giovedì 17 novembre 2011

L’imbroglio della sconfitta della politica.

Il governo Monti è accusato, da destra a manca, di essere un governo tecnocratico, cioè formato solo da tecnici e da nessun politico. Questa è la notizia che desideriamo commentare senza peli sulla lingua. Se si fa attenzione alla semantica il giudizio è vero perché in effetti nel governo Monti non ci sono parlamentari eletti (si fa per dire) dai cittadini alle ultime elezioni. Il fatto è che chi dà questo giudizio non lo fa secondo il significato delle parole ma con altri scopi, non certo nobili. E qui casca l’asino perché il doppio livello di significato, quando nasconde faziosità e settarismi vari, è pericoloso perché si falsa la realtà e si fanno intendere menzogne al posto della verità. Ma procediamo per ordine. Dicono che con una nomina estranea al risultato delle elezioni è stato commesso un “ribaltone antidemocratico”. Dicono che è stata alterata la “dinamica della democrazia”. Dicono che è stata messa la “politica nella naftalina”. In più, si entra nella polemica dei volti e dell’abbigliamento, dicendo che si è passati “dalla bandana al loden”. Dicono che è il governo delle “lobby e dei poteri forti”. Dicono che questo nuovo governo non ha “titoli politici” e che è stato sostituito da un “Consiglio di facoltà” o, peggio, che è la trappola dei banchieri che “esautora la politica”. Dicono. Dicono. Si potrebbe continuare ancora per molte righe. In tutte queste dichiarazioni emerge un disprezzo per le regole e una polemica feroce che non ha precedenti. A questa gente non interessa nulla che ci sia un appoggio parlamentare che sfiora il 90%. Che siamo in una emergenza finanziaria che mina la credibilità internazionale dell’Italia e ci sta portando al disastro economico-finanziario. Questa gente non si pone il concetto di legittimità parlamentare dove il Parlamento alla fine vota in un senso o nell’altro. Scusate: ma chi dovrebbe essere la politica, quella condotta da soggetti come Scilipoti & C. che hanno permesso la sopravvivenza del Governo Berlusconi per un anno? Noi siamo consapevoli che questo governo nasce da una emergenza politica e che quindi si tratta di una fase di transizione temporanea per permettere una condizione più consona al confronto politico. Noi rifiutiamo il giudizio dato sulla base dell’emotività della caduta di Silvio Berlusconi, cioè dell’uomo che ha portato il paese al minimo storico di credibilità internazionale. Questa gente dà giudizi inutili e dannosi, per giunta basati solo sulla forza della polemica e sul vuoto delle idee. Tra le tante cose come si può dare un giudizio di merito su un governo di cui ancora non si conosce il programma e gli intenti specifici? Noi siamo stati abituati a dare giudizi solo se in possesso di dati e di informazioni certe. In caso contrario, si può solo sospendere il giudizio e rimandare al dopo le proprie critiche. A leggere gli scritti del quartetto Cetra (ovvero gli estremisti di destra Ferrara-Sallusti-Belpietro e Feltri) o ad ascoltare le interviste del trio Lescano (ovvero gli estremisti rossi di sinistra Ferrando-Ferrero-Vendola) ci sentiamo di affermare che tra la sobrietà di Mario Monti e la spregiudicatezza di Berlusconi preferiamo il primo perché fa odore di colonia e non puzza di bruciato.

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