La proposta di introdurre nella scuola italiana un'ora di religione islamica facoltativa e alternativa a quella cattolica ha scatenato il finimondo. Tutto è precipitato improvvisamente quando giorni fa dal partito di AN è stata lanciata l'idea di istituire nella scuola nazionale l'ora di religione islamica. C’è stato un diluvio di interventi. Una serie di personalità, tutte legate da un robusto cordone ombelicale che si richiama al centro-destra berlusconiano, hanno fatto a gara per dire di no, con la speranza di farsi belli davanti alle gerarchie cattoliche. Si sono scomodati la CEI, giornalisti di alto rango cattolico che intervengono sulle prime pagine dei giornali nazionali, televisione pubblica e privata orientate a evidenziare solo l'aspetto negativo della proposta e da ultimo, perché da meno, la Lega Nord che dichiara guerra alla proposta secondo la sua matrice razzista e xenofoba. Questi i fatti e passiamo adesso alle opinioni. E' raro che su una proposta come quella accettata anche dal Presidente della Camera che, lo ricordiamo, nel suo ruolo superpartes non è nè di sinistra, nè di centro, nè di destra, si scateni una guerra mediatica di tali proporzioni per bloccare qualunque discussione pacata e seria sull'argomento. La proposta è figlia di due aspetti: l’enorme aumento del numero di giovani musulmani che frequentano la scuola italiana e l’esigenza di non lasciare a se stessi o, peggio, in balia di pessimi istigatori estremisti pseudo-coranici i giovani studenti. Dunque, perché no? Noi non ci uniamo al coro dei pseudo-cattolici del centro-destra e neanche a quello della sinistra, più o meno massimalista, che vuole immediatamente tutto quello che non vuole il centro-destra. Sono entrambe posizioni sbagliate e sintomo evidente della incapacità di questi settori della politica italiana di affrontare le grandi scelte del futuro. Qui non è in ballo la cattolicità del paese, che è un valore inalienabile. Ci mancherebbe altro. Qui sono in ballo il senso dell'accoglienza, la capacità di integrazione delle giovani generazioni figli di immigrati stranieri e, soprattutto, l'orientamento a far crescere questi giovani come futuri italiani da vedere come ricchezza, non già come povertà. Noi siamo per una integrazione completa dei giovani di fede musulmana nella italianissima società del Bel Paese perché crediamo che tutte le religioni abbiano diritto di essere aiutate nello sviluppo della religiosità dei fedeli, soprattutto se giovani. Noi abbiamo un grande rispetto di tutte le religioni, in special modo delle tre monoteistiche, che rappresentano sicuramente una ricchezza quando operano nella società con il loro ufficio di pace, di tolleranza e di rispetto fra loro. Noi non vediamo scandalo nella proposta dell'On. Fini. Crediamo anche che il problema non può essere affrontato con le urla dei leghisti che, lo ricordiamo per chi avesse memoria corta, sono le stesse urla che a suo tempo fecero contro Berlusconi, definendolo mafioso, mentre adesso vanno con lui a braccetto. Bella coerenza. Le posizioni estremiste come quelle della Lega non fanno bene al confronto delle idee. Parliamone pacatamente, con serenità e cerchiamo di trovare ragioni positive per una più efficace integrazione dei giovani musulmani nella scuola e nella società italiana, anche offrendo loro la possibilità di riflettere sul senso religioso della loro fede nella scuola. Certo il problema è complesso perché ci sono in ballo un ordinamento costituzionale che non lo prevede e soprattutto i Patti Lateranensi con lo Stato della città del Vaticano. E’ ovvio che senza l’accordo di tutti, il Parlamento non potrà decidere in modo univoco perché il problema non è solo una questione di laicità dello Stato ma è anche una questione tra Stati che attualmente prevede la presenza dell’IRC nella scuola italiana in base a un accordo diplomatico e in base alla tradizione religiosa del paese. Ma se si vuole si può. E, soprattutto, sarebbe un bene evitare di lasciare abbandonati i giovani musulmani nelle mani di pericolosi imam estremisti. Perderemmo così non solo le cocuzze ma anche l’intero cocuzzaro. Noi la pensiamo così.
martedì 20 ottobre 2009
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6 commenti:
L’Italia è un paese prevalentemente Cattolico, normale che ci sia rispetto per tutte le religioni, ma non trovo giusto l’ora di islam, per chi non vuole seguire la lezione di religione, la scuola troverà una soluzione come far trascorrere ques’ora vuota ai ragazzi non cattolici. Ci sono le moschee per studiare e conoscere l’Islam non riesco a capire il perchè la scuola dovrebbe assumere prof. di Islam. Ci sono concordati ben precisi, l’Italia è una nazione Cattolica, con profondo rispetto per tutte le altre religioni e culture, ma non ho mai letto che la scuola Italiana deve far studiare e conoscere le varie dottrine religiose. Chi non vuole seguire la nostra relgione è libero di farlo, ma non può permettere di voler cambiare storia e cultura della nostra Italia. Liberi non vuol dire prevaricare…Mimmo d’Amone
Io sono contrario all'introduzione dell'ora di religione islamica nelle scuole. Il nostro è un Paese cattolio e ritengo giusto che prima di dare spazio nelle scuole, a religioni diverse dalla nostra, bisognerebbe rivalutare le nostre culture. Rispetto per tutte le religioni e libertà di professione, ma non insegnamento nelle scuole!
Per quanto concerne l’introduzione dell’ora di religione islamica nelle scuole italiane, posso ritenermi fermamente contrario. Il nostro paese ha una cultura, una storia, che non si può trascurare. L’Italia è un paese cattolico, tuttavia estremamente tollerante verso chi professa altre religioni; nonostante questo, non condivido nella maniera più assoluta la proposta lanciata dal Presidente Fini, in quanto i ragazzi non cattolici hanno già la facoltà di seguire corsi alternativi, ergo, non vedo l’esigenza di creare questo “nuovo istituto”. Sono d’accordo, con l’integrazione e con la presa di conoscenza da parte dei cattolici dei principi islamici, che sono ben lontani da quelli fondamentalisti; dico questo, perchè molti italiani fanno molta confusione, per pregiudizio o per ignoranza. Credo sia importante informare i nostri cittadini su un mondo così vicino, grazie alla globalizzazione e al fenomeno migratorio. Mattia Ventroni
Evidentemente la questione è più complicata di come possa apparire a prima vista. Tuttavia credo che su questa questione dell'ora di islam nella scuola italiana c'è molta confusione. Vediamo di chiarirne una parte. Sono costretto a semplificare e le semplificazioni purtroppo sono pericolose perchè si rischia di far prendere lucciole per lanterne. Ma tant'è....
Mimmo d’Amone ha detto che "L’Italia è un paese prevalentemente Cattolico". Dunque, se è prevalentemente cattolico vuol dire che lascia spazio alle altre religioni. E questo è ben detto. Lo riconosce anche la Costituzione quando parla della libertà di culto. Mica parla della libertà di essere cattolico e nega la libertà di non esserlo! No. La Costituzione prevede libertà. E poi, se la scuola rifiuta di fare attività alternativa all'IRC vuol dire che abbandona a se stessi i giovani per due motivi. Li abbandona una prima volta quando li fa oziare o, peggio, quando li costringe a seguire attività di un'altra religione. Come la mettiamo? Imponiamo al musulmano di dover seguire solo l'insegnamento cattolico? Ma li abbandona una seconda volta quando li mette in mano agli imam estremisti permettendo a questi ultimi l'indottrinamento terroristico. E' questo che si vuole? Bravi. Dunque volete aiutare l'indottrinamento di centinaia di migliaia di giovani che nel futuro potrebbero essere terroristi? Ma che bravi! Fate sempre così e vi ritroverete un decennio di terrorismo islamico di quelli che al loro confronto le BR possono essere conisiderati degli agnellini.
Marcello90 ha detto "Io sono contrario all'introduzione dell'ora di religione islamica nelle scuole. Il nostro è un Paese cattolio e ritengo giusto che prima di dare spazio nelle scuole, a religioni diverse dalla nostra, bisognerebbe rivalutare le nostre culture".
Rivalutare le nostre culture? Ma se qui si è sempre parlato di una mono-cultura che è quella cattolica da sempre! Forse abbiamo parlato di religione anglicana? Nelle scuole italiane nessuno parla di religione anglicana. Nessuno ne sa niente. Per esempio, tutti parlano di Galileo cattolico e nessuno parla di Newton anglicano. Perchè? Perchè in Italia c'è sempre stata una mono-cultura a senso unico. Dunque, parlare delle altre religioni aiuta a comprendersi meglio e a capire meglio l'altro. Aiuta in una sola parola a tollerare l'altro. E scusa se è poco!
Non parliamo poi dell'insegnamento dell'IRC nella scuola che è un non-senso. Far parlare di religione ebraica a una persona cattolica già è una cosa pericolosa, figuratevi far parlare di religione musulmana un docente cattolico. Ma se nessun italiano sa una sola parola di arabo! E' pazzesco il fatto che l'Italia un paese mediterraneo che dovrebbe avere delle scuole dove si insegna l'arabo e invece in tutta la penisola c'è il vuoto assoluto! Semplicemente pazzesco! E il nostro premier va in Russia da Putin che è ortodosso! Valli a capire4 questi politici degli anni 2000. Se poi mettiamo che i docenti di IRC, singolarmente tutte brave persone per carità, ma collettivamente immesse in ruolo nello Stato italiano essendo state nominate dal Vicariato. Questo si che è uno scandalo! Non si è mai visto in nessun paese al mondo che vengono inseriti nei ruoli della scuola statale laica, docenti che non hanno mai vinto un solo concorso statale, nè hanno superato un solo esame di abilitazione e per giunta nominati da uno stato clericale! Ma facciamola finita, via! Ipocriti! Avete una paura del nuovo e del futuro che è pazzesca. Per usare le parole dell'avvocato Ghedini, dovrei dire: " Ma va là. Va là. Va là!"
Riprendo il commento precedente. Infine, Mattia Ventroni afferma che "non condivido nella maniera più assoluta la proposta lanciata dal Presidente Fini, in quanto i ragazzi non cattolici hanno già la facoltà di seguire corsi alternativi, ergo, non vedo l’esigenza di creare questo “nuovo istituto”.
Caro Mattia se tu sei d'accordo sulla materia alternativa allora creiamo una materia alternativa chiamata IRM, cioè Insegnamento della Religione Musulmana. Perchè i cattolici la possono avere e i musulmani no? A pensarci su da questo ragionamento si deduce che forse sarebbe stato meglio che si fosse creata la Storia delle Religioni. Tanto, i giovani cattolici italiani potrebbero fare l'IRC nelle parrocchie, no? Ma questo non lo si è voluto. Dunque dobbiamo fare disparità? E' questo quello che si predica? La disparità di trattamento.?
A tutti e tre dico: tolleranza non signifca volere bene a tutti seocndo la religione cattolica. Tolleranza significa volere bene a tutti con tutte le religioni, che queste si parlino tra loro per conoscersi meglio e comprendersi a vicenda, perchè tutte e tre devono aiutare, ognuno per quello che può dare, la gente che ha bisogno di religiosità. Io la p'enso così. Grazie per essere intervenuti nella discussione. Fatevi sentire più spesso.
Credo che prima di affrontare l'argomento sull'insegnamento delle altre religioni nelle scuole italiane, bisogna ricordare quanto sia bistrattata la nostra religione principale (ovvero quella cattolica) nei paesi a maggioranza musulmana. Natuaralmente tutti possono obiettare ricordando che siamo uno stato laico, ma è pur vero che il cattolicesimo fa parte della storia del nostro Paese, storia che va assolutamente difesa e rispettata. Ci tengo a sottolinerare quanto il diverso valore dato alla vita in generale, sia uno dei punti principali della "diversità" tra cattolico e musulmano.
Su questa linea trovo che siano da apprezzare le parole spese da Casini, in quanto l'Italia è giù un paese multietnico e multirazziale, ma non bisogna confondere il diritto di difendere i valori, a storia culturale e religiosa che caratterizza il nostro Paese, con le accuse di razzismo che taluni politici di estrema sinistra non perdono occasione di fare. L'Italia deve difendere la sua storia e nello stesse tempo deve permettere agli immigrati che hanno realmente intenzione di cercare lavoro onestamente, la possibilità di trovarlo e di poter acquisire la cittadinanza, ma solo se rispettano le nostre leggi e la nostra cultura.
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