lunedì 23 agosto 2010

La fiducia è una cosa seria e la si dà solo alle cose serie.

Vi ricordate qualche anno fa lo slogan pubblicitario di un’antica azienda casearia che parlava della fiducia da dare ai propri formaggi? Lo slogan era efficace e fece presa sull’immaginario di molti italiani. La conclusione fu che quell’azienda fu premiata nelle vendite perché inviava ai consumatori un messaggio semplice e cristallino relativo al fatto che i suoi prodotti dovevano godere della fiducia dei consumatori perché l’azienda li produceva in modo serio. In effetti, quel formaggio era gustoso e, soprattutto, era un prodotto che non cambiava nel tempo dando garanzie di stabilità. Se proponeva un gusto, il gusto era quello, non cambiava nel tempo e dava certezze di rimanere tale. Se affermava che il colore sarebbe rimasto sempre quello, il colore non si modificava nel tempo. Insomma, il consumatore aveva più di una garanzia che il prodotto rimanesse immutabile e invariabile nel tempo. Fuori metafora, parliamo adesso di un altro prodotto, questa volta politico, e analizziamo alla luce dello slogan di prima il comportamento del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in merito all’azione politica da lui condotta in questo terzo anno del suo terzo mandato di Capo del Governo. Nella sua ultima campagna elettorale la pubblicità fu chiara: votatemi in massa perché con una larga maggioranza avrete un esecutivo forte, incisivo, immutabile e, soprattutto, governerò il paese in modo sicuro e stabile. In pratica Berlusconi prometteva stabilità e certezze. Com’è finita? A pesci in faccia. Il suo partito, dopo la fusione con quello di Gianfranco Fini, è diventato una “casa di appuntamenti” in cui le cricche si incontrano tra loro e curano i propri interessi privati. Gente che entra ed esce (alcuni dal carcere). Politici indagati e impresentabili. Ministri che si sono dovuti dimettere per imbrogli. Una fetta consistente del partito che fa un gruppo politico differente da quello in cui si trovava ma che vota la fiducia. E cose simili. Mai uno slogan che doveva dare certezze di governo fu più falso di quello proposto da Berlusconi. Nonostante la maggioranza bulgara ottenuta per mano di un’opposizione inutile, inconsistente e di mediocre valore, Berlusconi tutto ha fatto tranne che mantenere le promesse. Anzi. Sta facendo perdere tempo e posti di lavoro al paese per la mollezza e la vaporosità della sua azione politica, tutta tesa a difendersi dalle accuse della magistratura. Non c’è giorno che egli non tuoni e minacci le elezioni anticipate se non si farà come dice lui. Alla fine, l’orrendo risultato è sotto gli occhi di tutti: il fallimento totale di un modo di governare, che dal concreto “ghe pensi mì” sui problemi si è trasformato in un risentito e rancoroso “gliela faccio pagare” di vendette personali. Con l’amico e alleato furbacchione Bossi non ha ancora realizzato il federalismo perché come lo vuole la Lega Nord sbrindellerebbe l’Italia. Con il suo governo ha perduto pezzi perché ha scelto ministri inadeguati e indagati dalla magistratura per accertati imbrogli: celebre quello di Scajola che acquista una casa e dopo un tira e molla ridicolo dice di avere scoperto che qualcuno gli ha pagato la casa. Semplicemente ridicolo e inaffidabile. E’ da mesi che il governo non fa nulla per superare la crisi economica internazionale. Butta fuori dal partito, alla maniera del Comintern comunista sovietico, nientepopodimenoche il cofondatore del partito (mica un qualunque sbarbatello di parlamentare di provincia) perché Fini si è permesso di essere contrario ad alcune sue idee. Sul fronte giudiziario è assillato dall’idea che possa essere condannato dalla magistratura e sforna un provvedimento legislativo a suo uso e costume di pre-assoluzione da qualunque reato che è uno schiaffo alla Costituzione, dove si dice chiaramente che tutti i cittadini sono uguali. Che fiducia si può nutrire in un Capo del Governo che si dichiara sbigottito dal fatto che il Presidente della Camera, sbattuto fuori dal partito che ha fondato, non si dimette come Lui vorrebbe che facesse? Di paradossale c’è invece che la cacciata di Fini e degli altri dal Pdl è un classico provvedimento da Progrom senza la possibilità di un contraddittorio. Nel campo fiscale riesce, con 36 leggi ad personam votate dalla sua maggioranza, a non pagare quasi un miliardo di euro di tasse e risarcimenti vari. Cosa volete di più? Che fiducia dare a un uomo ormai bollato da tutti come inaffidabile? Che fiducia dare al fatto che a livello internazionale nessun Premier di spessore vuole incontrarlo perché si vergogna di farsi ritrarre con lui? Che fiducia si può avere in un Presidente del Consiglio che prima espelle dal partito il cofondatore dello stesso partito e poi dichiara che “è paradossale che Fini faccia un gruppo indipendente” alla Camera? Che fiducia si può dare a un Premier che stravolge la Costituzione perché considera “formalismi inutili” le regole costituzionali e non riconosce il ruolo superpartes del Presidente della Repubblica al quale vuole imporre il diktat delle elezioni anticipate perché, a suo dire, “è il popolo che lo reclama”? Che fiducia si può dare a un Capo del governo quando lo stesso individuo è Capo della maggiore catena televisiva privata e nomina i responsabili della televisione pubblica con un conflitto di interessi planetario? Che fiducia dare a un uomo che ha introdotto nelle televisioni private un modello negativo di trasmissioni basato sull’apparire semivestite (il velinismo), sulla sguaiatezza dei dibattiti e sullo strapotere della pubblicità in televisione? Che fiducia si può dare a un Presidente che ha tradito la sua concezione religiosa perché è pluri-divorziato (la fede cattolica vieta e condanna il divorzio), si porta in camera delle escort e invece di andare alla festa di compleanno della figlia, dove c’è anche la moglie, frequenta in altri posti minorenni? Che dire di un Capo del governo che prende in giro la Chiesa cattolica permettendo l’approvazione di leggi che sono tutte contrarie ai principi della solidarietà dei più deboli (vedi gli immigrati)? Che fiducia si può nutrire in un Capo dell’Esecutivo, padre padrone, che considera i sondaggi l’unico strumento che prende in considerazione per dare direzione e incisività alla sua azione di governo? Appunto: nessuna fiducia. A questo individuo, che stravolge la Costituzione un giorno si e l’altro pure, non bisogna dare alcuna fiducia e sperare che venga definitivamente inviato in pensione. Il come conseguire questo obiettivo dovrebbe essere materia di impegno politico dell’opposizione. Ma esiste in questo paese un’opposizione? A noi non sembra. Anzi. E’ la grande assente del dibattito.

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