sabato 14 febbraio 2009

Licenziamenti e guadagni televisivi volgari: un rapporto scellerato.

Il “caso Englaro” annovera come appendice il “sottocaso Mentana”. Stiamo parlando di Enrico Mentana, ex direttore del TG5 e adesso, dopo le dimissioni, anche ex conduttore del programma Matrix. Com’è noto, l’ex giornalista della rete berlusconiana per eccellenza è stato “dimissionato” in tronco. Mentana si è offeso perché la televisione di Berlusconi non ha differito la diretta della trasmissione spazzatura il Grande Fratello la sera della morte di Eluana. Questo il fatto di oggi che commentiamo, come al solito, con le nostre opinioni. Siamo indignati contro le reti televisive Mediaset che hanno mostrato, in questo delicato e luttuoso momento, un cinismo e un senso degli affari che fa sbalordire. Da un lato il proprietario della televisione più “deficiente” dell’intero continente europeo manda in onda, la stessa sera della morte della giovane Englaro, la peggiore trasmissione televisiva che si possa immaginare in questi casi, piena di violenze, parolacce, atti sessuali seminascosti sotto le coperte ed altre volgarità del genere. Dall’altra si bombarda il paese che è un delitto togliere l’idratazione al corpo martoriato e irriconoscibile di Eluana e si fanno trincee e guerre mediatiche e politiche sul diritto alla vita, rischiando lo scontro istituzionale con il Presidente della Repubblica, perché quest’ultimo non ha accettato di firmare una patente violazione della Costituzione, relativamente alla decretazione d’urgenza. E’ serio tutto ciò? Che cosa dicono i sostenitori della spiritualità religiosa a proposito della palese incoerenza di un Presidente del Consiglio che è proprietario di una provocatoria e trasgressiva televisione? E’ o non è incoerente un simile e ondivago atteggiamento? A detta dei dirigenti Mediaset si è trattato di un calcolo, dovuto al fatto che una televisione privata deve fare incassi per sopravvivere. Come se il rispetto per un simbolo, come quello personificato dalla dolce e sfortunata ragazza, non valesse più della scelta di guadagnare qualche centinaio di migliaia di euro in più. Certe volte, caro Confaloniere, i simboli non hanno prezzo. Eluana, a nostro parere, non meritava questo oltraggio. Berlusconi, ovvero l’unico e autentico Pinocchio fattosi uomo politico sulla Terra, è bravissimo a fare soldi mentre mostra di essere un disastro quando si propone di fare gli interessi della parte più povera del paese proprio nel momento in cui questo ne avrebbe più di bisogno. E mentre noi parliamo e parliamo di idratazione e di disidratazione i nostri euro-parlamentari fannulloni di tutti i partiti, la cui maggioranza appartiene però al partito del Presidente del Consiglio, guadagna ben 35000 (trentacinquemila) euro al mese facendo assenteismo indecente e palese a spese della collettività italiana. Stante tutto ciò il nostro Pinocchio, miliardario capriccioso, invece di proporre una legge mirata a far diminuire agli assenteisti euro-fannulloni le ricche prebende percepite, che fa? Non ci crederete, ma a detta del giornale spagnolo El Pais, si dedica a scrivere canzoni per Sanremo e a fare contemporaneamente soldi e ascolto con le sue televisioni private. E’ questo il nuovo modello di fare politica che gli italiani hanno votato? Per il nostro Pinocchio, volubile e incontentabile, il detto popolare “rubare nel commercio non è peccato” ha sicuramente una valenza appropriata. La frase fu detta molti anni fa dalla sorella di un curato di un piccolo paese siciliano che adulterava il vino venduto nella bottega di famiglia per guadagnare di più. Mentre lei vendeva in bottega un vino scadente spacciato per vino di qualità, il nostro Pinocchio fa ammannire dal suo compagno di studi scolastici, il volpone Confalonieri, trasmissioni televisive vergognose e improponibili (come il GF e Scherzi a parte) con denari facili incassati dalla pubblicità televisiva e guadagnati, guarda caso, con il condizionamento del suo ruolo politico. E poi fa orecchie da mercante quando si sente dire che la sua figura di magnate della TV e di Presidente del Consiglio è al centro di un colossale conflitto di interesse. Ora che sta calando il sipario sul caso Englaro è venuto il momento di etichettare come cattivi compagni tutti coloro che si sono distinti con arringhe parlamentari e violente prediche contro il povero papà di Eluana, fatto soffrire peggio di un condannato a morte. Solo la Chiesa cattolica, con la sua coerenza e il suo senso della misura, è indenne dalla critica ed ha il diritto di criticare. Tutti gli altri attori, soprattutto i mediocri giornalisti savonarolesi pseudo-religiosi della carta stampata che si muovono nel sottobosco della politica del centro berlusconiano, lo hanno fatto solo per interesse e calcolo politico. Dovrebbero scusarsi con Beppino Englaro per la loro viltà a combatterlo ad armi impari. Che si vergognino per averlo amareggiato tanto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissimo Zeno,
noi abbiamo un'arma potentissima: il telecomando. Usiamolo

Anonimo ha detto...

Si...Tiriamolo contro il televisore.

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