lunedì 7 luglio 2008

Note critiche sul ruolo del G8.

Oggi in Giappone si riuniscono i Capi di Stato degli otto paesi seguenti: USA, Russia, Giappone, Regno Unito, Francia, Germania, Canada e Italia. Discuteranno dei problemi del mondo per trovare soluzioni. Questo l’obiettivo. Ci sentiamo di fare due critiche ai Signori membri del G8. La prima: ha senso lasciare fuori dalla discussione paesi come la Cina e l’India? La somma dei loro abitanti è più del doppio della somma degli abitanti degli otto paesi partecipanti. Ha senso, pertanto, che otto Capi di Stato decidano per tutti? E poi, cosa possono decidere gli otto Signori del G8 che, chi più chi meno, rappresentano economie disastrate e in crisi sul fronte mondiale? La seconda critica riguarda la domanda più che legittima circa la presenza del nostro paese alla riunione. Che ci fa l’Italia in questo gruppo? Con quali credenziali oggi può presentarsi a una riunione con i grandi del mondo? Che contributo può portare alla discussione un paese che ha un’economia fantasma, che rappresenta una società in caduta libera sul fronte della serietà dei conti economici, della inesistente qualità dei servizi, della mancanza totale di serietà della giustizia, della presenza nel corpus legislativo di leggi ad personam ad uso e consumo del suo Capo di Stato, del pessimo fronte della lotta alla criminalità organizzata, dove lobbies politiche, poteri regionali e istituzioni collidono con le varie mafie, camorre e ‘ndranghete locali? Per non parlare poi della inqualificabile e vergognosa esistenza del “caso spazzatura” a Napoli. Con quali pretese e con quale credibilità un paese del genere si presenta a una riunione internazionale rappresentato da un Signore che da quindici anni ha problemi con la magistratura che gli contesta reati gravissimi? Sono queste domande che hanno un solo scopo: evidenziare l’assoluta inutilità di una riunione vacanziera di Capi di Stato che si incontrano più per questioni di pubblicità e vanità mediatica che per reali capacità di risolvere problemi mondiali. Che se ne stiano a casa. Almeno risparmierebbero dei soldi che potrebbero essere dati in beneficenza ai poveri che sono le vere vittime di questa commedia mediatica che sta montando in tutto il mondo per alcuni giorni.

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