mercoledì 5 gennaio 2011

La falsa partecipazione dei partiti alla manifestazione anti-Lula di Roma.

Una vergogna nazionale. Un risultato peggiore del danno. Mai vista una manifestazione di protesta dei partiti così improvvisata e inutile come questa a Piazza Navona a Roma. Una vicenda nata male e gestita peggio. Più che una manifestazione ci é sembrata una vera e propria pagliacciata, disgustosa da vedere in tutte le sue componenti. La famosa partecipazione di sostegno della politica italiana alla manifestazione di solidarietà contro le vittime del terrorismo, organizzata dai partiti presenti in questo Parlamento per protestare davanti all’ambasciata del Brasile a Roma, il cui Presidente, l’ignavo Luiz Inacio Lula da Silva, che ha negato all’Italia l’estradizione del pluriomicida Cesare Battisti, si è dimostrata uno spettacolo indegno di un paese che aspira ad essere partner brillante nel G8. Invece di sostenere le vittime in modo ordinato e solidale, corale e unito, partecipando tutti insieme, numerosi e compatti, i politici italiani di questa legislatura, vera piaga indegna di un paese civile, si sono dimostrati quello che in realtà sono: una massa scomposta di colossali ipocriti, con poco senso dello Stato, che hanno cercato, a orari differenti, di non solidarizzare come comunità italiana ma come singoli partiti a se stanti, in orari diversi, come si fa generalmente nelle lavanderie pubbliche quando tocca il turno al cliente messo in fila per lavare i panni a gettoni. Dalle 16.00 alle 17.00 la biancheria l’hanno lavata quelli della maggioranza, rappresentati da un codazzo indecente di giovani di destra disordinati e scalmanati che con il loro vociare infantile e becero da tifosi di calcio hanno fatto fare alla manifestazione una figura meschina di imbarazzante improvvisazione. Alle 17.00 si sono presentati a turno i vari capipartito di opposizione, con alcuni leader che hanno messo a disagio le poche persone che erano andate là per mostrare solidarietà ai figli delle vittime presenti alla manifestazione e che si aspettavano tutt’altro modo di stare insieme. Una vera e collettiva infamia nazionale. In una piazza completamente colma di bancarelle natalizie ancora presenti per le festività della befana tra banchetti di porchetta di Ariccia e di tiro al bersaglio, abbiamo notato alcune contraddizioni organizzative che a dire imbarazzanti e sgradevoli è poco. Ecco alcuni esempi, perfettamente taciuti dalla stampa, che danno un’idea della improvvisazione e della estemporaneità. Tra i pochi presenti abbiamo notato la partecipazione di alcuni avvilenti soggetti prezzolati, distribuiti tra la scarsissima "moltitudine", a gridare frasi sconnesse e senza senso contro tutti. Evidentissima è stata poi l’aggressiva ressa dei numerosi fotografi e cameramen che non volevano perdere una sola posa degli inadeguati rappresentanti parlamentari. Dalle tendine delle finestre dell’ambasciata, prima timidamente e poi rincuorati sempre più dal flop organizzativo, si sono viste decine di impiegati che si alternavano dietro le bianche e merlettate tendine, sorridendo compiaciuti. Ridicola è stata la presenza di alcuni imbarazzanti poliziotti in abiti civili, che avrebbero dovuto essere mimetizzati tra la folla ma che viceversa erano facilmente individuabili da tutta una serie di elementi, non ultima la ridicola presenza di gracchianti telefonini con l’antenna dei vecchi apparecchi a transistor degli anni ’80 che uscivano loro dal bavero della giacca. Infelice, altresì, è stata l’organizzazione dell’evento, sfilacciata, sconnessa, disordinata e tipicamente paesana secondo un clichè proprio dell’italianità, sintetizzato dall’“ognuno per conto suo”, come nelle fiere paesane, desiderosa più di carpire firme ai rari presenti che per un improbabile sostegno al ricorso alla Corte Internazionale dell’Aia. Novità aggregante e perfettamente prevedibile la presenza di un gruppetto di persone, forse pensionati del tipo “io c’ero”, attratte più per la curiosità di essere là per farsi ritrarre con la macchina fotografica che per mostrare solidarietà. Per ultimo ma non da meno, la presenza di ripetuti piccoli gruppi di turisti brasiliani, i quali ignari della cosa, con un candore e una semplicità invidiabile, si fotografavano tra di loro con la bandiera del paese carioca dell’ambasciata alle loro spalle. Ciliegina finale è la circostanza che conferma per l’ennesima volta l’inadeguatezza e la contraddizione della condotta del premier Berlusconi in questa vicenda. Prima confessa sommessamente a Lula che in fondo in fondo Battisti gli interessava poco e poi, per le forti proteste, afferma che organizzerà una conferenza stampa con il Partito Popolare Europeo a Bruxelles per fare pubblicità al figlio di Torreggiani. Che misera figura! Per favore, dimentichiamo questa storia il più presto possibile perché, a furia di girare, la "minestra" comincia a emanare pessimi odori.

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