giovedì 30 settembre 2010

Politica, cariche istituzionali e intransigenza nelle idee di Bossi e Lieberman.

La coincidenza è che i due ministri, falchi delle due coalizioni Bossi e Liberman, italiano il primo e israeliano il secondo, non si conoscono e non si frequentano. Eppure i tratti caratteristici del loro modo di fare politica sono gli stessi. La matrice che li accomuna è identica: una miscela di pericoloso razzismo, estremismo, discriminazione e desiderio di rompere con tutti coloro che non la pensano allo stesso modo. Stiamo parlando di Umberto Bossi Ministro delle Riforme per il Federalismo e di Avigdor Lieberman Ministro degli Esteri israeliano. Nella scala dell’importanza politica ed istituzionale dei due paesi stiamo parlando di due “pezzi da novanta”, cioè di due uomini che rappresentano significativamente i due governi di Italia e Israele in modo forte e che sono determinanti per l’autonomia in Parlamento dei due governi. Entrambi hanno in pugno il loro Primo Ministro e tutti e due ne condizionano la politica a loro piacimento. La coincidenza delle personalità dei due soggetti sta nel fatto che ultimamente hanno recitato lo stesso copione davanti alle pubbliche opinioni dei due paesi e del mondo. In breve Bossi ha pronunciato l’epiteto “che i romani sono tutti porci” mentre Lieberman ha affermato davanti all’Assemblea generale dell’ONU che “non esiste alcuna possibilità di raggiungere un accordo fra israeliani e palestinesi prima di diversi decenni”. Due autentiche provocazioni recitate ad arte per consolidare il loro potere di attrazione politico davanti ai loro elettorati. Come si vede i due ragionano allo stesso modo. Davanti al particulare della loro politica, fatta di piccoli interessi e di localismo, sono capaci di sacrificare gli interessi generali per il semplice interesse municipale. Ma l’eccentricità che li caratterizza è un’altra, più singolare e sicuramente più grave. Davanti alla richiesta della stampa e delle rispettive opposizioni nei due paesi di richiesta di dimissioni sono intervenuti, alla stessa maniera e con le stesse parole, i due rispettivi Primi Ministri, Berlusconi e Netanyahu, che hanno spiegato che non risponde al vero che quelle dichiarazioni rispecchino la loro posizione. E, comunque, i due hanno fatto una semplice “battuta”. Capite? Hanno detto proprio così, svicolando sul problema vero e proprio che riguarda l’incompatibilità tra la carica istituzionale occupata e la loro persona dopo così gravi dichiarazioni. Insomma, come al solito davanti alla trave si guarda alla pagliuzza nell’occhio dell’avversario per non vedere la propria di ben altre dimensioni. Si può avere fiducia in politici del genere?

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