mercoledì 9 luglio 2008

Attività sindacali in crisi "di astinenza".

La notizia la si sapeva già. Il ministro Brunetta l'aveva anticipata da più di un mese. Si tratta della nuova norma inserita nella prossima legge finanziaria della riduzione del numero di distacchi e di permessi sindacali previsti finora ed elargiti con generosità e copiosa abbondanza dai precedenti governi di centrosinistra ai sindacati italiani. Onestamente erano state regalate troppe facilitazioni ai sindacati e le assenze di molti loro iscritti nei vari uffici ha sempre reso più difficile il lavoro della macchina statale. Quello che è nuovo è la notizia che ad agevolare la diminutio dei prossimi ex fortunati distaccati, si è messo anche un giudice, che a Roma (terra dove i distacchi e la vergognosa prassi dei permessi sindacali hanno padroneggiato per lustri) ha fatto arrestare per stupro un capo sindacalista che ha esercitato per anni violenza su una sua dipendente, anch'essa sindacalista. Se questo genere di fauna, presente adesso anche nel settore sindacale, coinciderà con uno dei fruitori dei permessi sindacali sicuramente l'emendamento del Ministro della funzione pubblica sarà più che giusto. Vuoi vedere che riuscirà ai giudici quello che ai vari Ministri della funzione pubblica dei passati governi non è riuscito in decine di anni di allegra gestione della politica dei distacchi e dei permessi? Finalmente sarà impossibile a questi allegri e scanzonati impiegati continuare a fare quello che hanno sempre fatto, cioè di lavorare poco. Siamo testimoni diretti di un episodio vergognoso che abbiamo osservato alcuni anni fa quando per esigenze di trasferimento siamo entrati in un ministero, all'Eur a Roma, per chiedere informazioni circa la documentazione da allegare alla domanda di trasferimento. Nel lungo e silenzioso corridoio abbiamo visto un gruppetto di impiegati che avevano affisso un foglio di carta sulla porta del loro ufficio con su scritto che i "lavoratori" di quella stanza erano f.s. e sghignazzavano, con ironia furbesca, tutta romana, dicendo ad alta voce che “questi impiegati” non lavoravano mai. Ci ha colpiti profondamente non tanto la trovata maliziosa di informare il pubblico interessato che i "lavoratori" erano fuori stanza. No. Ci ha colpiti l'indecorosa e cinica gazzarra ironica dei tre furbetti del quartierino che volevano prendere in giro gli ignari destinatari del raggiro, cioè noi, che dovevamo aspettare inutilmente del tempo nella sala d'aspetto per permettere loro di soddisfare il “bisogno del bar”, che a Roma è una norma. E poi ci scandalizziamo nella lettura della straordinaria denuncia contenuta nei libri di Kafka circa le difficoltà dei vari agrimensori di turno nell'essere ricevuti al Castello o nei tribunali dove si celebrava il loro Processo. Al ministro Brunetta tutto il nostro plauso.

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