venerdì 13 maggio 2005


Ottant’anni fa il fascismo e il nazismo cominciarono con l’intolleranza razziale.

Crediamo di dover intervenire per commentare due fatti intimamente legati tra di loro. Il primo riguarda l’adesione del filosofo Gianni Vattimo all’appello di un fantomatico “Collettivo Autonomo” per sanzionare i rappresentanti israeliani e impedire loro la partecipazione a lezioni o ad altri eventi organizzati dalle Università italiane. Il secondo interessa la contestazione generalizzata e violenta di molte Università della Repubblica verso intellettuali ebrei invitati a intervenire a conferenze e dibattiti nelle medesime Università. Questi i fatti. Passiamo adesso alle opinioni. Come si vede, sono due aspetti speculari e simmetrici, e rappresentano le due facce della stessa medaglia: l’intolleranza, vecchio vizietto del partito nazionale fascista e di quello nazista. Dunque, il Sig. Vattimo ha firmato questo appello con il quale dice a chiare lettere che bisogna impedire agli intellettuali ebrei di poter parlare liberamente nelle Università italiane. Ditemi un po’ voi come si potrebbe chiamare un Tizio che dichiara liberamente di voler impedire l’espressione della libertà di pensiero e di parola a un invitato. Noi abbiamo un solo aggettivo qualificativo e lo diciamo con la massima franchezza: fascista. A nostro parere un Tizio che vuole impedire a un conferenziere, invitato da una Università, di esprimere le proprie idee non può non essere chiamato che con il suo vero nome, cioè fascista! Questo fatto, a nostro parere, è pura violenza. E su questo Signore non abbiamo più intenzione di aggiungere altro. Ricordiamo, viceversa, a conclusione di questa prima riflessione, l’intervento in Parlamento di quello straordinario uomo che fu l’ex Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, quando disse che lui avrebbe combattuto tutti gli individui che non avevano idee politiche come le sue, ma nello stesso tempo avrebbe dato la vita per permettere al suo nemico di esprimere le proprie idee, anche se diverse dalle sue! Vedete voi la differenza tra i due: Pertini coraggioso e leale, Vattimo miserabile e sleale. E passiamo all’altro aspetto inquietante della faccenda. Dunque, una serie di Università italiane, con in testa i loro Magnifici Rettori, manifestano con linguaggio violento contro il libero pensiero. Come vogliamo chiamare questi centri di intolleranza politica e razziale? Associazioni per il libero pensiero? Oppure, Lega a difesa dei più deboli? Anche qui vi è un aggettivo qualificativo chiaro e semplice: razzista! Dunque, a nostro parere, circolano liberamente nelle nostre Università studenti, professori e rettori, questi ultimi non certo “magnifici” ma squallidi, razzisti, ovvero intolleranti e fanatici che, con la scusa dell’appartenenza dei soggetti interessati allo Stato di Israele, non riconoscono loro lo status di persone e di cittadini del mondo. E poi dicono che le Università italiane sono il centro culturale e il motore degli eventi istruttivi e formativi che si riconoscono nei valori della Costituzione. Questa gente, che generalmente si trova sulla stessa lunghezza d’onda dei no-global, degli animalisti e compagnia varia, di valori, conosce solo l’esproprio proletario di prosciutti e oggetti di elettronica diminuendo i valori delle casse dei supermercati.

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