Erano anni che pensavamo di protestare per il silenzio e l’inerzia dell’ATAC a proposito della scandalosa fermata del bus 218 alle Catacombe S. Callisto, in via Ardeatina, Largo Martiri delle Fosse Ardeatine. Abbiamo dovuto prendere atto che non era più possibile tacere dopo aver letto sul Corriere della Sera di Domenica 4 luglio 2010, una lettera che definirla insopportabile, per l’immagine terribilmente negativa che la città di Roma subisce, è poco. Ringraziamo la gentile lettrice che ha scritto la lettera perché ci ha "costretti" a intervenire. Ecco cosa dice la missiva, scritta da una Signora, che è un vero e proprio atto di accusa relativo all’insensibilità, per non dire all’incapacità, mostrata da chi è responsabile del servizio infrastrutture ATAC e/o del Municipio XI del Comune di Roma. Sappiamo che solo il Comitato “RomaArdeatino” ha protestato a suo tempo presso il Municipio XI per lamentare la colpevole assenza del medesimo in questa squallida circostanza. Più ancora ci indigna il silenzio assordante dell’Azienda Trasporti del Comune di Roma che in questa occasione ha fatto fare una imbarazzante brutta figura all’intera città per la mancata installazione di una semplice pensilina. In quella via, su quel lato della strada e a ridosso del pendio scosceso (vedi la foto 1), per i cittadini è stata finora un’impresa scomoda e pericolosa aspettare l’autobus 218, soprattutto quando ci sono decine e decine di turisti (vedi la foto 2)che si sistemano, ammassati alla meno peggio, aspettando il bus o, nell’attesa, per ripararsi in inverno dalla pioggia e in estate da un sole sahariano ai bordi della strada, senza alcun marciapiede e in un’area polverosa, malagevole e ristretta, piena di erbacce (vedi la foto 3). A peggiorare le cose c’è il pericolo che gli automobilisti che provengono dalla discesa del Vicolo delle Sette Chiese (vedi foto 4), quasi sempre a velocità sostenuta e non rispettando di solito lo stop alla confluenza con la via Ardeatina, possano investire i malcapitati turisti con tutte le conseguenze penali che potrebbero insorgere in caso di probabile incidente. In una capitale civile, a quest’ora, l’Azienda Trasporti e/o il Municipio di quella città avrebbero realizzato da tempo una gradevole e pratica costruzione, in grado di proteggere dagli agenti atmosferici gli stupiti utenti che, lo ricordiamo, al 99% sono turisti stranieri. Viceversa, a Roma ciò non è mai stato fatto mostrando una penosa e impressionante fuga dalle responsabilità di chi compete la decisione. Sempre in un paese civile - dopo la pessima figura fatta agli occhi delle decine di migliaia di turisti che in tutti questi anni saranno rimasti sconcertati dalle condizioni primitive della fermata - i responsabili del servizio infrastrutture che hanno responsabilità in questa faccenda avrebbero dovuto essere stati, come minimo, trasferiti d’ufficio. Invece qui, da noi, questo non succede mai! Da anni si continua a eludere il problema con una sfrontatezza che rasenta la provocazione, mostrando una triste e angosciante condizione di inadeguatezza a gestire la cosa pubblica che sconcerta. Perché tutto questo? Vediamo di riflettere insieme per chiarire le ragioni di una così colpevole assenza delle istituzioni preposte che avrebbero dovuto risolvere il problema subito. Ci chiediamo come mai il Responsabile ATAC delle Infrastrutture e/o l’Assessore ai lavori pubblici dell’XI Municipio non abbiano mai compreso l’importanza strategica di una fermata come quella delle Catacombe di S. Callisto, dove passa un solo autobus, il 218, che è un autobus importantissimo perché collega Piazza S. Giovanni - dunque il centro di Roma attraverso l’intera via Ardeatina che va verso la Clinica S. Lucia - con il Santuario del Divino Amore. C’è una sola ragione che spiegherebbe il motivo della disattenzione del duo ATAC/Municipio: ovvero l’incapacità e l’inadeguatezza del/dei responsabile/i a comprendere l’importanza strategica di una fermata che è lo specchio e l’immagine dell’intera capitale, perché osservata quotidianamente da centinaia di turisti stranieri che si fanno un’idea falsa e inesatta del senso civico della città. In poche parole, le persone che aspettano l’autobus 218 in quelle condizioni da “terzo mondo” si fanno l’idea che i cittadini romani sono identici ai loro amministratori. Il che non è vero, e noi vogliamo protestare vivamente in quanto non ci riconosciamo in questa politica del “vivacchiare eludendo”. Noi non ci sentiamo responsabili di questo disastroso modo di dare il “benvenuto” ai turisti di tutti i paesi del mondo. Al posto dei due responsabili noi avremmo già da tempo fatto guerra a tutte le burocrazie italiche e avremmo messo a disposizione la nostra qualifica professionale se non fossimo riusciti a risolvere il problema. Non arriviamo a dire che ci vergogniamo di essere cittadini romani perché sarebbe troppo. Ma crediamo di avere il diritto di pretendere che si intervenga immediatamente per risolvere questa gigantesca e negativa sciagura pubblicitaria che discredita la città di Roma. Ci scusiamo per le parole dure dirette ai responsabili del servizio, ma non ci si può chiedere ipocrisia o, peggio, accondiscendenza nei confronti di un problema che viene colpevolmente eluso.
P.S. A questi link altri commenti relativi all’evento.[1] [2] [3][4]
sabato 28 agosto 2010
Scandaloso livello di inciviltà a Roma.
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