lunedì 13 agosto 2007


Il culto della personalità di un cantautore.


Da molti mesi sul quotidiano La Repubblica si trovano articoli di osanna sul cantautore Fabrizio De Andrè. Questo il fatto che intendiamo commentare. E veniamo alle opinioni.
Siamo al ridicolo. Vi è in atto da un po' di tempo e con una continuità che stupisce, una campagna giornalistica di sinistra, fanatica e partigiana, che tenta di santificare il cantante Fabrizio De Andrè deceduto da più di sette anni come il più grande cantautore mai esistito. Si trovano sulla carta stampata e in rete autentici capolavori di esaltazione e piagnistei sconnessi sulla figura del De Andrè per la scoperta, pensate, di suoi pensierini da bambino sul natale, del tipo: "Caro Gesù Bambino". Si parla poi grottescamente di un caveau del Centro Studi di Siena che custodisce, udite udite, "le carte inedite" del grande cantante-poeta, come se si trattasse di una figura storica rilevante della cultura italiana, alla stregua di un Verdi, di un Croce o di un Manzoni e non viceversa di un anarchico e anticlericale contestatore. Certo che alla sfacciataggine di certa stampa di sinistra non c'è mai fine. Sullo stesso quotidiano è comparso, altresì, un articolo che è un inno mieloso al debutto teatrale della Sig.ra Fernanda Pivano dedicato proprio a Fabrizio De Andrè. Si tratta di una performance in cui la Pivano decanta a suo dire un proprio "dialogo poetico" che le è venuto in mente pensando a quanto le mancava Fabrizio De Andrè. Assolutamente ridicolo. Mettiamo un po' d'ordine alla faccenda. Vi è in atto, da parte di diversi settori della stampa di sinistra, il tentativo di fare di Fabrizio De Andrè il poeta e musicista di cui non se ne può fare a meno, alla stregua di un Santo, di un Padre Pio della musica da cantautore. Passi per le numerose vie intitolate a suo nome dai vari sindaci sessantottini. Passi ancora per le scuole medie statali intitolate a suo nome da presidi e insegnanti sindacalisti cobas di Rifondazione comunista. Ma, per favore, risparmiateci il resto. E che dire poi dei deliranti e onirici racconti notturni che hanno a che vedere con fantastiche visioni di visi d'angelo del musicista scomparso avute dalla Sig.ra Pivano. Dice quest'ultima, che ha scritto addirittura un pezzo teatrale, che ha provato “astinenza” al solo pensiero di quanto le mancava Fabrizio. Per favore, smettiamola con queste autentiche esagerazioni da folle impazzite che hanno perduto la testa. Di santoni vestiti color arancione ne abbiamo le tasche piene. Rimaniamo con i piedi per terra e non esageriamo. Ne va della nostra stessa intelligenza.

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