domenica 13 luglio 2008

Il problema dei controlli nei pubblici servizi.

E’ inutile. Non se ne esce. Questa è la dichiarazione che in genere si fa quando si tenta di far funzionare un servizio pubblico senza riuscirvi. Facciamo un esempio e poi generalizziamo. Roma. Un motorino abbandonato da mesi in una qualunque via della capitale. Si va in municipio e si fa un esposto col quale si chiede la rimozione. Acquisizione da parte del competente servizio municipale dell’esposto e convincenti assicurazioni che il motorino sarà prontamente rimosso. Passano due mesi ed è ancora lì. Lettera di protesta a un giornale locale, interessamento della redazione del quotidiano e riassicurazione che verrà sicuramente rimosso. Inutile, perché dopo un altro mese il motorino è sempre là, sempre più malandato, perde sempre più pezzi, sporca sempre di più la strada, complica la normale circolazione e impedisce la pulizia della strada da parte dei servizi di nettezza urbana. Questo del motorino è un esempio fra migliaia di fatti del genere. Cosa fare? Se un servizio è pubblico generalmente non funziona. O perché mancano le persone adatte a farlo funzionare, o perché mancano le norme che fanno pagare a qualcuno il disservizio, oppure perché viene boicottato. Non esistono altre possibilità. Cosa si dovrebbe fare per farlo funzionare? Evitare di far entrare in ballo i tre elementi di disturbo. C’è una sola possibilità per concretizzare questo desiderio: che si adoperi un metodo comune. In poche parole, ogni volta che succede un caso del genere il potere politico responsabile dell’azione dovrebbe assegnare d’ufficio a un nominativo dell’amministrazione il caso. Da quel momento dovrebbe scattare un tempo limite oltre il quale l’incaricato deve risolvere il problema. Se riesce, bene; si terrà conto della sua professionalità a livello stipendiale. Se non riesce, male; si terrà conto della sua inefficienza con conseguenze che vanno dalla riduzione dello stipendio alla sospensione del medesimo e, in casi gravi, al licenziamento. Se si vuole risolvere i problemi è necessario che qualcuno si assuma la responsabilità. Altrimenti è una presa in giro. E le prese in giro non hanno colore politico: possono essere di sinistra, di centro e di destra, tutte efficientissime in Italia.

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