Il Governo italiano, attraverso il suo Ministro della Salute Maurizio Sacconi, ha deciso di impedire alle strutture mediche ospedaliere, pubbliche e private, di dare corso alla sentenza del Tribunale di Milano, confermata peraltro dalla Corte Costituzionale. Si tratta dell'intervento di un ministro del centrodestra, questa volta più autorevole ed efficace del Presidente della Regione Lombardia Formigoni, a favore della posizione che impedisce alla famiglia di sospendere l'idratazione e l'alimentazione della giovane in stato vegetativo da sedici anni. Questo il fatto che noi abbiamo commentato altre volte su questo blog. Adesso passiamo alle nostre opinioni. Le conseguenze potrebbero essere gravissime. Il nostro punto di vista è semplice e lo abbiamo detto tante volte e lo ribadiamo anche adesso. Si tratta di un fatto privato. Un fatto assolutamente privato. Nessuno ha il diritto di strumentalizzarlo in un senso o nell'altro. Sarebbe auspicabile che in questa questione nè magistrati, nè laici, né religiosi, nè politici di governo e di opposizione si interessassero oltre il minimo indispensabile, e comunque sottovoce, al triste evento lasciando alla famiglia la libertà di decidere se o meno adottare la decisione della sentenza del tribunale milanese. Solo la famiglia può e deve decidere. Nessun altro. Se così non sarà si rischia grosso. Si rischia, come minimo, che tra le ideologie e i dogmi ne possa uscire a pezzi l'autorevolezza dello Stato. E se questo si verificherà, il rischio che si corre è che le sentenze della magistratura in futuro non saranno più accettate da nessuno, con conseguenze enormi sul funzionamento della società perchè si rischierebbe l'anarchia. E' questo che si vuole? Nessuno ci ha pensato? Se poi si vuole impedire di applicare una sentenza di un tribunale della Repubblica Italiana allora si deve avere il coraggio di fare una legge che vieti esplicitamente l’atto del “togliere la spina”, in modo tale che la magistratura non potrà più entrare nel merito. Ma fino a quando questo non viene fatto, impedire l'attuazione di una sentenza emessa da un regolare tribunale della Repubblica equivale a commettere un reato, un reato di sovversione. Punto e basta. Noi pensiamo che su questa questione, lo ribadiamo, si stia giocando col fuoco. Non conviene a nessuno farla diventare una questione di principio. Perderebbero tutti: la chiesa cattolica, i laici, il governo, l’opposizione e tutti gli uomini di buona volontà. Al Ministro Sacconi una raccomandazione. Si rilegga, per favore, sul dizionario la differenza di significato tra “eutanasia” e “suicidio assistito”. Probabilmente non l’ha capita bene e fa qualche confusione.
giovedì 18 dicembre 2008
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