Il Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini ha fatto un annuncio a sorpresa sui colpevoli silenzi degli italiani e della Chiesa cattolica del tempo a proposito delle leggi razziali antiebraiche introdotte dal fascismo alla fine degli anni ’30. Gli esponenti politici cattolici di centro-destra e di centro-sinistra hanno protestato vivacemente, criticando il Presidente della Camera. Questi i fatti e passiamo alle nostre opinioni. Finalmente qualcuno che conta, in modo insospettabile e peraltro inatteso, ha avuto il coraggio di parlare chiaro. E questo qualcuno, invece di essere un politico di sinistra o un intellettuale cattolico, è paradossalmente un ex-fascista che è stato il Segretario politico del Movimento Sociale, l’ex MSI, unico erede del fascismo durante i primi decenni della Repubblica. Inverosimile e sorprendente, no? Delle due l’una: o Fini è veramente diventato un politico che merita fiducia e rispetto per l’onestà intellettuale mostrata in questi ultimi anni del suo percorso politico, oppure Fini è un furbo politico che cerca di accattivarsi i favori dell’area riformista e moderata per presentarsi in futuro candidato attendibile alla Presidenza del Consiglio o, addirittura, alla Presidenza della Repubblica. Noi non lo sappiamo perché non leggiamo nel cervello della gente. In ogni caso, è necessario riconoscergli coraggio e una notevole dose di risolutezza. Non accade tutti i giorni alla terza carica dello Stato rischiare la propria credibilità per una dichiarazione imprudente. Sarà quel che sarà, ma noi ci sentiamo vicini al Presidente della Camera. Ne condividiamo lo spirito e il contenuto delle sue dichiarazioni. E lo diciamo senza pretese, con lucida razionalità perché sarebbe un’indecenza e una vergogna non riconoscere la pesantissima discriminazione che hanno subito gli ebrei italiani durante gli ultimi anni dell’era fascista. Per quanto riguarda il Vaticano noi rispettiamo la religione cattolica e il lavoro di molti sacerdoti e uomini di fede del tempo che aiutarono molti ebrei di allora costretti a indossare la stella di Davide sul petto. Ma al tempo stesso siamo convinti che la Chiesa del tempo non abbia fatto tutto il possibile. Sta al Vaticano contestare la dichiarazione di Fini. E’ un suo diritto. Ma per favore, con prove e riscontri e non sulla fiducia. Altrimenti taccia.
mercoledì 17 dicembre 2008
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