Desideriamo prendere a pretesto due notizie relative alle città di Roma e Reykjavik per fare una riflessione generale su dove sta andando la società italiana. In questi giorni, nel suq delle informazioni giornalistiche imbarazzanti emergono due fatti degni di nota per gli scopi di spiegazione che ci proponiamo di conseguire. Richiamiamo la vostra attenzione sul fatto che questo blog sin dal lontano gennaio 2003 si è posto un preciso obiettivo strategico: mostrare il nostro Paese per quello che è, cioè per la desolante povertà antropologica e per la mediocrità della proposta etica di vita che propone ai suoi cittadini. Nello stesso tempo ci interessa far emergere che molti dirigenti politici italiani (ricordiamo che in Parlamento siedono più di un centinaio di inquisiti e condannati con sentenze di notevole gravità) sono lontani anni luce da una condotta di vita morale ed etica. In altre parole, siamo del parere che il paese, oggi, è nelle mani di una degradata rappresentanza politica che amministra la cosa pubblica in modo identico a un comitato di affari. Si tratta della modalità più vergognosa che si possa immaginare nel mondo della vita pubblica, lontana da una condotta di impegno civile e morale che dovrebbe esercitarsi all’insegna dei valori fondanti della vita che prevedono la rinuncia alle comodità e alle prebende ingiuste e spesso immorali, la generosità dell’offerta di lavoro verso il prossimo, l’impegno a colpire le varie canaglie parassite e, in definitiva, a fornire alla società un modello virtuoso di comportamento onesto e incorruttibile. Tra l’altro opposizione e maggioranza si richiamano a radici storiche e politiche che hanno a che vedere con veri santuari di altruismo e di impegno civile, come il socialismo da una parte e il cattolicesimo dall’altra. Vuol dire che i figli sono tali e quali come i padri oppure i figli sono degenerati in mariuoli contro gli insegnamenti virtuosi dei padri? A voi la risposta. Per parte nostra siamo del parere che gli italiani hanno perduto il senso della severità verso i costumi facili e il senso della fierezza del sacrificio nell’evitare le scorciatoie facili e illusorie e hanno deciso di stare lontani da una vita che mostri un senso francescano di comportamenti irreprensibili. Severità, rigore morale e civile, fermezza nei principi morali, intransigenza sul lassismo, impegno, sacrificio, vita intesa come dono di se stessi per i principi morali ed etici nella società sono diventati oggi concetti lontanissimi dagli italiani che hanno potere e che “contano” dal punto di vista delle professioni e degli uffici che dirigono. Naturalmente casi infrequenti e rari sono possibili, ma come insegna la statistica non fanno testo. Per la nostra breve analisi partiamo da due notizie che riguardano la vita di due capitali europee che più diverse di come sono non possono essere. Si tratta delle due capitali dell’Italia e dell’Islanda. Ecco l’analisi. Roma è sporca mentre Reykjavik è pulita. Roma è sozza e la sua sporcizia è doppia: da una parte è piena di sudiciume fisico (vedi spazzatura, strade impraticabili, piazze sporche, rifiuti ovunque, muri imbrattati, prati e aiuole impossibili da definirsi tali, etc. tali da sembrare una bidonville africana) e dall’altra è piena di lerciume morale (giunte municipali che non fanno gli interessi dei cittadini, aziende pubbliche che spendono denaro pubblico in modo indecente, comitati di affari che nel chiuso di consigli di amministrazione programmano scempi edilizi, etc. tutti impegnati a imbrogliare le carte per favorire gruppi di potere e ottenere il massimo dei vantaggi a favore degli spolpatori di professione della cosa pubblica romana, ed altro ancora). Reykjavik, viceversa, è pulitissima, ordinata, integerrima, luterana. Ha un efficiente sistema di pulizia della città, di raccolta differenziata della spazzatura, con cittadini attenti al senso civico e pieni di attenzioni verso la loro capitale. Possiede un eccellente servizio di trasporti e gli automobilisti della città nordica non si comportano come i romani, dove se ci si ferma al giallo di un semaforo il minimo che ci possa accadere è di sentirsi gridare dietro: “ahò, noi ar semaforo nun ce fermamo neanche cor rosso e tu te fermi cor giallo”? Delle due l’una: o il dna degli italiani è da primitivi che pensano solo a soddisfare i bisogni primari del mangiare infischiandosene del resto, oppure gli italiani sono persone oneste e corrette che si sono affidati prima a un socialismo da bottega e adesso a un cattolicesimo di facciata che, per quest'ultimo e tanto per fare un esempio attuale, nasconde desideri sessuali repressi da liberare in libertà con le veline di turno. Volevamo aggiungere una virgola di informazione. E’ di qualche giorno fa la notizia che l’AMA, la municipalizzata del Comune di Roma, il cui Presidente è stato nominato recentemente dal nuovo Sindaco Alemanno, ha assunto sessanta persone per chiamata diretta e non per concorso pubblico. Tra l’altro dei sessanta, nessuno è netturbino ma tutti sono impiegati a vari livelli di qualifica. Come dobbiamo chiamare questo modo di procedere? Una svista del neo Presidente dell’AMA oppure che “Francia o Spagna purchè se magna”? A Reykjavik sembra che non si faccia così.
mercoledì 10 giugno 2009
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