Eccoli di nuovo in azione. Sono gli “stimatori di folle” che in Italia non perdono una sola occasione per dire la stupidaggine di turno. Tema di oggi è l’incapacità dei responsabili preposti da un'organizzazione a stimare con precisione il numero di persone che manifestano in una piazza, in uno stadio, a un comizio elettorale, a un concerto o a una manifestazione sindacale. A questo proposito ci sono due scuole di pensiero: quella della questura e quella degli organizzatori. Diciamo subito che entrambe sono sempre eguali nel metodo e nel merito e si presentano con le stesse caratteristiche di forzare il risultato in un senso e nel senso opposto. In pratica, a qualunque latitudine della penisola, si presentano alla stessa maniera, ovvero sono fotocopie replicate della peggiore interpretazione dei mali italiani, cioè la faziosità. Rimane inteso che aderendo ad una o all'altra delle due correnti di pensiero gli esiti saranno differenti. Per esempio, in una delle ultime manifestazioni a Roma i primi hanno stimato la presenza di sessantamila persone mentre i secondi in trecentomila. Facendo il rapporto tra i due numeri forniti si ottiene che la stima suggerita dagli organizzatori è cinque volte maggiore di quella proposta dalla questura o, se si vuole in modo speculare scambiando numeratore con denominatore, si ottiene che la questura ha stimato che la folla presente fosse un quinto di quella stimata dagli organizzatori. Facciamo presente, tra le righe, che gli addetti a queste stime spesso fantasiose di entrambe le parti sono persone come noi, vive e vegete, che guadagnano uno stipendio spesso molto maggiore del nostro! Ma torniamo alla questione. Non è la prima volta che succede e non sarà l'ultima. E sapete perché non sarà l'ultima volta? Perché in Italia chi sbaglia non paga mai. In pratica, la gente sa che c'è una diffusa convinzione di impunità a tutti i livelli. Di solito nei paesi stranieri chi sbaglia paga, e subito! Vi pare poco? Eppure basterebbe un minimo di "sale in zucca" per far cessare questo scandalo dei numeri folli per la moltitudine stimata a casaccio. Come? Basterebbe studiare un po' i criteri scientifici che vengono applicati all'estero da demografi e statistici. In pratica, si fanno delle fotografie aeree dell'area interessata. Si trasmettono istantaneamente le foto a un centro preposto il quale in un batter d'occhio ingrandendo un quadratino dell'area contano il “numero di persone per quadratino” e alla fine moltiplicano questo “numeretto” per il totale dei quadratini presenti nell'area. Semplice no? Eppure in Italia non si fa. Perché? Perché questurini da una parte e distributori di volantini pro-manifestazione dall'altra perderebbero il posto. E noi purtroppo dobbiamo sorbirci gli inganni di questi dilettanti allo sbaraglio per ancora chissà quanto tempo. Cosa dire di più? Un appello. Per favore, Sig. Questore e Sigg. Organizzatori dei prossimi eventi di folla informatevi prima di come si fa una valutazione (stima) di una folla con criteri scientifici per non sparare alla fine frottole colossali che fanno ridere la gente. E, si sa, il Colosseo è molto grande. Quello che invece dovrebbe essere piccolo (e non lo è) è lo stipendio di questi dilettanti da corrida, che di professionisti non hanno proprio nulla.
martedì 6 ottobre 2009
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