giovedì 19 febbraio 2009

Presidenti del Consiglio e di “Mediaset” come Pinocchi con i nasi lunghi.

Collodi fu un genio. Creò il suo Pinocchio sulla base di un’idea vincente di burattino dal naso lungo. A nostro parere però la grandezza di Collodi non sta nell’idea del burattino di legno, quanto in quella di bugiardo incorreggibile. L’invenzione eccezionale di Collodi risiede pertanto nella sua bravura di scrittore in grado di rappresentare, in un burattino, l’accoppiata “bugia-naso lungo” che è, se ci pensate bene, una straordinaria idea di modello negativo di bambino capriccioso. Quando da giovani leggemmo il capolavoro di Collodi e conoscemmo le caratteristiche sconvenienti della personalità di Pinocchio, centrate su capricci e bugie, decidemmo che mai e poi mai avremmo stimato persone del genere, soprattutto politici che avrebbero accettato l’idea di basare alcuni tratti della loro personalità pubblica sulla capacità di realizzarsi in un’idea di società amorale in cui l'etica fosse considerata un dettaglio. Fino al 2001 mai ci era venuta in mente l’idea di associare a Berlusconi l’etichetta di Pinocchio. Pian pianino, però, le similitudini di comportamento fra i due sono diventate sempre più manifeste e palesi fino al punto di non poterle non riconoscere come caratteristiche affini. Ieri sera, per esempio, dopo le nobili dichiarazioni di Veltroni, relative all’assunzione di responsabilità della disfatta elettorale in Sardegna e le conseguenti sue dimissioni da segretario del PD, ci saremmo aspettati che il capo del governo, forte della sua vittoria elettorale, facesse una telefonata al capo dell’opposizione. Invece il nostro Presidente Pinocchio, acido e vendicativo, ha recitato la parte del Pinocchio irritato dicendo che aveva intenzione di telefonare a Veltroni ma che dopo avere ascoltato le sue dichiarazioni non lo ha fatto. Come vedete Silvio Berlusconi, il Capo del governo italiano che ha il più grande conflitto di interessi che esista nell’intero sistema planetario, perché capo del governo e contemporaneamente capo dell’impero televisivo Mediaset, è sempre lo stesso, ovvero usa armi comunicative sottili e ipocrite per fare il contrario di quello che avrebbe dovuto fare. Insomma, non fa sconti a nessuno e, soprattutto, non fa prigionieri. A noi non sono mai piaciuti i tipi che manifestano e usano con arroganza e furbizia levantina le loro capacità connesse con i ruoli di padroni del vapore e della vaporiera. Probabilmente l’errore di Veltroni è stato quello di essere stato troppo garbato e onesto nella critica al governo Berlusconi. Davanti a un centro-destra arrogante, pigliatutto, affamato di potere perchè uscito dalle caverne del digiuno della politica, con totale mancanza di buone maniere e di lungimiranza, l’ormai ex Segretario Veltroni ha rappresentato un’anomalia nel panorama politico italiano. Peccato. Ci dispiace che sia andato via, sebbene crediamo che “chi è causa del suo mal pianga se stesso”. Soprattutto non ci piace che possano ritornare i dinosauri dell’ex PCI a riprendere a tessere la tela della politica massimalista ambigua e inaffidabile. Noi che in tutta la nostra vita abbiamo sempre combattuto il credo politico-sindacale del comunismo, pagando di persona con la emarginazione nei luoghi di lavoro, ci dispiace che un ex-comunista trasformatosi nel tempo in un socialista riformista lasci il ponte di comando della politica dell’opposizione. Crediamo che alla base della sconfitta della sua scommessa politica ci sia stato un grave errore di sottovalutazione, riassunto nel suo progetto di partito democratico onnicomprensivo. A nostro avviso non è possibile, in Italia, mettere insieme in uno stesso partito “il diavolo e l’acqua santa”. I due tronconi dei cattolici rutelliani da una parte e degli ex-comunisti dalemiani dall’altra non possono stare, a nostro giudizio, insieme. In alcun modo è possibile far convivere, con politiche comuni e condivise, i due tronconi dell’ex PCI e dell’ex DC. Piuttosto, sarebbe auspicabile, per la chiarezza delle posizioni, che entrambi ricostituissero i loro vecchi riferimenti, ricreando le condizioni di far convergere nel nuovo PSI riformista coloro che la pensano come veri socialisti all’europea e nella nuova DC coloro che la pensano come i moderni democristiani popolari europei. E’ l’unica maniera per fare chiarezza e dare risposte concrete alla società italiana. Non è irrilevante poi il fatto che una simile evoluzione potrebbe mettere a nudo la Santa Alleanza tra Vaticano e Berlusconi che, a nostro giudizio, sta portando il paese a condizioni politiche populiste di matrice sudamericana. L’Italia non merita di avere una simile rappresentanza che mantiene contemporaneamente i monopoli e i conflitti di interesse in maniera così vistosa e nociva.

Nessun commento:

Support independent publishing: buy this book on Lulu.