domenica 18 ottobre 2009

Vittimismo e responsabilità.

Dicono che a Messina dopo l'alluvione ci sia stata una forte richiesta della politica e della gente di avere come l'Aquila il lutto nazionale per la morte dei messinesi rimasti sotto le macerie causate dalla frana. Dicono che la gente, i politici e persino le gerarchie cattoliche del luogo hanno chiesto solidarietà per le vittime e per il cattivo destino che ha provocato il luttuoso evento. Dicono, altresì, che per non fare disparità con l'Aquila sarebbe necessario adesso un gigantesco progetto di ricostruzione per aiutare la popolazione del luogo a riprendersi e a ricostruire le abitazioni distrutte nello stesso luogo dove sorgevano prima. Dicono ancora che simili tragedie non possono essere previste da nessuno e, dunque, che si lascino stare le responsabilità, si mettano da parte le inadempienze e si provi a ricostruire. Dicono, infine, che in questi casi è necessaria la massima tolleranza per voltare pagina. Dicono. Questo il fatto che intendiamo commentare oggi. E veniamo alle nostre opinioni. Noi non siamo d'accordo nel chiudere le polemiche. Anzi. Le polemiche, forse sarebbe meglio chiamarle "le accuse", dovrebbero essere rinforzate perchè si muovono contro il conformismo politico e contro tutte le omertà tipiche della società siciliana che intende nascondere le responsabilità e passare subito alla gestione dei fondi governativi e magari lucrarci sopra. Quella messinese, e più in generale quella siciliana, è una società che, come si è visto in questo caso e in cento altri esempi, ha permesso lo scempio del territorio per anni senza che nessuno abbia protestato minimamente. I fatti sono completamente diversi da come i politici locali vogliono farli apparire e riguardano le connivenze di un potere politico che per decenni ha permesso l'abusivismo nelle zone della frana. E adesso si chiede di ricostruire le abitazioni abusive ed illegali nello stesso posto con i soldi di una gigantesca colletta nazionale. Una sfacciataggine da rasentare la sfrontatezza. Abbiamo usato più volte il verbo "dicono" al plurale impersonale, in modo tale da generalizzare le categorie che a Messina, in modo ipocrita e subdolo, sono responsabili della tragedia e che ora vogliono allontanare l'idea dello scandalo delle costruzioni abusive mai combattute da alcuna forza politica siciliana a tutti i livelli di Comune, Provincia e Regione da almeno cinquant'anni, da quando cioè si è permesso di costruire in modo difforme dalle norme di legge senza intervenire per stroncare gli abusi. Lo scandalo del disastro messinese sta tutto qui, e cioè che le responsabilità ce l'hanno tutti. Hanno responsabilità incredibili tutti coloro, politici e cittadinanza, che hanno vissuto allegramente nel territorio incriminato costruendo case illegali in posti vietatissimi dalla geologia, dove era chiaro che prima o poi si sarebbe verificata una tragedia. Ma in questi casi, si sa, che finchè la tragedia non avviene i siciliani vi vivono e convivono allegramente e in modo incosciente e irresponsabile. Perchè le Autorità hanno permesso di costruire le case abusive in totale irregolarità? Perchè i Sindaci e i Presidenti della Provincia di Messina a iniziare dagli anni post-bellici non si sono dati da fare per evitare questi scempi del territorio stroncando le attività illecite? Tutta la colpa sta in un nesso perverso di illegalità diffusa e connivente che intercorre tra costruttori, autorità istituzionali, politici da quattro soldi e ceppi di magistratura che avrebbero dovuto impedire, in un modo o nell'altro, le costruzioni. Persino la cittadinanza è colpevole di avere omesso di vigilare e di denunciare gli abusi secondo il luogo comune "nulla vidi, nulla sentii e se c'ero dormivo". E invece si sarebbero dovuti denunciare tutti i responsabili fin dall'inizio. Persino Gesù Cristo (è scritto nel Vangelo) più di una volta ha chiamato le Autorità di quei tempi iprocriti. Perchè di questo si tratta. A Messina il partito più numeroso è il partito degli ipocriti, dei mentitori e dei farisei che hanno nascosto la possibile tragedia annunciata più volte da anni al primo temporale d'autunno. La città di Messina non ha fatto nulla per meritarsi la solidarietà del resto del paese. Tutti sono corresponsabili della tragedia compreso il Vescovo che per anni non ha mai denunciato le responsabilità di un sistema corrotto che non ha mai badato al bene della collettività ma solo all'interesse personale e di famiglia. Vero Eminenza?

3 commenti:

marco ha detto...

D'accordo con te Zeno,ma penso che in questi casi occorre richiamare all'attenzione,(purtroppo ahimè....!),il consenso forzato, di una popolazione, nell'accettazione di queste case (in questo caso il popolo messinese,ma pensiamo anche ai napoletani,relativamente alle case sulle pendici del Vesuvio,o ai milanesi per il problema dell'amianto nelle case popolari Aler di Via Russoli).Consenso forzato,dettato da uno stato di necessità sempre più incombente sulle classi sociali più povere.Il problema dell'edilizia popolare in Italia, e più in generale dell'assenza di politiche in favore degli sfollati,dei senzatetto,e della diminuzione dei tassi d'interesse sui mutui per le case, è un problema grave,raramente affrontato dalla politica,e dagli organi d'informazione,ma siamo nell'era dell'informazione per l'auditel non dell'informazione per l'informazione.... una curiosità poi,che non c'entra niente con l'argomento,naturalmente se vuole rispondermi....lei è credente?

Zeno ha detto...

Non ho capito bene la storia che il *popolo messinese* è stato forzato ad accettare le case poi miseramente franate. Significa forse che questo *popolo* è stato costretto ad acquistare una casa su un terreno geologicamente pericoloso e non ha potuto opporsi all'acquisto? O, piuttosto, si è trattato del contrario e, cioè, che è stato il popolo messinese a costruire le case in modo abusivo con la connivenza degli organi di controllo? Se è così, ma anche se non fosse così, rimane il fatto che c'è stato un consenso della popolazione ad accettare una illegalità. Gli esempi di cittadini siciliani che vanno alla polizia a denunciare gli abusi subiti da un'autorità politica (Sindaci, Presidenti di Provincia, Regione, ASL, potere mafioso perchè i mafiosi sono ormai parte integrante della politica, etc.) si possono contare sulle dita di una mano nell'arco di un cinquantennio. Dopo di che sono stati fatti fuori in un modo o nell'altro. Perchè? Perchè in quei territori vige il sistema dell'omertà e/o della convenienza reciproca, nel senso che non è concesso a un "vero" messinese fare la spia e nello stesso tempo il cittadino non si sogna assolutamente di fare la spia perchè spera in un intervento illegale per sistemare qualcosa che gli sta a cuore (posto di lavoro nella PA per un familiare, licenza edilizia che non potrebbe altrimenti avere, etc). Te capi? Dunque, le cose stanno così: io politico faccio di tutto a farti eludere i controlli, tu popolo messinese costruisci abusivamente su un territorio dove c'è il pericolo di frane e poi tutti e due (sperando che non avvengano i disastri) ci aiutiamo a vicenda, magari con il voto di scambio. E' così? Tra l'altro si spiegherebbe in questo modo la vita agiata di molti politici meridionali (e non) che considerano la politica un mestiere per fare soldi. Questo modo di agire si chiama "incivile". Punto e basta. Quanto alle altre domande dico solo che alla stessa maniera giudico gli altri cittadini di altre regioni e provincie meridionali. Certo, i settentrionali sono più furbi, perchè non fanno queste cose qui, ma portano i capitali all'estero non pagando le tasse allo Stato italiano oppure eludono sul piano finanziario l'Agenzia delle Entrate. I due comportamenti, sul piano etico, sono da condannare entrambi per la totale mancanza di moralità civile. E poi c'è la televisione privata e adesso anche quella pubblica che nascondono gli imbrogli (a parte *Striscia* che fa finta di essere al servizio della verità se non per fatti irrilevanti sul piano delle scelleratezze italiote e Report che stanno facendo di tutto per farlo chiudere). Te capì?

marco ha detto...

Intendevo solamente dire che lo stato di necessità,e la condizione mi consenta di dire ,quantomeno disagiata, se non disperata in casi come questi,"costringe" o meglio induce appunto "necessariamente" i cittadini (messinesi,milanesi o napoletani) ad accettare case che non potrebbero,come dice giustamente lei per legge,(ma io direi più semplicemente per motivi di sicurezza civile),essere abitate non essendo costruite su di un terreno geologicamente protetto.Per quel che riguarda la questione del voto di scambio non mi esprimo su di una situazione che non conosco anche se penso sia verosimile quello che lei dice soprattutto per quel che riguarda i messinesi.Definisco sì, questo comportamento dei cittadini messinesi incivile,anzi diciamolo pure illegale,penalmente rilevante,ma comprensibile.(mi chiedo come tanti dove dovrebbero andare a dormire).Non trovo giustificabile invece, anzi doppiamente rimproverabile l'atteggiamento del politico che utilizza la posizione di superiorità,dovuta alla sua autorità ed al suo potere per interessi personali come quelli elettorali.

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