venerdì 24 luglio 2009

Scuola italiana tutta da rifare.

Si tratta di un gigantesco e colossale imbroglio che i politici italiani hanno “regalato” al paese. Anni e anni di perdite di tempo, di assenze di controlli, di rinvii legislativi, di connivenze interessate tra politica e sindacato hanno prodotto il devastante risultato di non avere più una scuola che funzioni. Coloro i quali hanno questa responsabilità rispondono ai nomi di un’intera classe politica, a cominciare dall’accoppiata Prodi-Berlusconi per finire con i poteri forti dell’intero paese, Confindustria compresa. A seguire, ci sono tutti, ma proprio tutti gli intelligentoni della politica che più hanno contato nel paese da trent’anni a questa parte. Chi? L’elenco sarebbe veramente lungo. Ecco alcuni nomi. I D’Alema, i Fassino, gli Occhetto, i Cicchitto, i Bondi, le Moratti, i Casini, i Buttiglioni, i D’Onofrio, e tutti coloro che si sono avvicendati in quasi trent’anni di politica nei centri del potere parlamentare in Italia. Non parliamo poi dei politici della sinistra massimalista, a cominciare da quell’inetto di Bertinotti, che non meritano neanche una citazione. Adesso, e solo adesso, quando i buoi sono scappati dalla stalla, si fanno vivi i giornalisti dei quotidiani che maggiormente hanno avuto la responsabilità di aver sostenuto politiche scolastiche sbagliate, basate sul “nulla” pedagogico, che ha fatto scoppiare la grana dell’ignoranza degli studenti italiani. A cominciare dal giornale La Repubblica che, con Eugenio Scalfari e l’attuale Direttore (due autentici incapaci di politica scolastica), e a seguire tutto il regime della stampa prezzolata e aiutata finanziariamente dal Palazzo con gli scandalosi mezzi finanziari elargiti a tutti i tromboni del giornalismo nazionale a spese della comunità. Ripetiamo e ribadiamo che tutti i giornali italiani, compreso il giornale per antonomasia, quel Corriere della Serache a definirlo un mieloso e insulso impasto di furbacchioni della carta stampata, che “dicono e non dicono” a seconda di come tira il vento, è poco e che hanno contribuito a rovinare per sempre la scuola italiana liceale e tecnica. Riportiamo sotto, alcuni brani dell’articolo della Repubblica che ci hanno provocato sdegno e indignazione nel momento in cui costoro fanno i finti tonti, quando invece sono i protagonisti degli errori commessi in passato della gestione giornalistica della politica scolastica. Ma che facevano gli stessi giornalisti dello stesso quotidiano dieci-vent’anni fa, erano al mare? L’articolo è intitolato “Tutti bocciati prof e allievi. Scuola da rifare” e l’ha scritto Raffaello Masci con il sottotitolo “Le indagini relegano l'Italia a fanalino di coda. "Giovani incapaci di risolvere qualsiasi problema".

Una scuola che non serve a niente. Detta in maniera meno brutale, con le parole dell’Ocse: incapace di indurre una cultura del «problem solving», tutto quello che si impara non si è poi in grado di utilizzarlo nella vita e nell’esperienza. E’ la più grave carenza del nostro sistema scolastico, associata ai mali di cui ieri, su «La Stampa», Luca Ricolfi ha fatto una impietosa disamina: incapacità degli allievi di leggere e di esprimersi, di esercitare la memoria e il dono di sintesi, di concentrarsi e di valutare.

La situazione, in effetti, trova riscontro oggettivo nelle tre indagini Pisa-Ocse sui livelli di apprendimento dei ragazzi italiani, realizzate negli ultimi 10 anni (a intervalli di tre anni l’una dall’altra: l’ultima è del dicembre scorso). Non solo - dice l’Ocse - i quindicenni italiani (questa la classe di età indagata) non sanno né leggere né esprimersi nella loro lingua, non solo non conoscono la matematica e in generale le materie scientifiche, ma mancano - soprattutto - della capacità di «problem solving», cioè non hanno alcuna attitudine a fare proprie le conoscenze acquisite e ad applicarle ai problemi che la vita e l’esperienza pongono. Una preparazione la loro (quando c’è) essenzialmente teorica e libresca.[…]


E adesso? Speravate che Papi Berlusconi, dopo la fallimentare gestione Moratti, risolvesse i mali della scuola italiana? Ma va là! Un gigantesco inganno e una fregatura globale: ecco di cosa si tratta. Pensavate che Berlusconi, magari in collaborazione con gli Eminentissimi Cardinali della CEI, potessero pensare di esercitare pressioni sul Governo, o meglio, sui Governi per migliorare l’efficacia di un progetto scuola che è fondamentale e strategico per il paese? Pensavate che facessero pressioni sui vari e incompetenti Ministri della P.I. per imporre, per esempio, agli insegnanti nelle discipline scientifiche di sviluppare una didattica che ponesse al centro il “problem solving”? Ma va là. A papi Berlusconi e agli Eminentissimi e Pilateschi Cardinali della CEI, con in testa prima il Potentissimo ex-Presidente Cardinal Ruini e adesso l’altrettanto Potentissimo Cardinal Bagnasco, interessano solo gli “schèi” e basta. Avete mai visto un normale insegnante della scuola statale e privata, soprattutto cattolica, l’uso nella loro didattica della tecnica della risoluzione dei problemi? Ma va là. Questa didattica l’hanno messa in opera principalmente gli asiatici che hanno capito come veramente stanno le cose. In particolare, cinesi, indiani, giapponesi, coreani, iraniani, etc. hanno fatto vedere di che pasta è la preparazione scientifica dei loro giovani. Abbiamo visto la rivoluzione copernicana che si è verificata nel mondo della scienza e della tecnica in questi ultimi anni: la sostituzione di ciò che era occidentale con ciò che è orientale. Pensate per un istante cosa è successo in soli due settori: l’elettronica e l’auto. Scomparso dall’Europa e anche dagli USA il know how relativo al sapere scientifico si è trasferito con armi e bagagli in Oriente. Ormai gli asiatici hanno fagocitato il resto del mondo. Te capì?

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