lunedì 23 febbraio 2009

Lezione 1 - Commento alla verifica relativa al primo esercizio di pag. 3

Questo post tratta del primo esercizio in assoluto del corso di apprendimento di arabo tenuto dal docente Aleko e svolto dallo studente Zeno. L’impegno verte sulla lettura e scrittura delle prime quattro lettere dell’alfabeto arabo. Esse sono la (ba) la (ta) la (tha) e la (nun). Ecco di seguito l'intera verifica.
Come studente, alle prese con il manuale di grammatica araba relativo alla prima lezione, sono rimasto colpito dalla originalità del metodo di insegnamento adoperato dalla Veccia Vaglieri che, contrariamente agli altri libri di testo che partono subito con tutte le 28 lettere dell’alfabeto, inizia solo con lo studio di un primo blocco di quattro lettere. Probabilmente, e devo dire con giudizio, la Veccia si accorse che l’apprendimento dell’intero alfabeto in un’unica lezione è troppo impegnativo e prevede un notevole sforzo di memorizzazione non alla portata di tutti gli studenti medi italiani. Penso che sia stata una buona scelta di metodo. Devo chiedere al mio maestro cosa ne pensa di questo fatto cioè se, a suo parere, è produttivo ed efficace imparare l’alfabeto a blocchi di lettere distribuite nel tempo oppure iniziare subito con la memorizzazione di tutti e 28 i caratteri concentrati nella prima lezione. L’esercizio relativo alla prima lezione riguarda l’apprendimento delle vocali brevi, che in arabo sono solo tre, cioè la a la i e la u. Per me, studente alle prime armi, la mancanza delle vocali e ed o nella lingua araba mi ha meravigliato. Probabilmente questo è uno dei motivi per cui la fonetica araba è parecchio diversa da quella indo-europea. Mi è piaciuta molto a questo proposito la chiarezza e la brevità della spiegazione della Veccia circa le vocali brevi. Ella scrive: “quando la voce non ci si sofferma, ma passa rapidamente alla consonante che segue”. Spiegazione semplice e concreta, senza ambiguità e difficoltà di interpretazione. La cosa che mi ha stupito di più è che non si tratta di lettere alfabetiche come in italiano, ma di segni messi o sopra o sotto le consonanti. Eccezionale! Non esiste un solo caso del genere nelle lingue europee. E’ una trovata geniale e originalissima che ho apprezzato molto. Per me che sono studente alle prime armi mi ha colpito molto questa storia di creare delle vocali con dei segni. E poi mi ha colpito anche la posizione e la forma dei segni medesimi. La fathah che permette di pronunciare la vocale breve a, la kasrah che dà vita alla vocale breve i e, infine, la dammah che origina la u. E, infine, la forma dei segni: un trattino obliquo nei primi due e una specie di virgola inclinata per l’ultima. Che stranezza, ma anche che trovata geniale. Non avrei mai immaginato che potesse esistere una situazione del genere. Al paragrafo 5 ci sono le quattro lettere. Hanno praticamente tutte un certo numero di puntini: minimo uno, massimo tre. Qualcuna ha il puntino sopra la lettera e altre sotto. Se non è stranezza questa, ditemi quando si può parlare di stranezza alfabetica? Questo corso si sta caratterizzando per il numero e la qualità delle novità. Che sia sempre così? Se poi penso a certi suoni che ho sentito quando qualche persona parla in arabo dico chiaramente che sono preoccupato. Ce la farò ad apprendere tutta questa serie di particolari e di informazioni decisamente e palesemente diverse da quelle europee? Poi c’è questa cosa che non ho capito bene della differenza tra la ta e la tha, o meglio tra la e . Si, lo so, per gli studenti bravi si tratta della differenza tra una t normale e una t dentale, come quella degli inglesi nell’articolo determinativo the. A chiacchiere siamo tutti bravi. Comunque, non voglio insistere molto su questa faccenda. Ho altre preoccupazioni di comprensione a cui badare. Termino con un’altra osservazione proposta dalla Veccia, la quale dice che: “queste quattro lettere si distinguono solo per i punti detti diacritici, ossia di distinzione”. Il corsivo è suo ed è straordinario come abbia chiarito con poche parole tutto quello che c’è da chiarire per il neofita. Li chiama “punti di distinzione”, nel senso, penso, che distinguono con il loro numero e la loro posizione alcune lettere dalle altre. Ragguardevole! La Veccia è straordinaria. Non c’è che dire. Saluti e al prossimo esercizio. Penso che la prossima volta sarò costretto a risolvere un esercizio sulle vocali lunghe, tipo aa, ii, uu che la Veccia, traslitterando correttamente, indica con ā, ī, ū. Speriamo bene.
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Proprio così: per l’arabo (come per altre lingue, si pensi al russo) bisogna necessariamente, in via preliminare, fare i conti con l’alfabeto. Che è bellissimo a vedersi, ma alquanto scomodo. È doveroso fare una premessa: chiunque decida di intraprendere lo studio dell’arabo, superato lo scoglio iniziale dell’alfabeto (ma che sarà mai, poi: si tratta solo d’apprendere le 28 lettere di cui si compone, con l’avvertenza che per ciascuna di esse –eccezione fatta solo per sei lettere- esistono tre
diversi modi di scrittura, a seconda della posizione occupata nella parola: iniziale, mediana e finale); superato lo scoglio, dicevo, ecco spalancarsi la possibilità concreta d’impadronirsi di uno strumento linguistico formidabile, che permetterà d’entrare in contatto con un mondo affascinante e, per molti aspetti, sconosciuto. Come prima lezione, non mi sento di aggiungere molto a quanto studiato: certo, molte cose, che adesso sembrano oscure, si chiariranno man mano che si procederà nello studio. Coraggio, dunque: si affrontino le prossime lezioni con passione e determinazione, avendo in mente che إن الله مع الصابرين

Anonimo ha detto...

Caro Maestro,

grazie di essere intervenuto nella "questioncella" dell'alfabeto arabo. Lei dice testualmente che «superato lo scoglio iniziale dell’alfabeto poi si spalancheranno le porte e le finestre della conoscenza in grado di dare felicità a chi studia l'arabo». E' così? E poi aggiunge:"[...]ma che sarà mai, poi: si tratta solo d’apprendere le 28 lettere di cui si compone, con l’avvertenza che per ciascuna di esse –eccezione fatta solo per sei lettere- esistono tre diversi modi di scrittura, a seconda della posizione occupata nella parola: iniziale, mediana e finale[...]". Ma Maestro, quando lei dice queste cose si rende conto che 28 x 3 = 84, cioè che esistono ot-tan-ta-quat-tro caratteri diversi da imparare a memoria? Dico 84, mica 28! Se non fosse per il fatto che l'ho scelta come mio Maestro d'arabo perchè ho una smisurata stima per Lei a quest'ora avrei mollato tutto perchè imparare l'arabo è difficilissimo. Almeno da queste prime lezioni ritengo che non ci sia nulla di facile. La passione e la determinazione non mi mancano, ma la memoria si, quella è sempre stata labile, purtroppo. Speriamo bene. Comunque, sono molto contento del suo intervento e la ringrazio molto perchè non avendo ricevuto richiami e correzioni vuol dire che la verifica è andata bene e almeno la sufficienza penso di averla guadagnata. Grazie Maestro. Un'ultima osservazione. Lei non ha risposto alla mia domanda, e cioè se è da preferire il metodo della Veccia o quello degli arabisti classici per quanto riguarda l'apprendimento dell'alfabeto arabo. Insomma, "a spizzichi e mozziconi" o tutto in una volta, con un'abbuffata alla Giufà? Se poi nella sua risposta vorrà spiegarmi anche il senso della frase in arabo da lei scritta alla fine del suo intervento le sarò grato. Io non ho capito nulla di tutti quegli strani segni. L'unica cosa che ho capito è che la frase contiene due lettere da me conosciute e cioè la ب e la ن.
Con deferenza.

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