sabato 5 febbraio 2005

Dare a Cesare quel che è di Cesare e ai comunisti ciò che si meritano.

Al Congresso del Partito dei DS, il Segretario Fassino ha riconosciuto che l’unica resistenza di cui il neo Iraq si può vantare di avere è quella degli otto milioni di donne e uomini iracheni che sfidando le bombe del terrorista Al Zarqawi, sono andati a votare rischiando la vita. Bene ha fatto l’esponente dell’ala “liberal” del vecchio comunismo italiano a riconoscere ciò che è sotto gli occhi dei più. Qui per “più” non si intendono tutti quelli che discutono di politica, ma solo quelle persone di ogni diversità politica che siano in buona fede, al di là delle ideologie e degli schieramenti. Si può appartenere alla vasta comunità dei “più” pur militando nei DS, così come si può militare in AN, cioè nel partito del ministro degli Esteri italiano. Non fa differenza l’appartenenza. Qui il confine di demarcazione sta, come disse Popper, tra scienza e non scienza, cioè tra persone oneste e persone false e ipocrite politicamente, come per esempio sono quelli che militano in tutti quei movimenti dei “senza se e senza ma”, dei no-global, dei correntoni, dei verdi più o meno pallidi e squallidi, dei girotondini alienati e stressati dalla lunga attività di governo di Berlusconi, e di tanti altri. Detto questo, riconosciamo che in questa vicenda il Presidente del Consiglio Berlusconi ha vinto alla grande. E’ stato il primo e uno dei pochi a non avere mai avuto dubbi su dove stesse la “verità”. Non con l’irriconoscente Cancelliere Schroeder, o con il nervoso egogentrico Chirac, oppure con l’ambiguo Putin. No. Berlusconi è stato dalla parte giusta. E’ irrilevante se sia stato con il cowboy Bush. Ciò che conta è che è stato dalla parte giusta, cioè con gli otto milioni di cittadine e cittadini iracheni. Se poi, per i girotondini e contorno, ciò non sia vero, lasciamo che questi ipocriti ingannatori della politica nazionale continuino a girare. Magari gli si snebbiano le idee.

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