domenica 23 gennaio 2011

Omertà e prevaricazione all’attacco della società civile.

I comportamenti umani si sa sono variegati e spesso imprevedibili. La vita dei cittadini diventa difficile quando questi comportamenti vengono estremizzati da categorie di persone pericolose per il basso senso di moralità che hanno dentro di loro, senza distinzione di sesso e di età. A Roma il fenomeno è particolarmente marcato a causa di un tessuto sociale che permette atteggiamenti primitivi e inadeguati. Due esempi per tutti. Al rosso di un semaforo alcune auto si fermano. Una di queste commette l’infrazione di infischiarsene delle regole e di passare col rosso. L’automobilista in testa gli segnala con i fari che il suo non è stato un comportamento corretto. Un altro conducente lo affianca e gli dice di “farsi i fatti suoi”. Analoga scena dal fruttivendolo. In fila con i sacchetti della frutta e della verdura alcune persone attendono il loro turno per pagare. Dal fondo sbuca un individuo che supera tutti e si presenta alla cassa scavalcando le persone sbigottite in fila. Un cliente protesta e l’altro gli intima di “farsi i fatti suoi”. Sembra che “farsi i fatti propri” e far finta di non vedere le violazioni, non solo dell’etica, costituisca per molti romani la logica conseguenza del prendere atto che certa specie umana manifesta l'arroganza a sentirsi al di sopra degli altri e fuori dalle regole. La considerazione più banale è che in molte parti della società italiana, e in quella romana in particolare, ci sia qualcosa che non va, perchè come minimo è cambiato irreversibilmente il senso del pudore. Rimanere insensibili e indifferenti davanti al sopruso e alla prepotenza sembra essere il messaggio che viene inviato da questi nuovi soggetti. La noncuranza alla prevaricazione e ai fatti illeciti sembra essere la nuova parola d’ordine che questi soggetti si lanciano l’un l’altro imponendola agli sbalorditi cittadini che osservano questi comportamenti insopportabili. Alla base di tutto c’è l’idea che non esiste più una morale condivisa costringendo la società a modifiche negli stili di vita che hanno l’effetto di far diventare normale un nuovo modello di vita basato sulla “legge del più forte”, cioè della legge della jungla. E’ questo che si vuole? Chi non reagisce e non protesta è un ignavo che si porterà appresso per tutta la vita la responsabilità del fallimento della società italiana.

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