venerdì 25 giugno 2010

Il caso Brancher: e la Chiesa Cattolica ancora non interviene?

Il fatto di oggi interessa l’ennesima beffa commessa da Berlusconi ai danni dell’immagine della Chiesa Cattolica e del paese. Com’è noto Silvio Berlusconi è il Presidente del Consiglio dei Ministri, cioè il Capo del Governo che ha vinto le elezioni perché la Chiesa Cattolica lo ha appoggiato alle elezioni politiche. Giustamente, le Gerarchie cattoliche non si sono fidati del Partito Democratico di Veltroni prima e di Bersani dopo. La Chiesa Cattolica ha pertanto deciso di appoggiare l’elezione di Berlusconi riuscendovi pienamente. I calcoli dei tecnici hanno portato al risultato che le Parrocchie italiane e il meccanismo elettorale cattolico interno alle istituzioni cattoliche ha oliato le liste elettorali di Berlusconi per una percentuale a due cifre. Dunque, se Berlusconi è diventato Capo del Governo lo deve per una grossissima fetta al voto delle Parrocchie. Naturalmente non si è trattato di un regalo disinteressato, come quello di Babbo Natale, ma di uno scambio di favori perché la Chiesa ha avuto grandi “ritorni” dal partito di Berlusconi. Ma questo è un altro discorso. Queste le premesse. Ma cosa è successo dopo? Che la vita politica e quella privata del Capo del governo ha lasciato molto, ma molto a desiderare, tanto che direttamente o indirettamente la Chiesa Cattolica in molte occasioni è stata messa in forte imbarazzo dalla “politica” berlusconiana. Adesso l’ultima trovata del Cavaliere di Arcore è che ha nominato di soppiatto, all’insaputa di tutti, Ministro per l’Attuazione del Federalismo il deputato Aldo Brancher. Come mai? Lo spiegano sul Corriere della Sera e su Repubblica i giornalisti P.G. Battista e Giuseppe D’Avanzo. Entrambi criticano Berlusconi affermando che la nomina è stata decisa solo da Lui per mettere Brancher "in sicurezza", ovvero al riparo dalla magistratura, sfruttando la legge ad personam approvata appena qualche settimana fa in Parlamento e fortemente voluta da Berlusconi medesimo. Chi volesse avere davanti agli occhi due articoli di diverso orientamento ma entrambi critici nei confronti di Berlusconi vada a leggere quanto hanno scritto i due giornalisti. Noi non abbiamo molto da aggiungere. Quello che di originale vogliamo introdurre è che non passa settimana che Berlusconi non metta in difficoltà l’Istituzione cattolica. E questo è inaccettabile. Per un motivo o per un altro trova sempre l’opportunità di commettere azioni (gaffes) che irritano le Gerarchie cattoliche, mettendole in forte disagio e provocando turbamento, come quando si è fatto scoprire che si portava a letto la escort D’Addario tra una seduta e l’altra in Parlamento o quando il giornalista berlusconiano Feltri ha fatto dimettere il Direttore del Quotidiano cattolico l’Avvenire riconoscendo alla fine che lo aveva fatto senza avere prove per la sua omosessualità. Adesso nomina ministro di un fantomatico dicastero dell’Attuazione del Federalismo il suo deputato ex-Fininvest quando c’è già un ministro (e che ministro!) che è Bossi in persona che è, com’è noto, Ministro per il Federalismo. Ma a che gioco giochiamo? Facciamo i doppioni e aumentiamo le spese invece di aiutare i poveri e i diseredati? A nostro parere la Chiesa Cattolica dovrebbe assolutamente prendere in considerazione l’eventualità, prima che Berlusconi commetta altri guai, di minacciarlo che alle prossime elezioni non lo appoggerà più, preferendogli il meno fariseo Casini, che sta aspettando da anni, pazientemente, di avere l’incarico di dirigere il prossimo governo. La Chiesa Cattolica deve pensare che i suoi obiettivi (millenari e spirituali) sono di natura completamente diversa di quelli del Presidente del Consiglio (immediati e materiali). La Chiesa non può aspettare che il divorziato Berlusconi la metta ancora in difficoltà. Gli Eminentissimi et Eccellentisimi Cardinali sono avvisati.

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