giovedì 8 dicembre 2011

Il “manuale Cencelli” degli scioperi.

CGIL da una parte e CISL e UIL dall’altra hanno deciso di scioperare insieme. Lo faranno nei prossimi giorni, per protestare contro la manovra del governo Monti. Cosa dire dell’evento? A prima vista c’è da rimanere soddisfatti. Avere un sindacalismo unito, che manifesta contro provvedimenti legislativi iniqui e ingiusti è un fatto positivo e sempre auspicabile. Dunque, siamo contenti. Un po’ meno lo diventiamo quando abbiamo saputo che lo sciopero avverrà con il “manuale Cencelli”. Il motivo è che inizialmente CISL e UIL avevano deciso di scioperare solo due ore mentre la CGIL aveva deciso di scioperare quattro ore. Il risultato è che hanno trovato l’intesa sulla media aritmetica, cioè (2+4)/2=3 ore. E’ evidente che questo non inficia il giudizio positivo dato prima, ma certamente rappresenta una pulce nell’orecchio che ci fa capire come il grado di affidabilità di questo sindacalismo che trova l’unione copiando dal pessimo manuale politico della casta è, come minimo, ambiguo. Non entriamo in questo post sulle questioni di merito, chè troveremmo sicuramente ragioni per non essere d'accordo. La diffidenza per le decisioni prese da organizzazioni sindacali screditate da anni di collaborazioni interessate col potere è in questi casi necessaria. Noi pretendiamo equità che spesso è un concetto che non coincide con quella dei sindacati politicizzati fino all'inverosimile, siano essi di sinistra o di destra. Si può avere fiducia in questi sindacati? In passato ne abbiamo viste di tutti i colori e diciamo che entrambe le due figure, governo e sindacato, la fiducia se la devono meritare. C’è comunque una non piccola differenza fra i due soggetti. Mentre il governo Monti è nato da pochi giorni e potrebbe fare bene, anche con provvedimenti pesanti purché sintonizzati sull’equità e l’imparzialità e che deve essere "debole con i poveri" e "forte con i ricchi", i sindacati Cgil, Cisl e Uil (e altre piccole sigle e siglette come l'Ugl) hanno da farsi perdonare un peccato originale. Quello di avere provocato, con la loro politica sindacale lobbistica, tutti i vizi del passato pansindacalismo di Stato, che ha sempre favorito le famigerate pensioni baby. Il risultato è stato una difesa corporativa anche dei mediocri e dei fannulloni a scapito dei dipendenti migliori che avrebbero dovuto incentivare con politiche di merito. La corsa alle prebende degli ultimi anni per aumentare vergognosamente l'ultimo stipendio, che nel sistema retributivo ha regalato, soprattutto alle fasce alte, retribuzioni vantaggiose, torte e prebende a scapito dell'equità, è da considerare una vera e propria vergogna nazionale. E se siamo a questo punto, con le "pezze al sedere", lo dobbiamo anche a loro: ai “cari amici” del sindacalismo della triplice e della destra sindacale. Questo non lo si deve mai dimenticare.

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