venerdì 3 gennaio 2014

Critici ridicoli e inaffidabili. (seconda parte)


Questa mattina abbiamo letto, nel post di ieri del 2 gennaio, il commento anonimo di un Signore che consideriamo interessante e meritevole di una risposta articolata. La mettiamo in forma di lettera aperta. Il testo del commento lo si trova nella pagina dei commenti, al terzo posto.

Caro Anonimo,

intanto grazie del commento. Cercherò nei limiti del possibile di rispondere brevemente. Iniziamo dall’«errore» che io avrei commesso nel leggere i due quotidiani da lei citati. L’ho già detto altre volte su questo blog: io non leggo né La Repubblica né, a maggior ragione, L’Unità per il semplice fatto che sono abbonato da decenni al Corriere della Sera e non sono iscritto a nessun partito. Dunque, se sono responsabile di essere politicamente schierato prenda atto che non è quella la fonte a cui riferirsi per catalogarmi in uno o nell'altro schieramento. Aggiungo che sono sempre stato un acceso avversario della sinistra e delle sue idee estremiste tanto da dover subire più di una volta accuse di essere un conservatore della peggiore specie. Ovviamente non sono di destra e per nulla al mondo della berlusconiana Forza Italia, che a mio avviso è un sinonimo di partito aetico che cura gli interessi di Silvio Berlusconi. Non sono neanche un qualunquista perché la mia deformazione professionale mi porta a ragionare secondo il "principio dei minimi errori". Cioè il mio voto lo darò sempre a colui che potrà commettere il minor errore. Non sono così stupido da non andare a votare facendo decidere gli altri al posto mio, nè essere preso all’amo dal populista di turno. Tra le tante cose io non sono nemmeno un giornalista che ha accesso a fonti e notizie indipendenti. Mi debbo fidare di quanto dicono il CdS in veste cartacea e dei giornali on-line più accreditati. Comunque, non è colpa mia se essi hanno sbagliato a dare delle percentuali errate: non 12% ma 2,8%. Rimane il fatto che il valore assoluto di 10 milioni di televisori accesi è corretto. Riconosco pertanto che la sua critica su questo particolare elemento è giusta ma limitata solo alla percentuale. Ma io non potevo fare altrimenti. L’alternativa era parlare del nulla. In ogni caso il problema non è tanto l’ordine di grandezza della percentuale quanto, a fronte di una aspettativa di bassissimo ascolto, la sostanziale tenuta. Le ricordo che mai nella storia della Repubblica si era vista una simile concentrazione di fuoco e il boicottaggio dichiarato contro il discorso di un Presidente della Repubblica. Se poi la notizia della percentuale errata dovesse essere considerata un indice di faziosità, mi creda, il valore che mi attribuisco sarebbe molto basso. In un intervallo da 1 a 100 lo quantificherei non più di uno! Ma entrambi sappiamo bene che il motivo che l’ha portata a scrivere sul mio blog il suo stimolante commento non è la percentuale di ascolti. Lei, dica la verità, si è irritato per la mia decisione di includere il nome di Grillo e del suo M5S nel girone dantesco dei dannati, nel quale si trova in pessima compagnia con Berlusconi e Salvini. Questo è il vero problema e la posta in palio. Lei sa bene che le cose stanno proprio così. Qui si sta giocando non una, ma la partita per la sopravvivenza, perchè alle prossime elezioni il pericolo che corre il padrone del M5S è quello della sua emarginazione per scarso consenso. Grillo corre il serio rischio di fare come i gamberi e di passare dal 25% circa di consenso attuale, non al 51% come spera, ma al 10% circa. Si tratterebbe della più grande cura dimagrante di consenso della storia della Repubblica di un partito o movimento, tale da renderlo inoffensivo nel prossimo Parlamento. Io posso essere accusato di essere cieco nel non avere controllato la validità della stima degli ascolti ma lei mostra di essere non solo cieco nelle idee di politica nazionale ma anche sordo al fatto che si rifiuta di comprendere che Grillo dall’inizio della legislatura ha preso solo cantonate. Grillo all’indomani dei risultati delle ultime elezioni avrebbe dovuto, a mio parere, fare una sola cosa: permettere al mediocre Bersani di fare con il suo concorso quella rivoluzione politica nel campo delle riforme che tutti si aspettavano facesse. Era necessario chiudere definitivamente il ciclo del berlusconismo mediante una rivoluzione politica, culturale, civile e, soprattutto, educativa. Educare il popolo che si poteva essere onesti in politica era a parere di chi scrive il mandato ricevuto dai suoi elettori. Invece, con le sue denunce esagerate e insensate - imbevute di un vuoto populismo mediocre e anomalo - ha permesso non solo la sopravvivenza di Berlusconi come leader ma anche la formazione del "governo delle larghe intese" che io non ho mai digerito ma che è stata l’unica risposta possibile per non andare alle elezioni e rischiare di ottenere un risultato fotocopia. Grillo e solo Grillo è responsabile di ciò. Possibile, mi chiedo, che un leader che ha generato tante aspettative di giustizia, di equità e di necessità di riforme - che andassero incontro alla sete di onestà e di correttezza delle gente - non abbia compreso questo fatto così elementare? Non si può chiedere di avere il 51% se almeno non si è iniziata l’opera di ricostruzione morale, etica ed educativa dello Stato. Tra le tante cose con un programma di governo riformatore il Pd avrebbe senz’altro accettato di eleggere Rodotà Presidente della Repubblica!
Lasci perdere poi l’ingenuo e inutile tentativo di utilizzare alcune parole della presentazione del mio blog dove si parla del disprezzo per i disonesti. Qui di disonesto politicamente c’è solo stato il rifiuto netto di Grillo di fare con Bersani un governo del cambiamento. Il disprezzo è per coloro che hanno la possibilità di cambiare la storia della politica italiana e invece l’hanno gettata alle ortiche. In ogni caso non parlerò mai male dell’attuale Presidente della Repubblica Napolitano (con la enne maiuscola) perché è molto probabile che avrà commesso qualche peccatuccio veniale ma non mortale. Estrema destra ed estrema sinistra, Lega Nord, Pdl (adesso Forza Italia), Pannella, Magistratura palermitana, Travaglio e tanti altri hanno fatto di tutto per incastrarlo. Non ci sono riusciti. Questi Signori (con la esse maiuscola) che lei difende tanto nella guerra contro Napolitano sono coloro che hanno commesso il peccato mortale. Non saprei definire diversamente il fatto relativo all’aiutino dato da Grillo a Berlusconi di avere imposto il governo delle "larghe intese" e conseguentemente di avere salvato Berlusconi dalla definitiva scomparsa politica. Mediti su chi ha rovinato l’Italia in questi mesi: io con la mia falsa percentuale o Grillo con la sua stupidità di avere permesso che non si cambiasse nulla nel modo di governare l’Italia?
Grazie del suo commento.

P.S. Scrivere il nome giorgio, come ha fatto lei volutamente con l’iniziale minuscola non sarà nel mondo della comunicazione telematica una mancanza di riguardo nei confronti del Presidente della Repubblica. La mancanza di riguardo in questo caso è di pertinenza della sua sola coscienza civile e solo di questa. Il fatto è che la mancanza di riguardo è anche mancanza di stile della persona che scrive di politica, come ha fatto lei quando si è rivolto a un estraneo come me. Non le voglio imporre nulla, sono fatti suoi. Ma, per rispetto allo stile (oltre che alla Grammatica con la G maiuscola) io non la posso politicamente prendere sul serio perché lei non mostra di essere all’altezza di saper dominare le sue passioni politiche utilizzando effetti di provocazione così grossolani contro il Presidente della Repubblica. Al contrario, io quando mi riferisco a Berlusconi, nonostante non lo possa soffrire, non solo scrivo il suo nome correttamente, con la B maiuscola, ma addirittura lo chiamo anche Signore (con la esse maiuscola). Perché se è vero come è vero che lui è un mio avversario politico, io devo dimostrare di essere all’altezza di poter essere considerato un suo avversario politico. Te capì? E lo dico a uno come lei che scrive testualmente : il discorso del beppe.

giovedì 2 gennaio 2014

Critici ridicoli e inaffidabili.


Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha presentato a reti unificate il suo discorso di fine anno agli italiani. Il goffo tentativo di boicottare la sua apparizione televisiva da parte di Forza Italia, del M5S e della Lega Nord è maldestramente fallito. Berlusconi, Grillo e Salvini hanno fatto una colossale figuraccia nel proporre un inspiegabile quanto impossibile boicottaggio. Dieci milioni di italiani, ovvero il 12% in più dello scorso anno, hanno seguito in tv il discorso di Napolitano. Dunque, siamo alle solite. Un rancoroso comico diventato patetico, un condannato alla galera per frode fiscale e un giovane visionario di microinteressi locali del nord Italia hanno fallito indecorosamente la sfida contro un anziano e onesto politico ultraottantenne della vecchia Repubblica che è stato in questi ultimi lustri uno dei pochi politici a difendere gli interessi dell’Italia in patria e all'estero. Gli stessi ridicoli uomini che adesso lo criticano sono andati mesi fa in processione da lui per fargli accettare la loro proposta di riconferma alla Presidenza della Repubblica. E adesso, scontenti e delusi della loro insipienza politica, hanno giocato l’ultima carta loro rimasta: lo sfascio delle Istituzioni. Sono stati clamorosamente battuti e presi a calci nel sedere dagli italiani che invece di boicottare il discorso cambiando canale lo hanno ascoltato con interesse e partecipazione. Quando tutti i Travaglio, i Grillo, i Berlusconi e i Salvini d’Italia mostreranno maggiore senso delle Istituzioni e, soprattutto, più modestia nell’approccio alla politica, forse il Paese non avrà più bisogno di piccoli attori da teatrino parrocchiale come loro.

lunedì 30 dicembre 2013

Promesse da marinaio e proverbiale inaffidabilità di Berlusconi.


Ci dispiace ma ormai Forza Italia o ciò che è rimasto dell'ex Pdl non è credibile. Ha perduto ancor prima di scendere in campo come nuovo (sic!) soggetto politico. Silvio Berlusconi aveva promesso “mari e monti”. Ci ritroviamo in una palude, per giunta piena di acque poco chiare. Aveva promesso a Napolitano di essere credibile e permettere un governo delle larghe intese con Mario Monti Presidente del Consiglio e non ha mantenuto la parola: dopo meno di un anno non gli ha rinnovato la fiducia. A seguire, aveva promesso a Napolitano di essere credibile e permettere un governo delle larghe intese con Enrico Letta Presidente del Consiglio e per la seconda volta consecutiva non ha mantenuto la parola. Anche qui dopo pochi mesi niente più fiducia. Adesso promette altre cose che, visti i precedenti, è evidente che non manterrà. Non parliamo poi dei suoi falchi e falchetti che un giorno si, e l'altro pure, se la prendono con il Presidente della Repubblica, peraltro votato da loro nominandolo sponsor ufficiale del Governo delle larghe intese di Enrico Letta. Adesso in modo più o meno ufficiale molti suoi parlamentari vogliono boicottare il discorso di fine anno di Giorgio Napolitano. Dicono che non si sentono più rappresentati dall'attuale Presidente della Repubblica. Prima lo hanno votato, promettendogli solennemente affidabilità politica, e poi lo pugnalano alle spalle con discorsi e proposte infantili e indecenti. Ammazza che bella politica fa questo "new centro-destra". La sera dell'ultimo dell'anno noi ci siederemo davanti al televisore e ci gusteremo il discorso di fine anno che il Presidente Napolitano, nei panni del maestro, farà ai suoi scolaretti parlamentari ed ex senatori somari e discoli. Sarà una vera e propria ramanzina, come si fa normalmente a scolari inaffidabili e insolenti. Altro che boicottaggio. Qui se c'è qualcosa da boicottare sono le promesse "da marinaio" di Forza Italia e del suo padrone pensionato.

sabato 28 dicembre 2013

Il perenne duello tra idee di civiltà e regressione incivile.


Nella migliore tradizione della massima semplicità osserviamo che sui social network ci si imbatte quasi sempre in due tipologie di personaggi che scrivono i loro commenti. Da un lato persone che sanno scrivere, che usano la lingua italiana in forme apprezzabili e che dicono molte verità in maniera articolata e critica, giustificando le loro tesi. Dall’altro lato ci sono personaggi di tutt’altro spessore culturale che si cimentano con interventi da matita blu nella prosa e sono dichiaratamente razzisti nel contenuto. Questa gente usa un linguaggio primitivo infarcito di parolacce. A una attenta lettura si percepisce chiaramente che è totalmente incapace di articolare un minimo di spiegazione logica. In poche parole, si tratta di persone che non sono credibili. Il grave è che non lo capiscono. E sapete perché? Perché affrontano argomenti delicati in modo rozzo e fatto grave in modo esagerato. Un esempio? Eccolo. La Signora Cécile Kyenge, ‏attuale ministro dell'Integrazione del Governo Letta, il 26 Dicembre scorso in 65 caratteri (spazi esclusi) ha scritto su Twitter le seguenti tredici parole: «2014 verso una nuova cittadinanza: chi nasce e/o cresce in Italia è italiano!». Uno dei cento commenti di risposta contiene una parolaccia, un’offesa personale e il paragone della Signora con una specie animale. E’ chiaro che il bon ton non è un punto di forza di questo genere di commentatore. E come lui ce ne sono a decine che lo seguono efficacemente. Discriminare gli immigrati clandestini è comprensibile, perché ci sono norme di legge che vietano di dare la cittadinanza a questi soggetti. Ma che senso ha fare in modo disgustoso del razzismo pesante e persecutorio contro la ministra che è italiana e più in generale contro gli immigrati legali e i loro figli che nascono in Italia? A proposito della contrapposizione fra il desiderato ius soli e l'attuale ius sanguinis l’inadeguatezza delle tesi scelte da questi soggetti è palese. Il fatto grave è purtroppo che fanno vergognare gli altri italiani che credono nel valore di civiltà del confronto e che non meritano di leggere una prosa offensiva. Noi abbiamo letto il cinguettìo del ministro più volte, ammirandolo, non solo per l'efficacia della comunicazione ma soprattutto per l'importanza che queste parole portano nell’idea di cittadinanza più adeguata a una società come quella nella quale viviamo. Noi siamo dell’avviso che la vera cittadinanza non passa né per il colore della pelle, né per l’appartenenza a una o piuttosto un’altra religione. Noi siamo per una cittadinanza che veda la sua primazia sull’idea di valori, cultura, appartenenza e lingua. Un bambino che nasce e va a scuola in Italia, che parla italiano, che viene educato secondo i valori della nostra Costituzione è da preferire un milione di volte al balordo razzista e xenofobo di turno che ci fa vergognare per le sue piccole idee.

mercoledì 18 dicembre 2013

Migranti, neofascisti e condizionamenti multiformi.


Colpiscono in questi giorni due immagini provocatorie. La prima riguarda la cosiddetta "piazza del movimento dei forconi” e la seconda si riferisce al filmato shock del centro di accoglienza dei migranti di Pantelleria. Due fatti apparentemente diversi ma accomunati entrambi dalla stessa idea, che in esse c'è un concentrato di violenza e di brutalità. Ma andiamo per ordine. E’ ovvio che manifestazioni democratiche di protesta che non sconfinano nella violenza non solo sono legittime ma migliorano il senso della democrazia e della libertà di espressione. Dunque, manifestare fa bene. Ma cosa c’entrano nelle manifestazioni del popolo dei forconi i gruppi di neofascisti che incitano alla violenza verbale? Siamo profondamente indignati dal fatto che la stampa e le Autorità non dicano a chiare lettere che questi gruppi neofascisti stanno prevalendo sulle prerogative del movimento dei forconi. Tra l’altro è evidente che si tratta di soggetti facinorosi che aggregano persone con chiari riferimenti al fascismo. Maschere tricolori, abbigliamento di colore nero, tatuaggi di Mussolini sulle braccia, saluti romani con il braccio teso, linguaggio dichiaratamente filofascista, cori da ultrà da stadio e tanto altro ciarpame intriso di aggressività. Ma l'apologia del fascismo non era un reato? Che cosa hanno in comune questi Signori con la protesta della povera gente che sta soffrendo in modo letale la crisi? Il movimento dei forconi non può accettare la presenza di questi provocatori di ultradestra. Dunque o si tira fuori subito, in modo netto e senza equivoci e ambiguità da questi pericoli di inquinamento politico oppure vuol dire che il movimento vuole essere filofascista. Non esistono terze posizioni. L’alternativa è la fine della democrazia della protesta. Naturalmente lo stesso giudizio vale per i centri sociali di estrema sinistra, infiltrati in queste occasioni di protesta. A nostro giudizio i gruppi neofascisti hanno scientificamente preparato la loro strategia. Lo scopo è chiaro: far apparire che la protesta sociale relativa alla crisi ha una connotazione di destra estrema. Il Ministero degli Interni deve vigilare con molta attenzione su questi soggetti ed evidenziare le prove relative alla tesi dell’opportunismo politico di costoro. L’altro fatto è altrettanto grave. Come è stato possibile che si sia verificato un fatto così doloroso e che nessuno l’abbia denunciato prima? I lavoratori del centro di accoglienza sono tutti conniventi? Le immagini trasmesse mostrano le condizioni disumane in cui si sono trovati i poveri extracomunitari, offesi due volte. Una volta per aver rischiato la vita nei naufragio e una seconda volta perché trattati come gli ebrei nelle attività igieniche della disinfestazione dei loro corpi. E’ necessario che la magistratura accerti immediatamente le responsabilità e processi questi infami individui che hanno trasformato il loro lavoro di operatori sanitari in torturatori scellerati e malvagi. Ne abbiamo le tasche piene di gentaglia che ci offende ogni giorno.

giovedì 12 dicembre 2013

Opposizione spregevole e piazza violenta.


Il Premier Letta ha ottenuto per la terza volta la fiducia del Parlamento. Tutto bene dunque? Si e no. Siamo dell'avviso che la strada del governo Letta è stata spianata per benino da molteplici fattori di coesione ma ci sono novità pericolose. Quali? Senza ombra di dubbio l'elezione del nuovo Segretario Renzi è il fattore coagulante più forte. Ce ne sono anche altri, riconosciuti da varie componenti, quali gli industriali, i sindacati e i pochi media indipendenti. Uno di questi fattori è a nostro giudizio il ruolo “poco nobile” dell’opposizione, che si caratterizza per la serie di sceneggiate e per il lessico adoperato. In pratica, per la prima volta dalla nascita della Repubblica, l’opposizione non è più una opposizione responsabile e istituzionale. In breve, il panorama politico che è uscito fuori nel 2013 evidenzia l'esistenza di una opposizione estremista e a tratti ribelle che soffia, in modo strumentale, sul malcontento creato in precedenza da Berlusconi. C'è di che preoccuparsi ma non di essa, bensì del tentativo eversivo di altri soggetti esterni che stanno cercando di mettere in ginocchio il paese. Ma andiamo per ordine. In primo luogo quali sono i partiti che rappresentano questo tipo strumentale di opposizione oggi in Parlamento? Tutti. Tutti i partiti presenti in Parlamento sono totalmente inadeguati, ribelli, provocatori e bugiardi. M5S, Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e persino Sel stanno dimostrando, con i fatti oltreché con il linguaggio biforcuto, di non essere all'altezza di fare una opposizione democratica e costruttiva. Le pulsioni che attraversano questi partiti, l'immaturità dei loro leader, lo spirito vendicativo che li anima e l'incapacità di lavorare per l'Italia stanno travolgendo i loro simboli, facendoli apparire più lobbies e meno partiti tradizionali. Paradossalmente questa colossale operazione di coagulazione oppositrice, eversiva e ribelle, sta permettendo di realizzare una maggioranza più coesa. E' normale che quando un gruppo dirigente vede avversari violenti, ossessionati dal potere, che non riescono a produrre nulla di buono, generano alla fine la massima coesione possibile in chi governa. Questa messinscena da avanspettacolo del trio Grillo, Berlusconi e Salvini è ridicola oltre che grottesca. Tutto è tranne che qualcosa di serio. Pericolosa è invece l'altra opposizione, quella cosiddetta "dei forconi". Qui le cose cambiano e sarebbe ora che il Ministro degli Interni e la magistratura agissero in fretta per colpire i reati che stanno commettendo i “capi e capetti” nascosti nella folla. C’è il valore del rispetto della legalità che ha la precedenza su tutto. Si rischia un assalto al Palazzo con bastoni e coltelli da briganti da parte di due tipi di frange estremiste: la criminalità organizzata da una parte e l’ala radicale del neofascismo di estrema destra dall'altra. Stanno facendo sistema. Fanno finta di confondersi tra i molti ingenui che protestano in buonafede e invece stanno ingrossando le fila di una protesta finalizzata allo sfascio. Ne sono testimoni, in una deriva incontrollabile, neofascisti, tifosi estremisti di calcio e malavita organizzata con episodi di violenza in tutto il paese che tutto sono meno che spontanei. Sanno che il tempo stringe e non troveranno mai più un'occasione d'oro come questa per fare una rivoluzione all'incontrario. Noi siamo del parere che prima la si stronca e meglio è.

martedì 10 dicembre 2013

Terrorismo giuridico.


La delegittimazione dei politici italiani esiste, si manifesta in modo spesso eclatante ma non è generalizzabile. Ci sono però alcune isole più o meno importanti che meritano rispetto e considerazione. Non è difficile individuare questo piccolo arcipelago, frastagliato e variegato di serietà. Anzi è doveroso. Tutto dipende dal metro di valutazione adoperato. Qui desideriamo porre all'attenzione di chi ci legge il nostro metro di misura, che tiene conto del cosiddetto "terrorismo politico". Ma il discorso sarebbe lo stesso anche per quello religioso, calcistico, fondamentalista, ecc.. Partendo dal presupposto che il terrorismo è violenza, potremmo dire che chi è più violento è più terrorista e chi è più terrorista è più politicamente inaffidabile di un altro. Evidentemente qui stiamo parlando di violenza verbale, ovvero di furore ideologico e non di furia manesca o, peggio, omicida come purtroppo dimostrano alcuni fatti che si riferiscono ai Centri Sociali e al movimento NoTav. Ecco alcuni campioni che desidereremmo porre all'attenzione di chi legge. Grillo del M5S, Berlusconi di Forza Italia, Salvini della Lega, Storace della Destra, Vendola di Sel, Alfano di Ncd, Epifani e/o Letta del Pd, Monti di Scelta Civica e Altri. Vogliamo proporre una classifica della violenza verbale di questi soggetti politici. Siete d'accordo sull'ordine che abbiamo dato alla graduatoria, partendo dal più violento per finire al meno violento? Domanda: con quale criterio abbiamo ordinato una siffatta graduatoria? La risposta è semplice: utilizzando alcuni indicatori. Eccone alcuni: tono della voce e attitudine a urlare, parolacce, gesti volgari, abilità nel provocare, capacità vendicativa, insulti, uso di gogne mediatiche, ecc.. Abbiamo lasciato fuori la "qualità" peggiore, quella più sottile e pericolosa, tipica di poche menti intelligenti: il “terrorismo giuridico”. In Forza Italia eccellono la coppia Brunetta-Santanchè, sistematicamente sempre in azione con articoli minacciosi, interpellanze e richieste alle varie Autorità garanti in cui il minimo è una minaccia di informare l’opinione pubblica di qualche segreto dell’interessato, spesso legato al suo stipendio. Attenzione, la coppia è pericolosa non solo per quello che dice e per quello che fa, ma soprattutto per "come" lo dice. Entrambi usano il tono pacato ma provocatorio, sorridono e nel frattempo fanno affermazioni pesanti sull'interessato e, non ultimo, si permettono di fare proposte iperboliche con minacce velate da figure retoriche come la preterizione, l'antitesi, la similitudine, ecc.. Del M5S Grillo è il capo indiscusso, ma non scherzano neanche i suoi parlamentari e i navigatori del suo blog, con minacce e con una fraseologia al limite del terrorismo psicologico. Poi c’è la Lega con i vari Borghezio, Salvini & Company. Questi sono veramente bravi a muovere passioni, a esaltare i loro iscritti con insulti e oltraggi rivolti agli avversari. Via via che ci si sposta da una parte all’altra dell’elenco il vocabolario cambia e da un certo punto in poi vira nel lessico e nei toni come quando si passa dal colore giallo al viola fino ad arrivare a intonazioni che sono tipiche da intellettuali snob che adoperano un lessico da chierichetti (v. Monti). Chi è schierato sa che per Grillo si tratta dell’unica possibilità che l'ex-comico possiede per attirare i polli. Particolarmente efficace è attualmente la "tenaglia" Berlusconi-Grillo-Salvini che la fa da padrone soprattutto contro l'euro. Dalla battaglia contro la moneta comune a quella contro l’UE, dalla immigrazione al razzismo, dalla xenofobia ai valori cosiddetti "non negoziabili", ecc.. sono tutti e tre in azione. Solo per questo fatto meritano che tutte le persone intelligenti, i moderati, i riformatori e tutte le persone che non si riconoscono in questi mostri del terrorismo politico li combattano fino in fondo con l’arma del voto e dei principi di uno Stato liberale e democratico. Sono tutti e tre populisti, demagoghi e soprattutto hanno interessi personali. Il mostro partorito in questi ultimi anni ha un nome: si tratta del nuovo drago lanciafiamme a due teste che noi chiamiamo Grillusconi. E i draghi, si sa, sono animali che nelle favole sono stati sempre combattuti e vinti. Un’ultima osservazione. Ma che fine ha fatto il reato di vilipendio al Presidente della Repubblica da parte del "mezzo-drago" Grillo? Come mai non si trova un solo Pm che lo incrimini per questo reato? Misteri della magistratura.

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