In questa strana e calda estate brillano per la loro carica devastante alcuni articoli dei quotidiani relativi al tema di alcuni politici inquisiti e … imbroglioni, aggiungiamo noi. Nel mentre i terremotati d’Abruzzo sono costretti a vivere nelle tende e lottano con la precarietà della loro attuale vita, dalla stessa regione arriva la notizia che l’ex, non certo probo, Presidente della Regione Abruzzo, On. Ottaviano del Turco, ha subito il sequestro di alcuni beni ottenuti, a parere della magistratura, come tangenti versate da un imprenditore, anch’egli non certo probo come il primo, un certo Sig. Vincenzo Angelici, per assicurarsi alcuni appalti non proprio limpidi. Non vogliamo entrare nel merito della vicenda giudiziaria. Vogliamo solo proporre due semplici riflessioni in merito a questa squallida vicenda. La prima. Si tratta di un imbroglio ai danni della collettività. L’imprenditore ha corrotto non solo la giunta di centrosinistra ma anche il referente politico dell’opposizione. Come dire che se si corrompono in un solo colpo maggioranza e opposizione vuol dire che la prospettiva di imbrogliare diventa più vantaggiosa. La cosa che indigna di più in questa circostanza è che nelle democrazie l’opposizione è sempre stata considerata un “cane da guardia” della maggioranza, in modo tale da controllarla e bloccarla nei comportamenti scorretti. In Italia, invece, a controllare l’immoralità e la disonestà politica di una maggioranza non c’è più nessuno. Si tratta di una squallida trasformazione del ruolo della politica, finalizzata alla logica della spartizione di cariche e denari della collettività tra maggioranze e opposizioni che avrebbero dovuto essere spesi per il bene comune. Qui il “bene comune” è l’idea concreta di società che dovrebbe essere la destinataria dell’azione politica del governo. Viceversa, con una trasformazione di 180°, un’intera classe politica regionale ha mostrato il peggio degli esseri umani, un misero e squallido modo di governare. Come chiamare questa gente? Canaglie? Ladri? Imbroglioni? Delinquenti? Farabutti? No. Non possiamo permetterci di chiamarli così, perché finché non si arriva a una sentenza definitiva vige sempre il criterio dell’innocenza. Triste destino quello di una società che nel mentre permette a dei mascalzoni di abusare del proprio ruolo fino a insozzare il concetto di politica e di morale non riesce a dare senso all’idea di giustizia e di correttezza.
La seconda riflessione che vogliamo proporre è l’elenco dei beni sequestrati all’ex compagno Del Turco che fu della cordata di Craxi ai tempi del socialismo del PSI. Si tratta di: undici appartamenti e ville, soldi in contanti, conti correnti pieni di denaro, titoli si stato, garage, auto di grossa cilindrata, orologi di marca ed altro. Può mai un elenco così nutrito e variegato far pensare alla involontarietà dell’azione dell’ex Governatore dell’Abruzzo nell’accettazione delle tangenti? Ebbene, lo sfrontato ex compagno, interpellato dalla stampa ha detto che “ha fiducia nella magistratura”. Ironia o insolenza? Fate voi. Per parte nostra si conferma una volta di più l’equazione tutta italiana di politica=imbroglio ai danni dei più deboli. Ripetiamo: che tutti gli inganni e tutte le appropriazioni indebite che sono state fatte dai politici inquisiti e quasi mai condannati come si doveva, sono state effettuate ai danni della povera gente, onesta, che vive la sua vita con mille difficoltà, che non trova il denaro a sufficienza per vivere fino alla fine del mese quando i ricchi e sfrontati politici, dirigenti, industriali, professionisti del foro e azzeccagarbugli vari vivono nell’abbondanza e nello sperpero delle risorse del paese. A questo proposito gli Eminentissimi Cardinali della nostra amata Chiesa Cattolica Romana e Apostolica non hanno nulla da dire
sabato 18 luglio 2009
Imbrogli e ingiustizie.
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