Undicesima lezione. Questa lezione si basa quasi esclusivamente sullo studio ortografico della scrittura della mim (م) con la novità di alcuni esempi di scrittura a castello. La lettera م si trascrive con una semplice m senza puntini ed orpelli vari. La novità forte di questa lezione è invece data dalla scrittura in verticale di alcune lettere nelle parole. Una vera novità, che introduce uno dei motivi della bellezza della scrittura araba e cioè che si possono scrivere delle lettere una sull’altra creando una vera e propria arte calligrafica. Certo, chi vede scritte queste lettere una sull’altra ne rimane sulle prime sconvolto, perché non ha mai visto nulla del genere nelle lingue latine. Diciamo che è una originalità araba che per l’appunto rende piacevole e variegata questa bellissima lingua. E’ naturale che ci siano delle norme che regolino questa scrittura a castello. Non tutte le lettere possono essere inserite una sopra l’altra. Ma questo è un altro aspetto. La Veccia non ne fa cenno. La propone e basta. Mi sarei aspettato qualche spiegazione da lei, ma la capacità di sintesi della Veccia è talmente potente e proverbiale che era prevedibile il non farne cenno. Ho imparato qualcosa sul tema frequentando quattro lezioni di un maestro calligrafo arabo, che ne ha parlato in un suo corso di calligrafia araba tenuto a Roma nell’inverno del 2009. Il maestro è Nasser El Gilani, egiziano del Cairo (nella foto). Un vero portento della calligrafia araba. Le cose stanno così. Le lettere che si possono scrivere una sopra l’altra sono sei, dette “lettere libere”, per la loro libertà a far parte di una composizione verticale. Esse possono essere scritte indifferentemente sopra , sotto o in mezzo e sono: ج, ح, خ, م , ه , ي. Sei altre lettere non possono stare nel castello, né sopra, né sotto. Ed è importante conoscere quali. Esse sono: ا, د ,ذ ,ر ,ز ,و. Infine, le rimanenti sedici lettere possono stare solo sopra. Ripeto, solo sopra. Facile no? Nell’esercizio posto in calce, nella terza riga la prima parola è scritta due volte. La prima con scrittura normale e la seconda con scrittura a castello. In questo modo la Veccia presenta un caso del genere molto semplice e chiaro.Presento di seguito un esempio di studio calligrafico delle lettere arabe svolto da Nasser a mo' di esempio della bellezza dei caratteri arabi. Passiamo adesso a evidenziare un terza “distrazione” dell’Autrice della nostra grammatica che abbiamo preso a modello di studio nel nostro corso di arabo elementare. Ricordo che già nella terza e nella settima lezione ho rilevato analoghe imprecisioni presenti nel libro della Veccia. Adesso, nella decima lezione, si ripresenta un caso simile a quello precedente, in cui si chiede di traslitterare dall’italiano all’arabo la lettera ه che si trova nella parola presente nell’ultima riga dell’esercizio di pag.25. La Veccia non avrebbe dovuto inserire questa lettera in questa lezione per il semplice fatto che la lettera ه non è stata ancora introdotta e spiegata. Lo sarà a pag.28 col prossimo esercizio. Nello stesso esercizio inoltre ci sono anche due errori (il quarto e il quinto), probabilmente dovuti a errori di stampa. Nella quinta riga di pag.27 la quarta parola (mumkinun) manca del puntino sulla ن lungo la verticale che passa per il tanwin della dammah. In mancanza di esso l’ultima lettera, appunto la ن , non sarebbe pronunciabile come n. Nella riga undicesima, la prima parola (lakinna) ha l’accento circonflesso sulla prima vocale a con il quale si pronuncia una vocale lunga quando invece la vocale è solo breve. Tutto qui. E adesso di seguito propongo l’esercizio che ho svolto oggi.
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martedì 3 novembre 2009
Lezione 11 - Commento alla verifica relativa all’undicesimo esercizio di pag.27.
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