mercoledì 23 luglio 2008

Paura del carcere e riconoscenza all’avversario: è questo il vero motivo della solidarietà di Berlusconi a Del Turco?

Al nemico che fugge, ponti d’oro. Così dice un convincente proverbio. Silvio Berlusconi l’ha messo in pratica, a modo suo. Per combattere il nemico, l’odiato e trasversale partito giustizialista, come lo chiama lui, che lo vuole in carcere per i suoi ripetuti atti di delinquenza finanziaria che i giudici gli contestano, il proprietario di Mediaset - dopo aver battuto l’avversario Veltroni alle ultime elezioni - gli ha mostrato solidarietà nella penosa vicenda dell’arresto del Presidente della Regione Abruzzo, l’ex sindacalista Ottaviano Del Turco. Berlusconi si dichiara un convinto garantista e afferma che è sempre stato contrario al carcere preventivo (e successivo o posticipato aggiungiamo noi). Intanto, per precauzione, l’indultista Berlusconi che si è prodigato in segreto per fare uscire i mascalzoni dalle carceri, ha fatto approvare l’ennesima legge ad personam che lo riguarda e, cioè, la legge che gli dà l’immunità totale per almeno 12 anni consecutivi. Domandina: ci vuol prendere per i “fondelli” o pensa che aumentando il numero delle veline nei suoi disgustosi programmi televisivi di Mediaset tenta di farci dimenticare i suoi intrallazzi? Parteggiare per gli inquisiti e mostrare solidarietà agli imbroglioni e tangentisti solo Gesù Cristo se lo poteva permettere. Ma Gesù non era un imbroglione e non aveva fatto soldi a palate in modo irregolare come ha fatto Berlusconi. Gesù era il Cristo, che pagava di persona anche per gli altri. Berlusconi non paga neanche il dovuto! E questo sarebbe secondo lui garantismo? “Ma mi faccia il piacere” avrebbe detto Totò.

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