Questa mattina abbiamo letto, nel post di ieri del 2 gennaio, il commento anonimo di un Signore che consideriamo interessante e meritevole di una risposta articolata. La mettiamo in forma di lettera aperta. Il testo del commento lo si trova nella pagina dei commenti, al terzo posto.
Caro Anonimo,
intanto grazie del commento. Cercherò nei limiti del possibile di rispondere brevemente. Iniziamo dall’«errore» che io avrei commesso nel leggere i due quotidiani da lei citati. L’ho già detto altre volte su questo blog: io non leggo né La Repubblica né, a maggior ragione, L’Unità per il semplice fatto che sono abbonato da decenni al Corriere della Sera e non sono iscritto a nessun partito. Dunque, se sono responsabile di essere politicamente schierato prenda atto che non è quella la fonte a cui riferirsi per catalogarmi in uno o nell'altro schieramento. Aggiungo che sono sempre stato un acceso avversario della sinistra e delle sue idee estremiste tanto da dover subire più di una volta accuse di essere un conservatore della peggiore specie. Ovviamente non sono di destra e per nulla al mondo della berlusconiana Forza Italia, che a mio avviso è un sinonimo di partito aetico che cura gli interessi di Silvio Berlusconi. Non sono neanche un qualunquista perché la mia deformazione professionale mi porta a ragionare secondo il "principio dei minimi errori". Cioè il mio voto lo darò sempre a colui che potrà commettere il minor errore. Non sono così stupido da non andare a votare facendo decidere gli altri al posto mio, nè essere preso all’amo dal populista di turno. Tra le tante cose io non sono nemmeno un giornalista che ha accesso a fonti e notizie indipendenti. Mi debbo fidare di quanto dicono il CdS in veste cartacea e dei giornali on-line più accreditati. Comunque, non è colpa mia se essi hanno sbagliato a dare delle percentuali errate: non 12% ma 2,8%. Rimane il fatto che il valore assoluto di 10 milioni di televisori accesi è corretto. Riconosco pertanto che la sua critica su questo particolare elemento è giusta ma limitata solo alla percentuale. Ma io non potevo fare altrimenti. L’alternativa era parlare del nulla. In ogni caso il problema non è tanto l’ordine di grandezza della percentuale quanto, a fronte di una aspettativa di bassissimo ascolto, la sostanziale tenuta. Le ricordo che mai nella storia della Repubblica si era vista una simile concentrazione di fuoco e il boicottaggio dichiarato contro il discorso di un Presidente della Repubblica. Se poi la notizia della percentuale errata dovesse essere considerata un indice di faziosità, mi creda, il valore che mi attribuisco sarebbe molto basso. In un intervallo da 1 a 100 lo quantificherei non più di uno!
Ma entrambi sappiamo bene che il motivo che l’ha portata a scrivere sul mio blog il suo stimolante commento non è la percentuale di ascolti. Lei, dica la verità, si è irritato per la mia decisione di includere il nome di Grillo e del suo M5S nel girone dantesco dei dannati, nel quale si trova in pessima compagnia con Berlusconi e Salvini. Questo è il vero problema e la posta in palio. Lei sa bene che le cose stanno proprio così. Qui si sta giocando non una, ma la partita per la sopravvivenza, perchè alle prossime elezioni il pericolo che corre il padrone del M5S è quello della sua emarginazione per scarso consenso. Grillo corre il serio rischio di fare come i gamberi e di passare dal 25% circa di consenso attuale, non al 51% come spera, ma al 10% circa. Si tratterebbe della più grande cura dimagrante di consenso della storia della Repubblica di un partito o movimento, tale da renderlo inoffensivo nel prossimo Parlamento. Io posso essere accusato di essere cieco nel non avere controllato la validità della stima degli ascolti ma lei mostra di essere non solo cieco nelle idee di politica nazionale ma anche sordo al fatto che si rifiuta di comprendere che Grillo dall’inizio della legislatura ha preso solo cantonate. Grillo all’indomani dei risultati delle ultime elezioni avrebbe dovuto, a mio parere, fare una sola cosa: permettere al mediocre Bersani di fare con il suo concorso quella rivoluzione politica nel campo delle riforme che tutti si aspettavano facesse. Era necessario chiudere definitivamente il ciclo del berlusconismo mediante una rivoluzione politica, culturale, civile e, soprattutto, educativa. Educare il popolo che si poteva essere onesti in politica era a parere di chi scrive il mandato ricevuto dai suoi elettori. Invece, con le sue denunce esagerate e insensate - imbevute di un vuoto populismo mediocre e anomalo - ha permesso non solo la sopravvivenza di Berlusconi come leader ma anche la formazione del "governo delle larghe intese" che io non ho mai digerito ma che è stata l’unica risposta possibile per non andare alle elezioni e rischiare di ottenere un risultato fotocopia. Grillo e solo Grillo è responsabile di ciò. Possibile, mi chiedo, che un leader che ha generato tante aspettative di giustizia, di equità e di necessità di riforme - che andassero incontro alla sete di onestà e di correttezza delle gente - non abbia compreso questo fatto così elementare? Non si può chiedere di avere il 51% se almeno non si è iniziata l’opera di ricostruzione morale, etica ed educativa dello Stato. Tra le tante cose con un programma di governo riformatore il Pd avrebbe senz’altro accettato di eleggere Rodotà Presidente della Repubblica!
Lasci perdere poi l’ingenuo e inutile tentativo di utilizzare alcune parole della presentazione del mio blog dove si parla del disprezzo per i disonesti. Qui di disonesto politicamente c’è solo stato il rifiuto netto di Grillo di fare con Bersani un governo del cambiamento. Il disprezzo è per coloro che hanno la possibilità di cambiare la storia della politica italiana e invece l’hanno gettata alle ortiche. In ogni caso non parlerò mai male dell’attuale Presidente della Repubblica Napolitano (con la enne maiuscola) perché è molto probabile che avrà commesso qualche peccatuccio veniale ma non mortale. Estrema destra ed estrema sinistra, Lega Nord, Pdl (adesso Forza Italia), Pannella, Magistratura palermitana, Travaglio e tanti altri hanno fatto di tutto per incastrarlo. Non ci sono riusciti. Questi Signori (con la esse maiuscola) che lei difende tanto nella guerra contro Napolitano sono coloro che hanno commesso il peccato mortale. Non saprei definire diversamente il fatto relativo all’aiutino dato da Grillo a Berlusconi di avere imposto il governo delle "larghe intese" e conseguentemente di avere salvato Berlusconi dalla definitiva scomparsa politica. Mediti su chi ha rovinato l’Italia in questi mesi: io con la mia falsa percentuale o Grillo con la sua stupidità di avere permesso che non si cambiasse nulla nel modo di governare l’Italia?
Grazie del suo commento.
P.S. Scrivere il nome giorgio, come ha fatto lei volutamente con l’iniziale minuscola non sarà nel mondo della comunicazione telematica una mancanza di riguardo nei confronti del Presidente della Repubblica. La mancanza di riguardo in questo caso è di pertinenza della sua sola coscienza civile e solo di questa. Il fatto è che la mancanza di riguardo è anche mancanza di stile della persona che scrive di politica, come ha fatto lei quando si è rivolto a un estraneo come me. Non le voglio imporre nulla, sono fatti suoi. Ma, per rispetto allo stile (oltre che alla Grammatica con la G maiuscola) io non la posso politicamente prendere sul serio perché lei non mostra di essere all’altezza di saper dominare le sue passioni politiche utilizzando effetti di provocazione così grossolani contro il Presidente della Repubblica. Al contrario, io quando mi riferisco a Berlusconi, nonostante non lo possa soffrire, non solo scrivo il suo nome correttamente, con la B maiuscola, ma addirittura lo chiamo anche Signore (con la esse maiuscola). Perché se è vero come è vero che lui è un mio avversario politico, io devo dimostrare di essere all’altezza di poter essere considerato un suo avversario politico. Te capì? E lo dico a uno come lei che scrive testualmente : il discorso del beppe.