mercoledì 4 marzo 2009

Prima sconfessione ufficiale al detto “italiani brava gente”.

Noi avevamo capito da tempo che alcuni luoghi comuni sono spesso delle vere e proprie mistificazioni della realtà. Quello degli italiani “brava gente” ne è un esempio. Per anni abbiamo creduto che italiano era sinonimo di gente di cuore. Finalmente è venuto il primo riconoscimento ufficiale che questo luogo comune non è vero. L’Italia, con il suo Primo Ministro Silvio Berlusconi in visita ufficiale nel paese arabo libico, ha riconosciuto il suo delitto di invasione militare della Libia che ha causato molti lutti a quella popolazione ed ha chiesto perdono per quell’atto sconsiderato, giurando che non si verificherà mai più. Attenzione che non si tratta di scuse, ma di perdono, che è altra cosa delle semplici scuse. Bene. Siamo soddisfatti dell’evoluzione di questa faccenda. Il perdono, di per sé, è una cosa bella, bellissima. Ed è anche molto cattolico. Farsi perdonare è la manifestazione del riconoscimento di un proprio torto fatto agli altri e, al contrario delle scuse che potrebbero far credere che l’errore sia stato involontario, implica il riconoscimento della propria intenzionalità e della propria crudeltà nel perseguire quell’infame azione. Insomma, è stato un errore invadere la Libia, sottometterla come paese colonizzato e fargli perdere la dignità. Dunque, il gesto è straordinariamente bello, perché generoso e valoriale. La tragedia e la barbarie dell’invasione italiana è stata finalmente riconosciuta a livello ufficiale come inaccettabile dal nostro paese e come tale aborrita per sempre. Bene. Ma allora perché fermarsi alla sola Libia e rimanere a metà del guado? Perché adesso non si continua l’opera di perdono iniziando dalle vicine Slovenia e Croazia, e poi passando per l’Albania si va diritti verso la Grecia per continuare con i paesi del Corno d’Africa? Adesso che la strada è spianata perché non continuare, e finire, quest’opera meritoria apprezzata e apprezzabile? Fuori c’è la fila dei vari Capi di Governo che stanno aspettando da decenni di ricevere la richiesta di perdono per le lacrime che il fascismo e i precedenti governi hanno fatto scorrere sulle guance di tante madri di loro figli uccisi in una guerra insensata e distruttiva. Al Presidente del Consiglio Berlusconi riconosciamo di essere stato in questa occasione un vero statista. Solo in questa occasione. Naturalmente, le contraddizioni che lo riguardano rimangono tutte, a cominciare da quel gigantesco e colossale conflitto di interessi che lui continua a far finta che non esiste. Anzi. Vogliamo dirla tutta? In questi ultimi mesi si è aggiunta un’altra grana che lo riguarda ed è la sua totale mancanza di sensibilità a favore dei licenziati e dei perdenti il posto di lavoro durante l’attuale crisi. Lui deve aprire il portafoglio dei ricchi perché deve spalmare gli aiuti alle famiglie in difficoltà con i propri e gli altrui denari accumulati in anni di sottile lavoro di accumulazione di denaro e di ricchezza ai bordi della legalità. Lo pretendono gli italiani poveri, il senso di giustizia e la sua esagerata ricchezza paperoniana di uomo più ricco d’Italia, costruita anche perché Premier politico di questa Italietta da provincia. Tacciamo, per carità religiosa, sull’assordante silenzio del Vaticano in questa immane tragedia delle famiglie italiane che hanno perso il reddito minimo garantito finora dal lavoro che non c’è più. Ricordiamo solo ai nostri Cardinali, tanto attenti alle questioni dogmatiche della idratazione e della alimentazione forzata, che in Italia gli stipendi dei ricchi (ai danni dei poveri) hanno raggiunto valori inammissibili e stomachevoli. Gesù Cristo che avrebbe fatto al posto di Berlusconi?

Nessun commento:

Support independent publishing: buy this book on Lulu.