mercoledì 1 giugno 2005


Novità all’ultimo momento nel Referendum del 12 e 13 Giugno 2005.

A pochi giorni dal referendum sulla “procreazione assistita” del 12 e 13 Giugno, una confusionaria trasmissione televisiva, confezionata all’ultimo momento dalla TV di Stato, svela, in "zona Cesarini", che l’attuale normativa sulla procreazione assistita presenta una contraddizione che ha dell’incredibile. Pensate che, secondo una corretta interpretazione giuridica dello stato attuale della normativa vigente, allo stato attuale esistono (coesistono) due leggi. Una è l’attuale legge n.40 del 2004, che afferma che è obbligatorio tutelare fino a casi limiti estremi l’embrione, impedendo a chiunque modificazioni e manipolazioni (anche terapeutiche) sul futuro nascituro. L'altra, quella sull'aborto del 1976, che afferma che quando l’embrione diventa feto e, pertanto, "personcina” nel grembo della madre, si può consentire a quest’ultima di abortire, “purchè entro e non oltre un certo numero di settimane”. Capito? Prima si fa il diavolo a quattro per impedire qualunque intervento medico e poi si permette con relativa "facilità" ai genitori di decidere se eliminare o meno l’esserino vivente. Ditemi voi come chiamare questo fatto: incongruenza, illogicità, incoerenza, distrazione del Legislatore? No! Noi la chiamiamo incompetenza e inaffidabilità di un’intera classe politica che, quando legifera, non pensa alle conseguenze e al quadro normativo ma a una sola cosa: preservare l'ideologia preconcetta del partito che essa esprime, infischiandosene delle conseguenze. Siamo dell'avviso che questo referendum è sbagliato e dannosissimo. Una squadra di attori grossolani, come sono i radicali, hanno montato su questa pessima rappresentazione politica, facendo spendere allo Stato qualcosa come trecentocinquanta milioni di euro che avrebbero potuto essere spesi per temi più importanti. Invece no. Dobbiamo subire le pulcinellate di questi guitti della politica italiana che, adeguatamente sostenuti da una sinistra anticlericale e antimoderna, impongono a un intero Paese di mobilitarsi contro voglia per votare una serie di referendum che i cittadini italiani avrebbero volentieri evitato. Per contro, da parte della Chiesa cattolica, stiamo assistendo a una messa in scena che ci ricorda il 1948, ovvero "o la vita o la morte", con una campagna di mobilitazione che impone a tutti i cattolici di sostenere il "non voto". L'alternativa è quella di una minaccia più o meno esplicita che produce una pressione psicologica straordinaria sui cittadini contrari al referendum. Insomma, come dire che ci stiamo trovando "tra l'incudine e il martello". Purtroppo, questa è la sensazione che stiamo provando in questi momenti. E non è una bella cosa.

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