celebre frase di Galileo quando, Le Loro Eminenze, gli fecero firmare l’abiura. Qualcosa di nuovo tuttavia è avvenuto. Mons. Crociata ha parlato in modo duro con i libertini e li ha trattati per quello che sono: degli sbandati che non dovrebbero avere il potere di condizionare la società. Ma cos’ha detto veramente il Segretario della CEI? Riportiamo la sua condanna con i periodi più significativi:
“Assistiamo a un disprezzo esibito nei confronti di tutto ciò che dice pudore, sobrietà, autocontrollo: c’è sfrenatezza e sregolatezza nei comportamenti sessuali e sfoggio di un libertinaggio gaio e irresponsabile che invera la parola lussuria; salvo poi, alla prima occasione, servirsi del richiamo alla moralità, prima tanto dileggiata a parole e con i fatti, per altri scopi, ti tipo politico, economico o di altro genere”.
Fermiamoci qui, perchè di carne sul fuoco ce n’è tanta. Dunque, finalmente un Vescovo, anche se non di grado uguale a quello del Presidente della CEI, ha comunque parlato e le sue parole sono pesanti per il destinatario dell’invettiva. Vogliamo commentare adesso le parole di Mons. Crociata. Facciamo finta che il destinatario possa essere o Silvio Berlusconi o un suo antagonista politico, che indichiamo genericamente come “un esponente di un gruppo dell’opposizione anticlericale”. Per carità, non vogliamo dire che il destinatario sia effettivamente Berlusconi o Pannella. Stiamo solo provando a fare un gioco di ruolo per vedere se funziona. Alla fine proviamo a vedere se il gioco è coerente e logico con l’ipotesi. Iniziamo dalla prima proposizione:
“Assistiamo a un disprezzo esibito nei confronti di tutto ciò che dice pudore, sobrietà, autocontrollo […]”.
Che significa? Affibbiata a Silvio Berlusconi sembrerebbe significare che il Silvio nazionale disprezza il pudore, la sobrietà e l’autocontrollo. Vi pare possibile? Avete mai visto Berlusconi esaltare il pudore, essere sempre sobrio e moderato nei suoi giudizi contro gli avversari, possedere autocontrollo come se fosse un uomo di governo scandinavo? Se per pudore si intende compostezza, virtù, modestia, riservatezza, morigeratezza, timidezza e riguardo; se essere sobri significa essere misurati, parchi, sottotono, discreti; e se avere autocontrollo significa non essere impulsivo, collerico, vendicativo allora ci sentiamo autorizzati di dire che Berlusconi non ha pudore, né sobrietà, né autocontrollo. Vi ricordate al Parlamento Europeo il caso Martin Schulz? In quell’occasione Berlusconi secondo voi è stato morigerato, riservato, composto, timido? No, è stato proprio il contrario, tanto che ha detto di Schulz che avrebbe potuto recitare bene in un film in cui avrebbe fatto benissimo la parte di un Kapò! Terribile. Si è trattato di un’offesa veramente grave. Vi ricordate come mollò l’Annunziata durante un’intervista quando le rovesciò addosso che era settaria e aveva pregiudizi nei suoi confronti? Lo stesso dicasi per la sobrietà: è sobrio un Presidente del Consiglio che fa delle scenate contro tutti coloro che non la pensano come lui come quando disse al giornalista Santoro in diretta al telefono che si doveva controllare perché era un lavoratore dipendente della RAI? E’ sobrio un capo di governo che fa il cucù alla Merkel e fa le corna alla riunione dei capi di stato al G8? Non parliamo infine di autocontrollo perché il Silvio nazionale non sa neanche cosa sia. E se invece di Berlusconi parliamo di Pannella o di qualche altro anticlericale leader della sinistra il gioco di ruolo cosa permette di mettere in evidenza? Vediamo. Ritenete Pannella sobrio e misurato? No. Proprio no, anche lui. Ma per altri motivi e differenti scopi. E se i veri motivi di Mons. Crociata non sono quelli di stigmatizzare i comportamenti di Berlusconi ma quelli dei gay, per esempio quelli del Gay Pride, le frasi del Segretario della CEI possono essere individuate come il vero destinatario della missiva? Fate voi. Ma non finisce qui, perché subito dopo Mons. Crociata aggiunge “c’è sfrenatezza e sregolatezza nei comportamenti sessuali e sfoggio di un libertinaggio gaio e irresponsabile […]”. Qui la cosa è addirittura preoccupante. I comportamenti sessuali sono una cosa privata e dovrebbero essere e rimanere tali, invece qualcuno o altri in questo campo sono sfrenati e sregolati. Ritorniamo al Silvio nazionale, altrimenti detto Papi. E’ Berlusconi sfrenato e sregolato? A sentire le dichiarazioni del fotografo che fece le famose foto che ritraggono l’ex premier ceco Topolanek con le pudenda scoperte, dire sfrenatezza è poco! Ma qui non stiamo parlando di Topolanek ma di Berlusconi. E’ sfrenato e sregolato Berlusconi? In pubblico no, anzi è materno, con la sua voglia di accarezzare le bimbe, mai in pubblico lo abbiamo visto con delle belle meteorine sulle ginocchia. Ma gli aggettivi che sono più interessanti sono "gaio e irresponsabile". E’ gaio e irresponsabile Berlusconi? Gaio lo è quando non parla dei comunisti. Direi senz’altro che qui ci sta tutta la definizione del ruolo. E irresponsabile? Via non è possibile affermare che Berlusconi è irresponsabile quando poi dà alla Chiesa Cattolica una incredibile quantità di benefici. Immissione in ruolo nella scuola statale degli insegnanti di religione, nominati (udite udite) non dai Provveditorati agli Studi dello Stato ma dal Vescovado Cattolico del Vaticano, senza concorso come prevede la Costituzione; gratuità di spese per gli edifici non di culto perché non viene pagata l’ICI dalla Chiesa Cattolica allo Stato italiano; finanziamenti della scuola privata cattolica a iosa e tanto, tanto, tanto altro. Dunque, un Capo di governo del genere - ovvero per la Chiesa Cattolica una manna del Cielo come questa – può essere definito irresponsabile? No. Allora vuol dire che il grido di dolore di Mons. Crociata è rivolto a qualcun altro, ma a chi? Guardate un po’ i sostantivi e gli aggettivi adoperati:
• sfrenatezza e sregolatezza nei comportamenti sessuali,
• sfoggio di un libertinaggio gaio e irresponsabile,
• lussuria,
• salvo poi, alla prima occasione, servirsi del richiamo alla moralità, prima tanto dileggiata a parole e con i fatti, per altri scopi, ti tipo politico, economico o di altro genere.
Quante volte Pannella e i radical anti-clericali hanno parlato di moralità perduta dalla Chiesa Cattolica e quante volte hanno parlato che è necessaria una moralità di tipo politico ed economico contro il sistema dei partiti e delle corporazioni, contro i poteri occulti, come il Vaticano ed altri, che hanno sempre esercitato pressioni per estromettere i radicali dalla rai, dal palazzo, dalle cariche, dai finanziamenti, etc.? A noi rimane la consapevolezza che l'eccessiva "prudenza manzoniana" dei vertici ecclesiastici possa alla fine risolversi in un danno per la stessa Chiesa Cattolica, perchè l'eccessiva prudenza nel definire i destinatari può ingenerare una confusione di ruolo tra un personaggio e l'altro. Chi vuol intendere, intenda.
sabato 18 luglio 2009
Imbrogli e ingiustizie.
In questa strana e calda estate brillano per la loro carica devastante alcuni articoli dei quotidiani relativi al tema di alcuni politici inquisiti e … imbroglioni, aggiungiamo noi. Nel mentre i terremotati d’Abruzzo sono costretti a vivere nelle tende e lottano con la precarietà della loro attuale vita, dalla stessa regione arriva la notizia che l’ex, non certo probo, Presidente della Regione Abruzzo, On. Ottaviano del Turco, ha subito il sequestro di alcuni beni ottenuti, a parere della magistratura, come tangenti versate da un imprenditore, anch’egli non certo probo come il primo, un certo Sig. Vincenzo Angelici, per assicurarsi alcuni appalti non proprio limpidi. Non vogliamo entrare nel merito della vicenda giudiziaria. Vogliamo solo proporre due semplici riflessioni in merito a questa squallida vicenda. La prima. Si tratta di un imbroglio ai danni della collettività. L’imprenditore ha corrotto non solo la giunta di centrosinistra ma anche il referente politico dell’opposizione. Come dire che se si corrompono in un solo colpo maggioranza e opposizione vuol dire che la prospettiva di imbrogliare diventa più vantaggiosa. La cosa che indigna di più in questa circostanza è che nelle democrazie l’opposizione è sempre stata considerata un “cane da guardia” della maggioranza, in modo tale da controllarla e bloccarla nei comportamenti scorretti. In Italia, invece, a controllare l’immoralità e la disonestà politica di una maggioranza non c’è più nessuno. Si tratta di una squallida trasformazione del ruolo della politica, finalizzata alla logica della spartizione di cariche e denari della collettività tra maggioranze e opposizioni che avrebbero dovuto essere spesi per il bene comune. Qui il “bene comune” è l’idea concreta di società che dovrebbe essere la destinataria dell’azione politica del governo. Viceversa, con una trasformazione di 180°, un’intera classe politica regionale ha mostrato il peggio degli esseri umani, un misero e squallido modo di governare. Come chiamare questa gente? Canaglie? Ladri? Imbroglioni? Delinquenti? Farabutti? No. Non possiamo permetterci di chiamarli così, perché finché non si arriva a una sentenza definitiva vige sempre il criterio dell’innocenza. Triste destino quello di una società che nel mentre permette a dei mascalzoni di abusare del proprio ruolo fino a insozzare il concetto di politica e di morale non riesce a dare senso all’idea di giustizia e di correttezza.
La seconda riflessione che vogliamo proporre è l’elenco dei beni sequestrati all’ex compagno Del Turco che fu della cordata di Craxi ai tempi del socialismo del PSI. Si tratta di: undici appartamenti e ville, soldi in contanti, conti correnti pieni di denaro, titoli si stato, garage, auto di grossa cilindrata, orologi di marca ed altro. Può mai un elenco così nutrito e variegato far pensare alla involontarietà dell’azione dell’ex Governatore dell’Abruzzo nell’accettazione delle tangenti? Ebbene, lo sfrontato ex compagno, interpellato dalla stampa ha detto che “ha fiducia nella magistratura”. Ironia o insolenza? Fate voi. Per parte nostra si conferma una volta di più l’equazione tutta italiana di politica=imbroglio ai danni dei più deboli. Ripetiamo: che tutti gli inganni e tutte le appropriazioni indebite che sono state fatte dai politici inquisiti e quasi mai condannati come si doveva, sono state effettuate ai danni della povera gente, onesta, che vive la sua vita con mille difficoltà, che non trova il denaro a sufficienza per vivere fino alla fine del mese quando i ricchi e sfrontati politici, dirigenti, industriali, professionisti del foro e azzeccagarbugli vari vivono nell’abbondanza e nello sperpero delle risorse del paese. A questo proposito gli Eminentissimi Cardinali della nostra amata Chiesa Cattolica Romana e Apostolica non hanno nulla da dire