domenica 6 febbraio 2005

Competitività del sistema Italia e ricette berlusconiane.

Il Governo Berlusconi ha presentato recentemente una bozza di progetto per “risolvere” la grande questione della competitività dell’economia italiana. Si tratta di dieci punti che, a giudizio del Presidente del Consiglio, risolveranno una volta per tutte (dice lui) il problema del miglioramento della produttività italiana in economia. Ci possiamo credere? Sicuramente lo speriamo. Ma viste le premesse e l’avvicinarsi delle elezioni, siamo dubbiosi e inquieti e pensiamo che si tratterà dell’ennesimo bluff. Perché? Analizziamone il significato, punto per punto.
1. Intensificazione alla lotta alla contraffazione. Eccellente intento. Peccato che una volta individuati i falsari e gli organizzatori della contraffazione dei marchi, la magistratura, complice una legislazione penale con i buchi, sarà costretta a lasciare liberi gli autori dei falsi. Come è successo tante volte, prima si arrestano questi mascalzoni e poi li si rimettono in libertà. Il classico buco nell’acqua.
2. Competitività e Sud. Con gli imbrogli sistematici che vengono continuamente alla luce nelle regioni del Sud e con la presenza di organizzazioni criminali come la mafia, la ‘ndrangheta e la camorra, tutte le risorse disponibili, con la connivenza del potere politico locale, sia esso di centrosinistra o di centrodestra, saranno preda dei malavitosi. Risultato? Un altro insuccesso.
3. Fisco e semplificazione. Qui la materia è più complessa e francamente non abbiamo fiducia in nessuna Agenzia che si propone il rischiosissimo obiettivo di migliorare e semplificare l’efficacia fiscale. Con gli imbroglioni che si ritrova questo paese, e con le tecniche sopraffini di “evasione-elusione” fiscale messe in atto da commercialisti, avvocati azzeccagarbugli, e intermediari sim e banche d’affari, se ne vedranno delle belle. Risultato: si prevede un altro clamoroso insuccesso.
4. Infrastrutture. L’ammodernamento delle infrastrutture come verrà perseguito? Con quale soldi? Al solito si daranno un po’ di finanziamenti a Comuni, Province e Regioni per dilapidare da qualche commissione, piena zeppa di bricconi, i capitali.
5. Più investimenti in ricerca e sviluppo. Si tratta, pensiamo, di fondi da destinare alla ricerca nel settore delle imprese e dell’Università. Non ne parliamo neppure. Qui i soldi “spariranno” letteralmente, ancor prima di comparire, a causa della "solidarietà" esistente tra Amministrazione, Sindacati e Presidenti di commissioni. Nulla da fare neanche qui.
6. Innovazione e tecnologie. Un altro personal computer a chi non lo usa o non lo sa usare. Nonostante le decine di direttive statali negli uffici, rivolte agli impiegati che dovrebbero adoperare la trasmissione telematica di dati e documenti, a tutt’oggi si va avanti con i faldoni di documenti cartacei. Si vedano gli atti che il cittadino richiede alle Conservatorie o al Catasto (quello di Roma è famoso per avere un arretrato di 30 anni!) e tutto sarà chiaro. In verità, gli stessi impiegati e i loro dirigenti non sanno neppure cosa sia una firma digitale o la crittografia a chiave pubblica. Più bluff di così.
7. L’industria. Qui sappiamo come andrà a finire. Si individueranno alcune aree industriali vicine alla politica del governo. Magari in quelle regioni governate dai Governatori del centro destra. Un po’ di soldini e tanto polverone. Nulla di più.
8. Il Tfr con lo sblocco di risorse. Questo tira e molla dura da anni ed è diventata una telenovela mielosa. Non se ne farà niente. Come al solito il Ministro del Lavoro maroni e isindacati polemizzeranno come sempre.
9. Aggiustamenti sul mercato del lavoro. Non abbiamo capito nulla di ciò che si intende proporre. Qui il livello di oscurità dei temi e della prosa pubblica rasenta l’inverosimile e farebbe invidia anche alla chiave privata della crittografia di PGP. Neanche Niccolò Copernico, nel suo De Revolutionibus Orbium Caelestium, avrebbe potuto essere più criptico.
10. Dulcis in fundo, Università e Ricerca. La principale novità sarebbe il credito agli studenti che è una bella intenzione. Ma a quale studenti si darebbero questi crediti? A quelli che escono dalla attuale scuola secondaria di secondo grado, dove gli esami di stato sono diventati una burla? Oppure a quegli studenti che non sanno né scrivere in corretto italiano, né conoscono alcuna lingua straniera in modo decente e sono dei ragguardevoli ignoranti nelle discipline scientifiche? Ma via!
La realtà è purtroppo un’altra. Nel Paese Italia, non c’è più “tensione morale”, non c’è alcuna “corrente etica” che soffi sulla attuale indifferenza e sul pessimismo dei cittadini. Da rilevazioni statistiche e da sondaggi è ormai chiaro che il cittadino medio ha una percezione negativa della vita che è costretto a svolgere nella società attuale. Mancano amministratori competenti, politici onesti e trasparenti, che perseguano intenti legislativi adeguate con leggi intelligenti e super partes. Ma cosa volete aspettarvi da un Governo, i cui primi atti legislativi sono stati l’eliminazione del falso in bilancio, l'aumento delle difficoltà per le rogatorie internazionali, la mancata ratifica del mandato di arresto europeo e, dulcis in fundo, la legge Cirami?

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