lunedì 29 agosto 2005


Calcio, nuove trasmissioni e "imbroglietti" vari.

Tutti i giornali di oggi sono pieni di titoloni sulla “grande rivoluzione” del calcio: la cosiddetta “bonolizzazione” della nuova trasmissione televisiva sul calcio della domenica. “Ore 18, la svolta”, oppure “Data storica”, ovvero “Svolta epocale”, o invece “Capitombolano le grandi trasmissioni”, ecc… Incredibile! O qui sono diventati tutti matti, oppure noi non abbiamo capito niente di questa grande "rivoluzione" che trasformerà il nostro universo fisico e mediatico. Dicono che con la nuova trasmissione, che Mediaset è riuscita a strappare alla RAI, addirittura si può parlare a pieno titolo di cambiamento del linguaggio e, pensate, si è certi che il cambiare stile e registro linguistico (tanto per intenderci invece di dire “contropiede” adesso si dirà “ripartenza”) significa che è nata un’altra storica rivoluzione nella comunicazione! Questi i fatti, o meglio i “fantafatti”. Passiamo adesso alle nostre opinioni. Noi preferiamo chiamarli con il loro vero nome e cognome: si tratta di baggianate e stupidaggini planetarie! Nient’altro. Noi apparteniamo, con orgoglio, alla categoria di quegli italiani, pochi, che non vedevano prima il pessimo calcio italiano e, a maggior ragione, non lo vedranno neanche adesso. Anzi! Meglio. Se prima cambiavamo canale al solo apparire di un Kakà o di un Kafù, per non parlare dell’indigeribile e sputacchiatore Totti, adesso faremo di meglio: spegneremo addirittura il televisore e sprofondando in una comoda poltrona leggeremo un bel romanzo. Da questo punto di vista forse la rivoluzione c’è: senza indugi chi la pensa come noi spengnerà cellulari e televisione e accenderà la radio per ascoltare della buona musica. Che poi il Presidente del Consiglio gongoli (e faccia soldi in maniera scorretta) per avere strappato i diritti televisivi del calcio alla RAI, questo noi lo sapevamo da parecchio che prima o poi sarebbe successo. Anzi, ci meravigliamo come mai Lui e il suo omologo pelato, Galliani (presidente del Milan di proprietà privata di Berlusconi e contemporaneamente presidente della Lega calcio di proprietà pubblica), abbiano aspettato ben quattro anni di governo per prendersi anche questa ultima fetta di affare e completare il conflitto di interessi. Ormai siamo alla frutta. In questo paese non si era mai vista una vergogna del genere. E che vergogna.

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