sabato 26 luglio 2008

E' morto Randy Pausch. Famosa la sua ultima lezione che commosse il mondo.

Il professor Randy Pausch, un docente universitario statunitense che ha raccontato la propria lotta con il cancro in un libro divenuto famoso nelle vendite mondiali, è morto negli USA ad appena 47 anni per le conseguenze di un tumore allo stomaco. La fama la ottenne non come docente universitario in Scienze Computer ma per come fece l'ultima lezione ai suoi studenti: in pratica un inno d'addio alla vita. Noi tempo fa abbiamo pubblicato un post su questa storia. Un altro essere umano privo di cattiveria ed ottimista se ne è andato. Abbiamo perduto ancora una volta un buono. Peccato. Lascia un bel ricordo ai suoi familiari e ai suoi studenti. Forse per loro è poco, per noi è molto. Ciao, professore.

mercoledì 23 luglio 2008

Paura del carcere e riconoscenza all’avversario: è questo il vero motivo della solidarietà di Berlusconi a Del Turco?

Al nemico che fugge, ponti d’oro. Così dice un convincente proverbio. Silvio Berlusconi l’ha messo in pratica, a modo suo. Per combattere il nemico, l’odiato e trasversale partito giustizialista, come lo chiama lui, che lo vuole in carcere per i suoi ripetuti atti di delinquenza finanziaria che i giudici gli contestano, il proprietario di Mediaset - dopo aver battuto l’avversario Veltroni alle ultime elezioni - gli ha mostrato solidarietà nella penosa vicenda dell’arresto del Presidente della Regione Abruzzo, l’ex sindacalista Ottaviano Del Turco. Berlusconi si dichiara un convinto garantista e afferma che è sempre stato contrario al carcere preventivo (e successivo o posticipato aggiungiamo noi). Intanto, per precauzione, l’indultista Berlusconi che si è prodigato in segreto per fare uscire i mascalzoni dalle carceri, ha fatto approvare l’ennesima legge ad personam che lo riguarda e, cioè, la legge che gli dà l’immunità totale per almeno 12 anni consecutivi. Domandina: ci vuol prendere per i “fondelli” o pensa che aumentando il numero delle veline nei suoi disgustosi programmi televisivi di Mediaset tenta di farci dimenticare i suoi intrallazzi? Parteggiare per gli inquisiti e mostrare solidarietà agli imbroglioni e tangentisti solo Gesù Cristo se lo poteva permettere. Ma Gesù non era un imbroglione e non aveva fatto soldi a palate in modo irregolare come ha fatto Berlusconi. Gesù era il Cristo, che pagava di persona anche per gli altri. Berlusconi non paga neanche il dovuto! E questo sarebbe secondo lui garantismo? “Ma mi faccia il piacere” avrebbe detto Totò.

martedì 22 luglio 2008

Caso Bossi e dirottamento dell’attenzione dei media dai problemi giudiziari di Berlusconi.

Il fatto politico di oggi, al quale ci interessiamo con un’ottica diversa dalla stampa nazionale, non riguarda direttamente gli insulti all’inno nazionale messi in atto dal ministro delle riforme Umberto Bossi. Conosciamo il soggetto e, diciamoci la verità, non c’era da aspettarsi altro da un individuo come lui. Il vero fatto politico è il silenzio assordante di Berlusconi, il quale è felice del fatto che tutti alzano la voce e i toni sull’offesa alla italianità. Fino a quando l’attenzione dei pochi mezzi di informazione che Berlusconi non controlla è rivolta agli altri, il proprietario di Mediaset, cioè il padrone del più gigantesco e colossale conflitto di interessi che il sistema planetario ricordi, è felice e si strofina le mani per la fortuna cadutagli dal cielo. Ma siamo proprio sicuri che sia caduta dal cielo? Noi non sappiamo se il fatto è premeditato. Sicuramente è stato sfruttato prontamente dai suoi legali, l’avv. Senatore Niccolò Ghedini per primo, che gongolano per il dirottamento dell’interesse della stampa ad altri fatti. Ecco perché il furbacchione di Berlusconi non interviene a condannare il gesto del suo ministro screanzato. Qui non prohibet cum potest, jubet.

sabato 19 luglio 2008

Perché tutti gli altri non lo hanno fatto prima?

Il ministro della Giustizia del Governo Berlusconi, Angelino Alfano, a proposito del fatto che molti boss sfuggono al carcere duro, ha detto che inasprirà la norma modificando l’articolo 41bis e rendendolo più duro. I giudici hanno risposto: bene, ma non basta. Questi i fatti. Piccola domandina: ma allora se si voleva si poteva fare? Era cioè possibile modificarlo anche prima questo articolo, vero? Perché non lo hanno proposto tutti i vari ministri della Giustizia che hanno preceduto Alfano? Perché? Elenchiamoli uno per uno questi Signori a partire dal 1993.
-Giovanni Conso (Indipendente) 28 aprile 1993 - 10 maggio 1994 Governo Ciampi
-Alfredo Biondi (FI) 10 maggio 1994 - 17 gennaio 1995 Governo Berlusconi I
-Filippo Mancuso ("Indipendente" di centro-destra) 17 gennaio 1995 - 19 ottobre 1995 Governo Dini
-Lamberto Dini ("Indipendente" di centrosinistra e poi di centrodestra) 19 ottobre 1995 - 16 febbraio 1996 Governo Dini
-Vincenzo Caianiello (Indipendente) 16 febbraio 1996 - 17 maggio 1996 Governo Dini
-Giovanni Maria Flick (Indipendente) 17 maggio 1996 - 21 ottobre 1998 Governo Prodi I
-Oliviero Diliberto (PdCI) 21 ottobre 1998 - 22 dicembre 1999 Governo D'Alema I
-Oliviero Diliberto (PdCI) 22 dicembre 1999 - 25 aprile 2000 Governo D'Alema II
-Piero Fassino (DS) 25 aprile 2000 - 11 giugno 2001 Governo Amato II
-Roberto Castelli (LN) 11 giugno 2001 - 23 aprile 2005 Governo Berlusconi II
-Roberto Castelli (LN) 23 aprile 2005 - 17 maggio 2006 Governo Berlusconi III
-Clemente Mastella (UDEUR) 17 maggio 2006 - 17 gennaio 2008 Governo Prodi II
-Romano Prodi (PD)[2] 17 gennaio 2008 - 7 febbraio 2008 Governo Prodi II
-Luigi Scotti (Indipendente) 7 febbraio 2008 - 8 maggio 2008 Governo Prodi II.
Se osservate bene sono rappresentati tutti i partiti precedenti all’ultima elezione. Perché questi Signori non hanno proposto che il 41bis venisse modificato più duramente durante la loro permanenza a Ministro della Giustizia? La nostra domanda è chiara. Forse lo è anche la risposta.

venerdì 18 luglio 2008

Un popolo di imbroglioni e di delinquenti.

Un italiano durante il giro di Francia è stato scoperto positivo al doping ed è stato immediatamente squalificato e arrestato. Sono seguiti fischi agli altri corridori italiani da parte dei molti tifosi presenti. Un altro imbroglione di italiano scoperto e fischiato. Quanti fischi ancora dovremo sentire prima di ritrovare la normalità? Quanto ancora dobbiamo pagare noi, semplici cittadini, che subiamo l'onta di essere italiani onesti? Questo paese è un covo di malfattori che imbrogliano la gente dalla mattina alla sera. D'altronde, cosa ci si può aspettare da un paese in cui ci si sveglia la mattina e si viene a sapere che il politico di turno, un Presidente di Regione, è stato arrestato perchè imbrogliava? Ahi! Serva Italia.

mercoledì 16 luglio 2008

Celentano: una bottiglia di acqua per dissetare Eluana.

Aiuto. E’ ritornato il molleggiato! Siamo perduti. Il famoso cantante milanese ha colpito di nuovo. E’ riuscito a dirottare la tragica faccenda della sua concittadina che da 16 anni è tenuta in vita artificialmente, da una questione privata a una questione pubblica, rovinando la vita al povero padre. Celentano ha sposato, com’è uso fare, la solita tesi limite, intransigente, estremista. In poche parole la pensa alla stessa maniera di Maurizio Ferrara, il noto giornalista televisivo che dopo il colossale flop della sua lista antiabortista alle ultime elezioni politiche, ha iniziato una nuova campagna “per la vita” con la nuova provocazione delle bottiglie d’acqua, simboli della idratazione da fornire alla giovane per non farla morire. La ragazza viene tenuta in vita artificialmente e fatta vegetare da ben sedici anni, a nostro parere, in modo indegno per motivi che sanno più di politica della Chiesa cattolica che per vero interesse verso la giovane sfortunata. Con questa campagna di sfida alla morte naturale si notano volti e figure che ruotano intorno al mondo del clericalismo esasperato il cui proposito è quello di forzare la normalità laica della politica per trasformare il paese in uno Stato più clericale che laico. Domanda: come si può tenere in vita artificiale un esanime corpo che da 16 anni toglie risorse, posti letto e fondi a chi veramente ne ha di bisogno? Com’è possibile che non si comprenda che da un momento all’altro i veri bisognosi potrebbero veramente morire per mancanza di assistenza e ci si accanisce a far "vivere" un organismo che è totalmente incapace di svolgere qualunque funzione biologica? E poi questi Signori dicono che sono per la vita. Quando la religione invade la vita sociale di un paese, condizionandone le scelte politiche, proponendosi come unico paladino della vita allora il percorso politico viene forzato e si costringe il paese a essere la copia sbiadita di un paese teocratico come l’Iran, dove il potere è esercitato dai religiosi. E’ questo che si vuole?

lunedì 14 luglio 2008

La pseudo-pedagogia della sinistra del '68 che ha rovinato la scuola italiana.

Dopo più di trenta anni di insuccessi crescenti appare confermata l'ipotesi che a rovinare la qualità della scuola italiana è stata la sinistra sessantottina. Questa è la tesi che vogliamo sviluppare brevemente oggi. Sappiamo bene che il tema è spigoloso e delicato e poco si presta a frettolose e approssimative semplificazioni. La scuola è legata alla cultura. E cultura è sinonimo di politica, di filosofia, di associazionismo partitico, di impegno e di schieramento. Dunque, parlare male della scuola vuol dire toccare i gangli sensibili di coloro che l'hanno governata, e rovinata, dal '68 ad oggi. Tutti ne sono corresponsabili. Una volta la scuola italiana e, soprattutto, l’ordinamento del suo liceo classico, erano rispettati e circondati di attenzioni. Al liceo classico veniva riconosciuto uno standard formativo e culturale, un curricolo e un metodo di studio e di apprendimento che non avevano eguali nel mondo. Non per nulla i più grandi intellettuali del secondo Novecento sono usciti tutti dai banchi di quel liceo. Poi venne il ’68 e tutto cambiò. Lentamente ma inesorabilmente, anno dopo anno, abbiamo assistito impotenti allo sgretolamento dell’architettura scolastica nazionale. L’insegnante stesso modificò metodi e contenuti del suo insegnamento adattandosi alle nuove richieste psico-pedagogiche che provenivano dal mondo della politica e dal microcosmo sindacale. Con le sperimentazioni selvagge e i Decreti Delegati del ’74 la scuola divenne più americana. Accanto alla scuola di massa si sviluppò il cosiddetto “insegnante di massa”, una rara specie animale che si cibava solo di cultura marxista, leggeva soltanto la stampa comunista e partecipava esclusivamente ai dibattiti nei cineforum culturali della sinistra, spesso chiamati Circolo “F.Rosselli”. Nella scuola questa specie zoologica singolare veniva coccolata e vezzeggiata dai partiti di sinistra e dai sindacati confederali. Alla nuova specie biologica, cooptata nei ruoli da leggine ad hoc votate in parlamento prevalentemente nei mesi estivi, furono aperti gli organici di ruolo senza selezione alcuna, fino allora terreno di pochi eletti vincitori di concorso. L’americanismo educativo imperò. Il permissivismo all’italiana dilagò. In questa autentica sbornia pedagogista l’insegnante non fu più considerato professore e docente ma divenne “il prof“, cioè l’amico e compagno consigliere e l’uso del tu entrò nella prassi scolastica. Si trattò di una figura nuova nella scuola, una specie di tutor personale dello studente, che non pretendeva lo studio rigoroso della sua disciplina, che non era esigente nell’uso corretto del metodo, che, infine, non gli interessava alcun tipo di approfondimento delle nozioni. A lui importava molto essere considerato una guida premurosa e amorevole durante le attività scolastiche, soprattutto quelle ludiche piuttosto che quelle noiose di tipo cognitivo. Insomma, lo studente fu lasciato solo, senza una guida forte e autorevole nelle idee e nei metodi, senza poter essere reindirizzato quando sbagliava, ma solo aiutato a conseguire la sufficienza che non venne più considerata uno spartiacque tra l’ignoranza e la conoscenza ma sfumata in gradi di giudizio evanescenti e inconcludenti. Contemporaneamente, il potere esecutivo del tempo, complice un’idea di pan-sindacalismo onnicomprensivo, cooptativo ed elitario, completò l’opera di distruzione togliendo potere e prestigio agli organi ispettivi e di controllo. Ai presidi venne tolta la possibilità di giudicare l’operato annuale dei docenti che fino ad allora era stato uno degli strumenti più efficaci di verifica (la cosiddetta “qualifica”), che aveva incidenza nello sviluppo della carriera. Le ulteriori immissioni in ruolo senza selezione e la progressiva dequalificazione sociale, culturale ed economica dei docenti, perseguita con ostinazione dai sindacati confederali con le famose gabbie sindacali, con le quali si equipararono gli stipendi dei docenti con i salari degli operai, produssero una selezione darwiniana in cui venne isolato un docente, che vogliamo chiamare OGM, talmente “modificato” da essere una lontana copia sbiadita del professore di una volta. La scuola di oggi, tranne qualche rara isola felice, vive come in uno stagno, chiusa in se stessa e autoreferenziale. In questa scuola i progetti sono diventati più importanti dei curricoli, agli esami più che interrogare lo studente ci si limita ad ascoltare le sue scopiazzate e superficialissime tesine “pluri-multi-interdisciplinari” e, dulcis in fundo, lo studente è protetto da una serie di sotterfugi che permettono ai loro insegnanti di certificarne la sufficienza anche quando manca il minimo di preparazione. La conclusione è amara. Abbiamo perduto tutti e sconteremo in futuro gli errori commessi. La scuola odierna non è più in grado di sostenere l’onere di preparare future generazioni in cui possono emergere personalità complete e significative come quelle di una volta. Gli accordi politici sulla scuola tra PCI e DC prima, e quelli relativi alla cosiddetta seconda Repubblica dopo, hanno trascinato il paese in una deriva berlusconiana in cui il proprietario di Mediaset è un esempio lampante di come si possano commettere errori gravissimi nella conduzione della politica scolastica nazionale. Dunque, vecchio e nuovo insieme hanno trascinato la scuola italiana in una palude di mediocrità. Non siamo noi a dirlo ma indagini approfondite di istituti internazionali. Questa è la tesi che noi abbiamo fatto nostra. A voi le critiche, se ne siete capaci.

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