giovedì 30 gennaio 2014

Good bye Fiat.


La Fiat, o FCA (acronimo di Fiat+Chryser+Automobiles) come si chiama adesso, ha rotto gli indugi. Trasferirà la sede legale dall’Italia in Olanda e quella fiscale in Gran Bretagna, pagando là le tasse. Questa la notizia di ieri. Avevate dubbi? Lo si era capito da anni che la Fiat era in fase di smobilitazione. Hanno aspettato fino adesso a dirlo perché ora sono loro che possono ricattare i lavoratori delle poche fabbriche rimaste in Italia. Poche e quasi sicuramente anche queste prenderanno la via dell’estero. Serbia, Polonia o qualunque altro paese dell’Est europeo andrà bene per i vertici di questa nuova e inaffidabile industria, che non ha più nulla a che vedere con l’italiana Fiat che abbiamo conosciuto nel dopoguerra. La Fiat di allora non esiste più. La scelta effettuata dai furbetti nipotini dell’Avvocato Agnelli è chiara. Delocalizzare, spostarsi dall’Italia e trasferire tutto negli Stati Uniti, evitando "gli scherzi" della CGIL. Vedrete che tra qualche anno, se gli inglesi non permetteranno loro di ottenere le solite agevolazioni che tutti i governi italiani hanno assicurato alla Famiglia Agnelli per decenni, la FCA si sposterà definitivamente negli USA. Queste sono le poche considerazioni che ci sentiamo di fare sulle ipotesi del futuro di FCA. Si può dire di più di quanto detto? Si. Si può dire qualcosa di più. In primo luogo le responsabilità. Premesso che la Fiat ha molte responsabilità e ha giocato sempre sporco in Italia, "pretendendo" interventi a suo favore dalla politica, noi ci sentiamo di dire senza se e senza ma che non salviamo né la Fiat ma neanche il sindacato CGIL e, ancor più, tutti i partiti che hanno governato in Italia nei decenni scorsi. La responsabilità è tutta loro. Lo scandalo non è che la Fiat che se ne va. Lo scandalo è aver dato alla Fiat per decenni sussidi e denaro pubblico per avere come risultato un nipotino, l'Elkannino John "furbetto del quartierino", che ci ha presi in giro. Tutti hanno gravi responsabilità e nessuno può tirarsi fuori dalla palude degli sporchi interessi della mancanza di politica industriale che non è stata imposta alla Fiat da molto tempo. Avete dimenticato Berlinguer ai cancelli della fabbrica torinese quando sostenne lo sciopero dei lavoratori? Avete dimenticato gli scioperi selvaggi e le interruzioni delle catene di montaggio delle auto nei vari stabilimenti? Nessuno può meravigliarsi del risultato della fuga della Fiat dall’Italia. Solo gli ipocriti a fatica ci riescono. Non sta qui lo scandalo. La Fiat ha delle responsabilità enormi. Riuscì a comprarsi tutte le industrie automobilistiche italiane con una voracità pari a quella delle iene o degli avvoltoi. Lancia, Alfa Romeo, Ferrari, Maserati e altri marchi sono stati fagocitati dai furbetti del quartierino torinese, senza che governi e partiti le avessero imposto piani industriali seri e qualificati. Quando la Fiat incassò a varie riprese sussidi e finanziamenti a bassi tassi invece di fare gli investimenti comprò titoli di stato BTP, BOT e CCT. Il risultato fu che lucrò in modo parassita la rendita finanziaria mentre i suoi modelli furono battuti dalla concorrenza. I vari governi non fecero nulla per darle una scossa. Fu una vera e propria oscenità. Noi avevamo intuito tutto. Tanto che decidemmo di non comprare mai più una sola auto con lo stomachevole logo della Fabbrica Italiana Auto Torino. Non so se avete capito che siamo nei guai. L’Italia non ha più un’industria nazionale dell’auto. Il mezzo miliardo di tasse che Fiat pagava allo Stato italiano andrà nelle "tasche" del conservatorino inglese David Cameron. Ci rimangono solo due cose da fare. Stringere un accordo con le autorità francesi o tedesche per collaborazioni commerciali privilegiate con i loro marchi e, soprattutto, non acquistare più una sola auto Fiat.

1 commento:

Giancarlo ha detto...

Già l'acronimo è fonte di grasse risate , oltre che di battute.
Ma veniamo a noi , caro Professore, questa volta , con grande dispiacere non concordo con lei.
In qualsiasi Paese del mondo il capitalista fà il mestiere che meglio gli riesce, dove questo gli è più facile, oltre che situazione sociali anche quelle non meno importanti finanziarie quì lui approda con i suoi investimenti.
Lei scrive , la Fiat ha avuto grandi privilegi dallo Stato, innegabile, ed ora, e non solo ora, socializza le perdite e privatizza i guadagni.
Se potessi, le giuro, avrei già venduto quel poco di proprietà che ho e me ne sarei andato a godere la pensione, mai rubata, ma guadagnata in un qualche Paese di bengodi, dove lo Stato, questo si che ha socializzato le perdite e privatizzato i profitti, non è così esoso !
Perchè affermo questo? Riflettiamo, abbiamo un debito enorme, debito fatto per investimenti ? No, debito fatto per infrastrutture? No, allora perchè ? Se qualcuno potesse rispondere sarebbe bello... questo debito, dobbiamo pagarlo..noi , quindi socializzazione delle perdite.
La azienda di cui parla non è mai stata troppo amata, anche per ragioni ideologiche ammettiamolo, ma di una cosa non potremo mai accusare i suoi proprietari , essere scesi in "campo" come sappiamo fecero altri. Ci sarà obbiezione lo hanno fatto tramite terzi ! Vero !
Se io dovessi scegliere , e scelgo, tra far lavorare un operaio che porta sulla tuta un marchio italiano, anche se la prorietà non la amo, allora scelgo questo, sarà, forse sciovinismo, ma non credo che in germania il capitalista sia diverso, è diversa invece tutta quella parte della società che gira intorno alla produzione. Quì arriviamo al punto, il sindacato, nel nostro Paese ha assunto nei tempi posizioni sempre più politiche e conservatrici a differenza di quello che accade in altri Paesi.
Non ho assistito alle scene da ultima spiaggia quando la Chrysler fu in procinto di chiudere. Eppure in questi anni , gli stessi che oggi critichiamo, sono riusciti al salvataggio, vero è che hanno avuto tappeti rossi per questo, ma ed è questo il punto, il consumatore americano ha ripreso fiducia nel prodotto. Giustamente lei obbietterà , questo non è accaduto in Italia. Concordo, i modelli sono obsoleti ed ormai non più all'altezza !
Se non erro la cura da cavallo che la signora di ferro fece fare all'inghilterra, odiosa signora, oggi stà dando i suoi frutti , certo è penoso vedere quante macerie ha lasciato sul campo, distrusse quella che era la loro industria dell'auto, quella che era la loro industria mineraria mise sul lastrico migliaia di operai, rivide il sistema della protezione sociale, vi sono bei film in circolazione che narrano di quel periodo, ma , ammettiamolo , vai a Londra e trovi ragazzi italiani che cercano e trovano lavoro. Bella differenza con noi !!
La Fiat sbarca a Londra, sopra le scrivo che se potessi me ne andrei via, la Fiat sposta al sede in Olanda, così accade perchè non citarlo alla Elettrolux, il mondo è cambiato e di molto, abbiamo alle porte non più i barbari ma i popoli emergenti che con le loro economie rendono più allettanti gli investimenti , costi minori e fisco più equo !
Sic transit gloria mundi

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